Federico Batini (a cura di)
La lettura ad alta voce condivisa
DOI: 10.1401/9788815410238/c7
Se invece si riscontra una media bassa nel fattore Condivisione e socialità, sarà possibile progettare con sistematicità attività di lettura ad alta voce condivisa, per coltivare il senso di appartenenza alla comunità, educare all’ascolto e condividere lo stesso libro. Introdurre nel contesto scolastico strumenti che possono essere utilizzati in autonomia dai docenti, consentendo agilmente di rilevare informazioni
{p. 182}affidabili sul profilo dei lettori, concorre a sviluppare un atteggiamento scientifico e a promuovere una postura professionale riflessiva.
Il gruppo di ricerca è attualmente impegnato nella validazione di un nuovo strumento per la fascia di età di giovani adulti con l’obiettivo di monitorare sul piano diacronico la maturazione dei lettori nel corso degli anni più critici, quelli in cui le indagini nazionali registrano il calo più significativo, e cercando di individuare azioni positive di contrasto al fenomeno della disaffezione nei confronti della lettura.

5. Considerazioni conclusive

Nel complesso le argomentazioni presentate in questo contributo confermano che la promozione della lettura e lo sviluppo della capacità di comprendere ciò che si legge sono due obiettivi ambiziosi, e necessari per aiutare le persone a diventare cittadini consapevoli e aperti al confronto; tuttavia dalle stesse considerazioni emerge altresì che il raggiungimento degli obiettivi tanto agognati sia possibile soprattutto facendo leva sulla sistematica alimentazione del piacere di leggere e sulla coltivazione dell’impegno nella lettura (engagement). In questo senso si è ritenuto opportuno assumere uno sguardo sistemico e diacronico, in modo da abbracciare il percorso del lettore dall’infanzia all’età in cui diventa giovane adulto, quella individuata dai dati statistici come vera e propria soglia critica, da cui ha inizio il calo della lettura. Tutto ciò non può lasciarci indifferenti, perché se la lettura non è ritenuta necessaria, non lo saranno neanche la familiarità con il libro in quanto fonte di conoscenza e neppure la capacità di comprendere testi. In questo modo corriamo il rischio di restringere quello che possiamo definire come l’ambito più stimolante, accessibile e sicuro, di cui può disporre il cittadino per sviluppare la consapevolezza di sé e delle relazioni sociali. In questo contesto assai incerto, che porta alcuni autori a problematizzare il futuro del libro e della trasmissione del sapere, richiamando anche l’idea della possibile scomparsa della civiltà del libro [Darnton 2009; {p. 183}Piper 2012], riteniamo che molto ci sia ancora da fare. Per questo appare ingiustificabile il sostanziale immobilismo che caratterizza l’individuazione di politiche attive nei confronti della lettura (ad esempio: supporto alle biblioteche scolastiche e sviluppo di spazi innovativi di prossimità in cui la lettura sia co-generatrice di progetti di ricerca, azioni civiche legate all’ambiente e al territorio, itinerari di conoscenza emotiva e benessere psico-fisico, amicizie e circoli di pensiero, produzioni artistiche condivise, performance teatrali, educazione alla genitorialità e alla comunicazione intergenerazionale). Pur apprezzando il dato positivo che vede i giovani leggere più degli adulti, occorre capire in che modo intervenire in ambito educativo e scolastico, ma anche a livello territoriale e sociale, per evitare che a partire dai 19 anni a conclusione del periodo scolastico, i comportamenti di lettura si riducano progressivamente.
A tale riguardo, il presente contributo ha messo in evidenza un’ampia gamma di traiettorie condivise connesse all’applicazione del modello integrato di educazione alle pratiche di lettura ad alta voce, che sono al centro delle attività del gruppo di ricerca di Roma Tre, Dipartimento di Scienze della Formazione. Tali traiettorie condivise a livello sistemico (micro, meso e macro) convergono nella direzione della progettazione consapevole, dell’impegno diacronico e della raccolta sistematica di evidenze empiriche. Riguardo alla dimensione multiattore, l’applicazione del modello si caratterizza per la promozione della responsabilità diffusa, per lo sviluppo del senso di appartenenza a una comunità e per l’attenzione dedicata alla ricerca partecipativa (ricerca-azione e ricerca-formazione). Le evidenze raccolte e le riflessioni sviluppate, da una parte confermano la solidità esplicativa e orientativa del modello integrato di lettura proposto e dall’altra convergono nella direzione di adottare un approccio multidimensionale e multilivello di promozione della lettura e di sviluppo del piacere di leggere; multidimensionale, ovvero in grado di progettare azioni volte a integrare il piacere di leggere e di comprendere, a mobilitare insieme le dimensioni dell’oralità, della scrittura e della multimedialità; multilivello, in quanto orientato a {p. 184}operare e cooperare tra differenti contesti, costruendo ponti e relazioni tra scuole, servizi educativi e territori [Moretti 2022] e generando retroazioni positive in grado di supportare i processi decisionali in corso a livello di macrosistema.
Note