Costruzioni di genitorialità su terreni incerti
DOI: 10.1401/9788815411365/c4
Le criticità sono che non puoi stare mai rilassato, nel senso che non è che lo iscrivi a un asilo qualunque. Noi siamo andati a vedere tutti gli asili. Oltre ovviamente a volere un asilo bello, attento e così, devi anche trovare delle persone con cui devi trovare un feeling anche da un punto di vista politico perché altrimenti ti trovi in una situazione in cui non è ben accetto e questo con l’età è sempre di più, perché ho delle care amiche che hanno i bimbi di 8-9 anni e sempre di più questi bambini vengono tra virgolette tutelati.¶{p. 126}
Si pone nella stessa direzione, anche se per ragioni di natura diversa, la richiesta di legittimazione che proviene da genitori in situazione di migrazione forzata. Per questi genitori è infatti cruciale l’accesso alla cittadinanza al fine di vedere garantiti diritti ritenuti indispensabili nell’esercizio del proprio ruolo genitoriale:
Facilitare l’accesso alla cittadinanza, che non ci siano degli ostacoli su questo come adesso, perché noi anche come genitori con questa cittadinanza saremo nelle condizioni di lavorare o aprire un’attività, di contribuire, di pagare delle tasse… quindi sarà una cosa reciproca per noi e per lo Stato.
La possibilità di offrire ai propri figli ciò che è necessario per crescere è un tema ricorrente anche nelle interviste con i genitori in situazione di povertà. Anche loro, infatti, richiamano l’accesso a diritti fondamentali per i propri figli:
magari un giorno arriva un lavoro per tutti e due, magari un lavoro dignitoso che uno esce la mattina e si porta a casa qualcosa… avere dei diritti… come giusto ci spettano, magari i diritti che danno al Nord o in Germania. Tipo lì vai a lavorare, c’è una busta paga, hai i bambini e ti danno pure gli assegni dei bambini e tutto; invece, qua magari vai a lavorare e in Puglia succede pure che non ti danno gli assegni.
Emerge da questi stralci il complesso processo di posizionamento di questi genitori: da un lato l’importanza di costruire una relazione autentica con i propri figli, dall’altro quanto questo sia messo in discussione, se non a volte compromesso, dalla percezione di una mancata legittimazione del proprio ruolo. La possibilità di sentirsi legittimati appare nelle narrazioni come fortemente intrecciata a dimensioni anche di tipo istituzionale e politiche, essendo queste percepite come attori che rendono possibile (o meno) l’esercizio di propri diritti e doveri.
In sintesi
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L’assistente sociale si colloca in maniera complessa nel contesto di servizi e politiche sociali spesso in contraddizione con il mandato professionale. La tensione si coglie appieno nella testimonianza degli assistenti sociali intervistati che si sentono schiacciati tra un mandato professionale e un mandato istituzionale. Questo, insieme alla presenza di aspettative e pregiudizi, rende complesso avvicinarsi all’esperienza dei genitori in situazioni di difficoltà. La domanda che emerge dalla pratica è proprio come arrivare ad entrare in relazione e comprendere la prospettiva dei genitori.
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La teoria del posizionamento offre una chiave di lettura che apre a nuove possibilità di cogliere la prospettiva dei genitori, mette da parte gli standard ¶{p. 127}sociali e permette di osservare le pratiche genitoriali in termini di continua negoziazione e ridefinizione di identità situate, di obblighi, di diritti e doveri.
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Standard e stereotipi sociali ricompaiono, non come metro per leggere la genitorialità, ma in quanto elementi di un discorso sulla genitorialità che, in modi diversi, sono presenti nelle rappresentazioni dei genitori e nei modi di negoziare la propria posizione nei contesti di vita.
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Il richiamo ai dogmi, agli stereotipi sociali imposti dall’intensive parenting, consente di identificare alcuni temi che si ritrovano nell’analisi delle rappresentazioni dei genitori: il fatto di mettere i bambini al centro, le particolari attenzioni volte a proteggere i bambini dagli specifici rischi connessi alla situazione di vita, l’investimento sul futuro ecc.
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Cogliere la rappresentazione della genitorialità in termini di lavoro identitario e di posizionamento può consentire al servizio sociale di uscire dalle strettoie interpretative di una lettura istituzionalizzante delle relazioni e delle persone.
Domande riflessive
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Quali sono le principali sfide che identifichi nell’affiancare i genitori in difficoltà?
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Quali elementi nel contesto delle politiche e dei servizi facilitano e quali ostacolano la relazione con i genitori?
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Come pensi che gli standard di genitorialità propri dell’ideologia dell’intensive parenting siano presenti nella cultura dei servizi sociali, sanitari e scolastici?
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Provando a capovolgere la prospettiva, come puoi avvicinarti alle pratiche dei genitori con cui intervieni in termini di strategie di fronteggiamento di situazioni estremamente complesse e di tentativi di ri-posizionamento nel ruolo di genitore?
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Come leggi l’idea dei genitori, e in particolare delle mamme, di mettere i figli al centro della propria vita al punto da annullarsi?