Character skills e didattica digitale
DOI: 10.1401/9788815374615/c3
Questo impatto sulle biografie
individuali è stato l’esito di una molteplicità di eventi: e tra di essi un posto
rilevante spetta alla comunicazione mediatica e alla rappresentazione socialmente
costruita della pandemia. La classe 3, anche se minoritaria rispetto alle precedenti,
occupa questo spazio. In essa le parole ricorrenti sono: virus,
duemilaventi, telegiornali,
emergenza, chiusure,
morti, Cina,
supermercato, per citare alcune delle maggiormente
significative. Dapprima compaiono le parole che contestualizzano l’evento: il 2020
¶{p. 88}è l’anno del virus; da qui a catena discendono una serie di
conseguenze. L’informazione viene monopolizzata da questo unico tema, diventa pervasivo;
seguono le misure restrittive, le regole per il distanziamento, gli interventi del
governo nel tentativo di arginare il dilagare dell’epidemia. E poi la quotidianità di
ciascuno, fatta di vacanze mancate, di code al supermercato e misure igienico sanitarie
da osservare scrupolosamente.
Per ogni classe è possibile
osservare come si distribuiscano le parole tipiche. Attraverso la rappresentazione
grafica dei dischi di distribuzione, è possibile osservare la strettezza della relazione
delle parole tipiche della classe con quella classe; la misura che indica tale
relazione, com’è noto, è il χ2.
Relativamente alla classe 1, i
risultati sono illustrati nella figura 3.3. La rappresentazione grafica indica che la
parola associata alla classe 1 con maggiore forza è lezione,
seguita da compiti. Ciò sollecita due riflessioni: la prima
riguarda il modo in cui si riempie il tempo a casa durante la pandemia. Le lezioni a
distanza sono l’unico elemento che tiene agganciati a un mondo «quasi normale», non
perdere la scuola diventa un elemento che preserva non soltanto la propria biografia di
studente ma la propria identità. È un modo per occupare il tempo senza sprecarlo. Si fa
lezione, magari con fatica, magari male, magari anche con problemi tecnici propri e
degli insegnanti, ma intanto la si fa. E lo stesso con i compiti. Il resto del tempo si
distribuisce tra il sonno, l’alimentazione, i momenti di gioco. L’attenzione è rivolta
ai bisogni primari, dai quali sono stati improvvisamente eliminati la socialità, le
relazioni, gli affetti extrafamiliari.
La seconda riflessione riguarda
invece il significato profondo della scuola e dello studio: passato un iniziale momento
di euforia, in cui pareva che un virus temporaneo consentisse di allungare le vacanze di
carnevale, gli studenti hanno sviluppato una consapevolezza profonda e a tratti tragica
di che cosa stava accadendo nelle loro vite. Non andare a scuola, non studiare, non
imparare, non significa soltanto perdere la socialità e le proprie piacevoli abitudini,
ma fa correre il rischio di perdere un’opportunità; perdere un anno di scuola, o
completare in modo superficiale un anno ¶{p. 89}di scuola non sarà senza
conseguenze. E sebbene i nostri studenti abbiano soltanto 15 anni, la consapevolezza di
un evento fuori da loro, fuori dalla scuola, fuori dai comuni perimetri in cui ci si
muoveva si fa strada in loro e diviene un pungolo, prima per loro che non per i loro
insegnanti.
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La figura 3.4 si riferisce alla
classe 2 di significato che è stata sopra etichettata come «l’evento pandemia». In
questo contenitore troviamo tre tipi di parole tipiche: un primo gruppo di parole che
situano cronologicamente gli eventi (duemilaventi,
febbraio, marzo), un secondo gruppo che
situa spazialmente gli eventi (Italia, Cina) e
infine un gruppo che richiama il mondo della comunicazione
(notizia, telegiornali) nonché i contenuti
veicolati dai mezzi di comunicazione (emergenza,
morti, casi).
L’evento pandemia è profondamente
radicato nella memoria dei ragazzi; essi possiedono una perfetta scansione e successione
degli eventi e associano a ognuna delle fasi, anche rappresentate con toni diversi dalla
comunicazione, ¶{p. 92}gli stati d’animo che emergono nella classe 3. La
notizia del virus, la sua diffusione, la perdita di controllo e l’incapacità di arginare
un fenomeno su scala planetaria scandiscono non soltanto le tappe di un fenomeno
epidemiologico ma costituiscono il punto di svolta delle biografie adolescenziali, nelle
quali ha fatto irruzione un evento imprevedibile.
Note