Tiziano Treu
Sindacato e rappresentanze aziendali
DOI: 10.1401/9788815412324/p1
In questo quadro, si manifesta in tutta la sua evidenza l’incapacità della SAS di porsi come interlocutrice dell’azienda, come tramite tra questa e i lavoratori nonché tra i lavoratori e l’organizzazione sindacale esterna. Il giudizio che ne dà l’A. è dunque di un sostanziale fallimento dell’istituto e addirittura dell’inconsistenza della SAS come «fattore di rinnovamento democratico dell’azione
{p. 6}aziendale» (p. 147).

Gli insegnamenti degli anni ’70.

Nella situazione appena descritta, cominciano ad affermarsi come organismi di rappresentanza dei lavoratori i delegati del personale e i Consigli di fabbrica. Di questi soggetti, l’A. descrive ruolo e funzioni, segnalando in particolare la loro irriducibilità, sic et simpliciter, alla struttura organizzativa del sindacato, ma al tempo stesso il loro riconoscimento come strutture di base del sindacato stesso.
Si tratta di un’osservazione che l’A. riprende dal suo (di poco) precedente saggio sull’organizzazione sindacale [16]
, ma che appare confermata ancora una volta dall’indagine empirica. In quel volume, Treu osserva come la scomparsa delle SAS «è progressivamente sancita da un numero sempre crescente di programmi organizzativi sindacali che identificano, appunto, nei delegati e nell’assemblea le fondamentali strutture aziendali del nuovo sindacato unitario» [17]
. Al sindacato, cioè, «si apre la possibilità di superare quella storica separazione, nel momento delle decisioni, fra proprie strutture e organizzazione operaia in fabbrica» (in qVol., p. 178). Restano, certo, alcune criticità, puntualmente individuate nella parte finale del volume, tra le quali i rapporti tra le nuove strutture e quelle più tradizionali, come le CI e le SAS, nel quadro del pluralismo sindacale riconosciuto dalla Costituzione e riaffermato dallo Statuto dei Lavoratori. Ma anche la questione della limitazione delle competenze di questi organismi «a materie rivendicative attinenti alla realtà aziendale», con scarsa o nulla possibilità di incidenza sulle strategie sindacali e sulle «più vaste questioni po{p. 7}litiche» (p. 189).
Quanto su questa complessa situazione abbia inciso l’art. 19 Stat. Lav. è ormai ampiamente noto [18]
; in quel dato momento storico, tuttavia, risultava oltremodo difficile formulare una previsione [19]
. Non c’è dubbio, in ogni caso, che le tensioni tra la rappresentanza sindacale «tradizionale» e le forme di organizzazione diretta dei lavoratori si riproducono anche a distanza di oltre 50 anni e pongono problemi simili a quelli affrontati nello studio che viene (meritoriamente) riproposto dal Mulino. Si pensi, ad esempio, alla vertenza GKN che, come osservato, rappresenta «un’attualizzazione di «quel tipo di modernità emersa nel Novecento», con riferimento alle lotte del Lungo Sessantotto, che aveva condotto alla creazione di nuovi dispositivi di allargamento della partecipazione, dell’attività sindacale e della rappresentanza in fabbrica» [20]
. Come a dire che «history repeating». Si tratta di fenomeni che vanno studiati con l’attenzione alle dinamiche reali e alle loro implicazioni ricostruttive, come Tiziano Treu ci ricorda da sempre.
Note
[16] T. Treu, L’organizzazione sindacale. I. I soggetti, Giuffré, 1970.
[17] T. Treu, L’organizzazione sindacale, cit., p. 202.
[18] La letteratura sul punto è sterminata. Si vv., tra gli altri, F. Olivelli, op. cit., p. 85 ss.; B. Caruso, Rappresentanza sindacale e consenso, F. Angeli, 1992; P. Campanella, Rappresentatività sindacale: fattispecie ed effetti, Giuffré, 2000; D. Gottardi, Organizzazione sindacale e rappresentanza dei lavoratori in azienda, CEDAM, 1989.
[19] T. Treu, L’organizzazione sindacale, cit., p. 204 ss.
[20] Così F. Gabriellini, E. Leonardi, La Just Transition come strategia partecipativa del lavoro: sapere operaio e democrazia economica nella vertenza ex GKN, in Economia e società regionale, 2023, n. 3, p. 61; si v. anche F. Gabriellini, A. Tassinari, A. Moro, A working-class road to radical industrial democracy: workplace industrial relations and workers mobilisation in the ex-GKN factory in Florence, in Studi organizzativi, 2023, p. 79 ss.;