Note
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Sull’esperienza della mostra fiorentina cfr. Pizzoli [2020]. I volumi derivati da quell’esperienza sono rispettivamente La lingua nella storia d’Italia, a cura di L. Serianni, Roma-Firenze, Società Dante Alighieri/SPES, 2001 (e anche Milano, Scheiwiller, 2002) e la Storia della lingua per immagini, collana diretta da L. Serianni, Roma-Città di Castello, Società Dante Alighieri/Edimond editrice, articolata in sei volumi: 1. Dal latino all’italiano contemporaneo, a cura di S. Telve (2010), 2. L’italiano letterario: fondazione e modelli, a cura di M. Motolese e A. Ricci (2011), 3. L’italiano letterario: prosa e poesia, a cura di G. Meacci e F. Serafini (2011), 4. L’italiano nella società, a cura di G. Antonelli e D. Poggiogalli (2011), 5. L’italiano e le altre lingue, a cura di L. Rossi (2012), 6. L’italiano illustrato, a cura di L. Pizzoli (2012). Parte del materiale concepito per la mostra è poi confluita in Serianni e Pizzoli [2017] e una persuasiva proposta di un museo per l’italiano è stata presentata da Antonelli [2018].
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Sulla Convenzione, approvata il 17 ottobre 2003 dalla 32a Assemblea generale UNESCO e ratificata dall’Italia con l. n. 167 del 27 settembre 2007, e sull’appropriatezza della definizione di lingua come bene immateriale si è discusso molto negli ultimi anni: cfr. in particolare Marazzini [2020].
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Cfr. quanto proposto dall’ICOM nel 2004 con le integrazioni ora disponibili nell’ICOM Code of Ethics for Museums, la versione revisionata e approvata dalla 21a Assemblea generale dell’ICOM (International Council of Museums: Seoul, 8 ottobre 2004; © ICOM, 2017): «Museums are responsible for the tangible and intangible natural and cultural heritage. Governing bodies and those concerned with the strategic direction and oversight of museums have a primary responsibility to protect and promote this heritage as well as the human, physical and financial resources made available for that purpose» (p. 6: https://icom.museum/wp-content/uploads/2018/07/ICOM-code-En-web.pdf, ultimo accesso: gennaio 2023); cfr. anche la definizione stessa di museo (messa a punto dall’ICOM e più volte rivista) così come approvata nell’ultima Assemblea generale dell’ICOM tenutasi a Praga il 24 agosto 2022: «A museum is a not-for-profit, permanent institution in the service of society that researches, collects, conserves, interprets and exhibits tangible and intangible heritage. Open to the public, accessible and inclusive, museums foster diversity and sustainability. They operate and communicate ethically, professionally and with the participation of communities, offering varied experiences for education, enjoyment, reflection and knowledge sharing» (cfr. https://icom.museum/en/resources/standards-guidelines/museum-definition/, ultimo accesso: gennaio 2023).
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La centralità della lingua come componente essenziale dei diritti dell’uomo si ricava dagli articoli iniziali della Carta fondativa delle Nazioni Unite (1945), della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo approvata dalle Nazioni Unite (1948) e della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del Consiglio d’Europa (1950), dove si insiste sulla necessità di rispettare le libertà fondamentali senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione. Lo stesso principio è recuperato nella carta costituzionale italiana (art. 3, che sancisce l’uguaglianza dei cittadini senza distinzione, tra il resto, di lingua). Nel dibattito accesosi in anni più recenti, conta piuttosto sottolineare la presenza di temi come la previsione dell’interprete durante il processo, la necessità di strumenti di tutela delle lingue minoritarie e dell’integrazione linguistica da parte delle popolazioni migranti, oltre ai risvolti linguistici legati al rilascio del permesso di soggiorno e all’acquisizione della cittadinanza. Per un approfondimento sul tema della politica linguistica in ambito europeo e internazionale mi permetto di rimandare a Pizzoli [2018]. Per alcune considerazioni sulla recente integrazione del requisito della competenza linguistica nella legge italiana sulla cittadinanza cfr. Deiana [2021].
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Su questi temi, e sull’opportunità rappresentata da un museo dell’italiano di riflettere sul modello di italiano proposto in un dialogo continuo con le altre lingue, cfr. Cannata e Gahtan [2012].
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Cfr. Grepstad [2018]. L’idea da cui nasce la pubblicazione è quella di istituire una rete di musei delle lingue (International network of language museums), attraverso la quale sia possibile dare notizie di attività, progetti in corso, nuove idee. Tra le iniziative più recenti va ricordato, ad esempio, il Festival of Indigenous Languages, organizzato tra il 14 e il 23 gennaio 2022 nell’ambito dell’Endangered Languages Project (ELP: https://endangeredlanguages.com, ultimo accesso: gennaio 2023).
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Per una schedatura più dettagliata dei musei esistenti si rimanda a Grepstad [2018]; per un quadro teorico sui musei delle lingue cfr. soprattutto Sönmez, Gahtan e Cannata [2020].
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La Società Dante Alighieri presenta un’esposizione permanente dedicata alla lingua italiana in due delle sue sedi (una ricostruzione della storia della lingua italiana presso la sede centrale a Palazzo Firenze, a Roma, e una mostra dedicata nel 2011 ai 150 anni dell’Italia unita, visitabile presso la sede di Firenze, nell’oratorio di San Pierino). I musei per le lingue censiti da Grepstad sono il Museo della lingua occitana «Sòn de Lenga» (Dronero, 1999), il Museum Ladin Ćiastel de Tor (San Martino in Badia, 2001), il Museo del dialetto dell’Alto Lario Occidentale (Dosso del Liro, 2007) e il Museo della lingua greco-calabra «Gerhard Rohlfs» (Bova, 2016).
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Rimando in particolare al contributo di Giuseppe Antonelli in questo stesso volume per un approfondimento sull’interazione tra la versione del museo online (MULTI – Museo multimediale della lingua italiana) e quella fisica, in via di realizzazione nella splendida cornice fiorentina del complesso di Santa Maria Novella (MUNDI – Museo nazionale dell’italiano).
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Compito essenziale di un’istituzione che si rivolge al grande pubblico, ad esempio, sarà quello di fornire i dati reali sull’insegnamento dell’italiano in Italia e nel mondo, un indicatore piuttosto significativo della rilevanza dell’italiano tra le altre lingue di cultura, di cui servirsi per indirizzare – di là da facili trionfalismi o rassicuranti glorificazioni – i giovani interessati a occuparsi della lingua italiana nella loro formazione professionale. Sul tema della diversità linguistica e delle sue possibili applicazioni in ambito museale cfr. ancora Grepstad [2020, 270-271]. Sui risvolti del d.l. n. 41 del 22 marzo 2021, con il quale la Repubblica riconosce, promuove e tutela la lingua dei segni italiana (LIS) e la lingua dei segni italiana tattile (LIST), cfr. Mantovan [2021].