Alessandro Sicora, Silvia Fargion (a cura di)
Costruzioni di genitorialità su terreni incerti
DOI: 10.1401/9788815411365/c4
Le criticità sono che non puoi stare mai rilassato, nel senso che non è che lo iscrivi a un asilo qualunque. Noi siamo andati a vedere tutti gli asili. Oltre ovviamente a volere un asilo bello, attento e così, devi anche trovare delle persone con cui devi trovare un feeling anche da un punto di vista politico perché altrimenti ti trovi in una situazione in cui non è ben accetto e questo con l’età è sempre di più, perché ho delle care amiche che hanno i bimbi di 8-9 anni e sempre di più questi bambini vengono tra virgolette tutelati.
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Si pone nella stessa direzione, anche se per ragioni di natura diversa, la richiesta di legittimazione che proviene da genitori in situazione di migrazione forzata. Per questi genitori è infatti cruciale l’accesso alla cittadinanza al fine di vedere garantiti diritti ritenuti indispensabili nell’esercizio del proprio ruolo genitoriale:
Facilitare l’accesso alla cittadinanza, che non ci siano degli ostacoli su questo come adesso, perché noi anche come genitori con questa cittadinanza saremo nelle condizioni di lavorare o aprire un’attività, di contribuire, di pagare delle tasse… quindi sarà una cosa reciproca per noi e per lo Stato.
La possibilità di offrire ai propri figli ciò che è necessario per crescere è un tema ricorrente anche nelle interviste con i genitori in situazione di povertà. Anche loro, infatti, richiamano l’accesso a diritti fondamentali per i propri figli:
magari un giorno arriva un lavoro per tutti e due, magari un lavoro dignitoso che uno esce la mattina e si porta a casa qualcosa… avere dei diritti… come giusto ci spettano, magari i diritti che danno al Nord o in Germania. Tipo lì vai a lavorare, c’è una busta paga, hai i bambini e ti danno pure gli assegni dei bambini e tutto; invece, qua magari vai a lavorare e in Puglia succede pure che non ti danno gli assegni.
Emerge da questi stralci il complesso processo di posizionamento di questi genitori: da un lato l’importanza di costruire una relazione autentica con i propri figli, dall’altro quanto questo sia messo in discussione, se non a volte compromesso, dalla percezione di una mancata legittimazione del proprio ruolo. La possibilità di sentirsi legittimati appare nelle narrazioni come fortemente intrecciata a dimensioni anche di tipo istituzionale e politiche, essendo queste percepite come attori che rendono possibile (o meno) l’esercizio di propri diritti e doveri.

In sintesi

  1. L’assistente sociale si colloca in maniera complessa nel contesto di servizi e politiche sociali spesso in contraddizione con il mandato professionale. La tensione si coglie appieno nella testimonianza degli assistenti sociali intervistati che si sentono schiacciati tra un mandato professionale e un mandato istituzionale. Questo, insieme alla presenza di aspettative e pregiudizi, rende complesso avvicinarsi all’esperienza dei genitori in situazioni di difficoltà. La domanda che emerge dalla pratica è proprio come arrivare ad entrare in relazione e comprendere la prospettiva dei genitori.
  2. La teoria del posizionamento offre una chiave di lettura che apre a nuove possibilità di cogliere la prospettiva dei genitori, mette da parte gli standard {p. 127}sociali e permette di osservare le pratiche genitoriali in termini di continua negoziazione e ridefinizione di identità situate, di obblighi, di diritti e doveri.
  3. Standard e stereotipi sociali ricompaiono, non come metro per leggere la genitorialità, ma in quanto elementi di un discorso sulla genitorialità che, in modi diversi, sono presenti nelle rappresentazioni dei genitori e nei modi di negoziare la propria posizione nei contesti di vita.
  4. Il richiamo ai dogmi, agli stereotipi sociali imposti dall’intensive parenting, consente di identificare alcuni temi che si ritrovano nell’analisi delle rappresentazioni dei genitori: il fatto di mettere i bambini al centro, le particolari attenzioni volte a proteggere i bambini dagli specifici rischi connessi alla situazione di vita, l’investimento sul futuro ecc.
  5. Cogliere la rappresentazione della genitorialità in termini di lavoro identitario e di posizionamento può consentire al servizio sociale di uscire dalle strettoie interpretative di una lettura istituzionalizzante delle relazioni e delle persone.

Domande riflessive

  1. Quali sono le principali sfide che identifichi nell’affiancare i genitori in difficoltà?
  2. Quali elementi nel contesto delle politiche e dei servizi facilitano e quali ostacolano la relazione con i genitori?
  3. Come pensi che gli standard di genitorialità propri dell’ideologia dell’intensive parenting siano presenti nella cultura dei servizi sociali, sanitari e scolastici?
  4. Provando a capovolgere la prospettiva, come puoi avvicinarti alle pratiche dei genitori con cui intervieni in termini di strategie di fronteggiamento di situazioni estremamente complesse e di tentativi di ri-posizionamento nel ruolo di genitore?
  5. Come leggi l’idea dei genitori, e in particolare delle mamme, di mettere i figli al centro della propria vita al punto da annullarsi?