La valutazione dell'esperienza duale nell'istruzione e formazione professionale
DOI: 10.1401/9788815371225/a1
Sono state realizzate
attività di monitoraggio durante l’esperienza (se sì, quali; se no,
perché)?
¶{p. 281}
Area |
Regione |
Risposte |
Citazioni |
Nord |
Piemonte |
Monitoraggio molto, attraverso
incontri sempre in azienda: il tutor formativo va in azienda già
all’inizio per la firma della convenzione e del patto formativo. Poi
una volta al mese almeno c’è il rientro formativo, dove il tutor
formativo incontra tutti i ragazzi e si condivide in quella
mattinata l’esperienza; quindi, l’esperienza di uno può essere utile
per gli altri (quello che fa, le difficoltà che incontra) [...] A
volte i nostri ragazzi si illudono anche molto, pensano che
l’azienda debba aspettarli con i tappeti rossi; invece, devono
capire che a scuola si riesce ad avere più pazienza perché è un
ambiente di crescita – talvolta anche un po’ assistenziale – quello
del lavoro invece non è assistenziale, e lì talvolta un po’ di
fatica c’è per i ragazzi. Inizialmente se vengono ripresi, non
sempre sono in grado di coglierla come possibilità di miglioramento,
ma la vedono come una critica fine a se stessa |
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Lombardia |
Sia attraverso la stesura dei
libretti di valutazione individuale sia attraverso questionari
valutativi proposti ai tutor aziendali nel corso delle fasi di
svolgimento delle attività |
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Lombardia |
I docenti pratici effettuano un
monitoraggio continuativo andando in azienda per valutare criticità,
comportamento e andamento del rapporto
allievo-azienda |
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Liguria |
Sì, monitoraggio prevalentemente
da parte nostra sulle aziende attraverso questionari. Poi noi
facciamo sempre monitoraggio anche sugli allievi, quindi questionari
che permettono poi di confrontare la valutazione reciproca. Questo
si aggiunge alle nostre valutazioni interne ma, nel particolare,
rispetto all’azienda, utilizziamo dei questionari che valutino sia
l’esperienza dell’allievo rispetto all’azienda, sia dell’azienda
rispetto alla ragazza |
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TAA |
Viene fatto tramite il tutor
aziendale e tramite il ragazzo stesso che fa un automonitoraggio del
percorso |
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Veneto |
Noi monitoriamo
sempre |
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Veneto |
C’è un tutor formativo che ha il
compito di monitorare, attraverso un colloquio con il tutor
aziendale, l’andamento delle attività dei ragazzi. Sono due i
principali monitoraggi del tutor formativo: il primo è un
monitoraggio fisico, all’interno dell’azienda, e un secondo
monitoraggio di colloquio con l’allievo in un certo momento
dell’anno scolastico per verificare che le attività vengano svolte
in maniera corretta |
||
FVG |
Sì, sì, quelle vengono fatte
sistematicamente ogni anno. C’è un reporting
che la regione richiede proprio su questo aspetto. La regione ha un
sistema suo di reporting mediante l’accesso ai
portali di contrattualistica ma, ciò detto, l’intero sistema IeFP
regionale ha l’obbligatorietà di un reporting
sistematico in itinere. Successivamente viene
fatto, a sei mesi dal termine del percorso, un monitoraggio che
tiene conto degli andamenti occupazionali del ragazzo che ne è
uscito, quindi un’analisi di quanti ragazzi rimangono dentro al
percorso. Questo aspetto è abbastanza presidiato, sia come obbligo
nostro di fornire i dati sia poi della regione di verificare. Poi,
vengono fatte anche delle indagini a campione
periodiche |
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Emilia-R. |
Sì, sistematicamente. In
alternanza scuola-lavoro, c’è il tutor che si dedica anche a questo:
a vedere le dinamiche in azienda, fa un giro di telefonate o alle
aziende o ai ragazzi per sentire come sta andando l’esperienza. Il
monitoraggio, quindi, avviene in maniera abbastanza puntuale [...]
Parlando dei progetti di Intrapresa invece, i ragazzi hanno delle
revisioni periodiche, alle volte anche ogni settimana o ogni 15
giorni, del loro progredire con il lavoro ed è l’unico modo per
rimanere sul pezzo [...] Per quanto riguarda l’apprendistato duale,
anche lì c’è il tutor scolastico che è un tutor specifico per
l’apprendistato duale e il monitoraggio avviene attraverso di lui.
Ovvio che qui è un po’ più facilitato il monitoraggio perché il
ragazzo comunque fa di media metà giornata a scuola e metà in
azienda; quindi, hai modo di vedere un po’ come sta andando in
generale |
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Emilia-R. |
Prevediamo delle valutazioni
in itinere e una finale |
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Centro |
Toscana |
Didatticamente alla fine di ogni
percorso, alla fine di ogni unità formativa viene fatto il test di
verifica |
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¶{p. 282} Marche |
Incontro con i tutor a inizio,
metà e fine anno. Cerchiamo di fare un monitoraggio alla fine del
percorso, una sorta di follow-up per vedere
quante persone a cui hanno fatto il contratto di apprendistato di
primo livello sono poi state stabilizzate con il contratto di
apprendistato di secondo livello |
||
Lazio |
Abbiamo diversi momenti di
monitoraggio: i nostri tutor formativi si recano con continuità
nelle aziende per verificare e fare il punto della situazione con il
tutor aziendale, poi abbiamo 2-3 momenti valutativi durante l’anno
con l’azienda stessa, per tenere monitorato il rapporto
azienda-ente-alunno e poi abbiamo il secondo livello di monitoraggio
con la regione |
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Lazio |
Sì, sempre, colloqui in presenza
in azienda con il tutor aziendale o con il ragazzo o tutti e due
insieme; talvolta vengono svolti anche con la famiglia se ci sono
problematiche particolari |
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Sud |
Abruzzo |
Purtroppo, questo è stato un anno
molto particolare, c’è stato il lockdown e
quindi ci siamo persi un po’ dei passaggi |
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Molise |
Sì, facciamo una valutazione
durante l’attività |
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Campania |
Noi facciamo il monitoraggio
annuale che ci chiede la regione |
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Puglia |
Sì, gestite in collaborazione con
la tutor e la collaboratrice di progetto e poi interviene anche il
valutatore con interviste e focus group con i
tutor aziendali |
||
Calabria |
Noi abbiamo come CIOFS-FP un
sistema di gestione della qualità, quindi lo stesso sistema di
gestione, che nasce come riferimento nazionale e poi viene
specializzato nei singoli territori, prevede delle valutazioni e dei
monitoraggi intermedi che poi contribuiscono a delle valutazioni
intermedie e finali [...] Quindi, per noi la valutazione è questa:
quante possibilità anche di contratto riusciamo a realizzare in una
realtà |
||
Sicilia |
È l’attività del tutor che
verifica i problemi di apprendimento, il percorso |
||
¶
Viene svolta un’attività
preliminare di orientamento, di selezione con colloqui individuali e/o familiari con
gli studenti per la creazione delle classi che sperimentano il duale? Utilizzate dei
criteri per la formazione delle classi per il duale (se sì, quali; se no,
perché)?¶{p. 284}
Area |
Regione |
Risposte |
Citazioni |
Nord |
Piemonte |
C’è sicuramente un primo momento
di orientamento per capire quali sono i loro obiettivi, capire se
sono anche in grado di gestire in maniera più autonoma la loro
formazione: il duale presuppone che abbiano la voglia di lavorare e
le competenze tecniche, ma presuppone anche che abbiano una capacità
di autoformazione, perché devono imparare anche molto
dall’esperienza che fanno e quindi devono costruirsi questo loro
sapere in maniera più autonoma [...] Non tutti sono in grado: ci
sono ragazzi che hanno bisogno invece di seguire un percorso più
classico e quindi fatto di lezioni teoriche, pratiche
[...] |
|
Lombardia |
Non vengono svolte attività di
selezione, bensì di orientamento prima rivolto al singolo allievo
nella presentazione della specifica offerta formativa, in secondo
luogo coinvolgendo la famiglia e l’allievo in funzione
dell’assunzione di responsabilità rispetto alle attività
proposte |
||
Lombardia |
Non esiste nessun sistema di
selezione nel momento dell’iscrizione, solo se c’è un numero
eccessivo di iscritti. Non ci sono criteri specifici per la
formazione delle classi del duale |
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Liguria |
Noi facciamo un orientamento e
selezione in fase di iscrizione all’IeFP, perché abbiamo sempre
molti più iscritti e quindi ci possiamo permettere una fase di
valutazione [...] noi cogliamo l’occasione durante questi colloqui
per fare anche individualmente, alle ragazze e alla famiglia, una
sorta di orientamento, cerchiamo di capire, facciamo colloqui anche
un po’ lunghi e strutturati, con l’obiettivo di acquisire ragazze
veramente motivate a quel percorso professionale. Cogliamo
l’occasione anche per consigliare, non in un processo di selezione
«cattivo» ma utile per tutti: quindi eventualmente se capiamo che
qualche ragazza può essere o dirottata su altri percorsi lo facciamo
[...] Per quello che riguarda i quarti anni, che sono quelli su cui
noi abbiamo sperimentato il duale, anche lì facciamo un lavoro di
questo tipo, con maggiore facilità perché normalmente si tratta
delle nostre allieve che hanno concluso il percorso triennale [...]
E facciamo anche colloqui sull’altro progetto che utilizziamo che è
quello anti-dispersione, che coinvolge persone che vengono da fuori
e che possiamo aiutare magari inserendole in parte nei percorsi
esistenti, ma poi aiutandole nel percorso di
formazione |
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TAA |
Viene fatto un colloquio
motivazionale al futuro apprendista anche da parte delle
aziende |
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Veneto |
Comunicazione promozionale, più
che orientamento |
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Veneto |
Vengono svolti
tre colloqui per gli studenti all’interno delle nostre strutture: il
primo colloquio è con il direttore generale (direttore della Casa
salesiana), un secondo colloquio viene svolto o con un animatore
pastorale o con il direttore della scuola professionale e il terzo
colloquio con il coordinatore. All’interno di essi c’è uno scambio
di informazioni e c’è la proposta, a seconda della valutazione
preliminare dell’allievo, dell’eventuale inserimento all’interno di
un sistema duale. Il ragazzo e la famiglia vengono indirizzati, a
seconda delle capacità del ragazzo, o a un sistema tradizionale o a
uno duale [...] Per il triennio ci basiamo soprattutto sul colloquio
e sulle pagelle fornite dalle scuole medie, invece, per il quarto
anno del sistema duale guardiamo i classici parametri ovvero
condotta, voto medio delle competenze tecniche acquisite nell’ultimo
anno da parte dell’allievo, il voto di uscita del ragazzo e il
colloquio con il referente del sistema duale. Il referente assegna
un punteggio in base all’attitudine e preparazione per entrare nel
mondo del lavoro |
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¶{p. 285} FVG |
Noi abbiamo orientatori psicologi
in ogni centro che hanno proprio l’obiettivo di capire la tipologia
di persone, quindi valutare non solo se sono in grado o meno di
essere inserite in un percorso duale, ma anche di generare eventuale
conflittualità (perché magari hanno delle caratteristiche
particolari), oppure se vi sono delle situazioni di difficoltà [...]
In ingresso viene fatto un orientamento fin dal primo anno. Rispetto
al tema del duale, visto che intercettiamo anche ragazzi
drop-out e abbiamo quindi una certa varietà
di età dei ragazzi in ingresso, vengono costituite delle classi
tendenzialmente dove il ragazzo magari è un po’ più grande, quindi
ha maggior facilità a reggere poi il percorso in azienda; con un
ragazzo troppo piccolo, il quindicenne, è difficile. Quindi le
classi vengono costruite con un criterio e viene anche definito già
fin dall’inizio, in orientamento, che quella classe avrà un percorso
– non il primo anno perché è parallelo – dal secondo anno in avanti
con una curvatura duale. Questo è già chiaro in fase di colloquio
all’inizio, perché incontriamo ogni ragazzo con la famiglia e li
informiamo, non c’è semplicemente un’iscrizione del ragazzo ed è
«immesso in una classe». Dal mese di luglio fino ai primi di
settembre incontriamo tutti i ragazzi che si iscrivono e le loro
famiglie e in quell’occasione c’è il c.d. colloquio di orientamento,
che non è un colloquio di selezione |
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Emilia-R. |
Abbiamo sempre fatto un test
d’ingresso e un colloquio motivazionale |
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Emilia-R. |
Non vengono svolte attività di
orientamento particolari [...] Il criterio con cui formiamo le
classi è semplicemente un ordine cronologico di arrivo della domanda
di iscrizione |
||
Centro |
Toscana |
Vengono fatti prima di tutto degli
open-day, quindi orientamento di gruppo.
Poi viene fatto orientamento, famiglia per famiglia (ogni famiglia
viene, spesso anche accompagnata dai nonni, la cui presenza è
talvolta giustificata dall’assenza dei genitori), viene spiegato
tutto il percorso, varie volte. Poi ci telefonano quando hanno dei
dubbi. Quindi l’orientamento è una fase abbastanza complessa, prima
di gruppo, poi individuale, poi al telefono, in tutte le forme [...]
Poi c’è la costituzione del gruppo d’aula e lì interviene il tutor,
cioè dall’orientatore la palla passa in mano al tutor. Il tutor a
quel punto cerca di capire chi ha in classe, come gestire i ragazzi,
che problematiche ci sono, se ci sono degli elementi di forza e di
debolezza, cerca insomma di facilitare la costituzione del gruppo
d’aula |
|
¶{p. 286} Marche |
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Lazio |
Viene fatta con i nostri allievi
presentando questa nuova possibilità di quarto anno, informando su
cosa comporta e che implicazioni ha [...] tutto ciò viene presentato
ai ragazzi ma anche ai genitori, alle famiglie. Noi abbiamo meno
corsi di quarto anno rispetto al numero di corsi triennali, quindi
abbiamo la necessità di fare una qualche selezione. La fase di
orientamento viene fatta anche con questo fine, per informare bene
sulla proposta che facciamo, che vincoli e che obblighi ha, che tipo
di aspettative |
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Lazio |
Viene svolto un incontro/colloquio
con il ragazzo e la famiglia. Non c’è un vero e proprio criterio
(tranne quello meritocratico) in quanto i numeri non sono
eccessivi |
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Sud |
Abruzzo |
In realtà non abbiamo fatto
selezione perché raccogliamo sostanzialmente tutti quei ragazzi che
escono dai nostri trienni; quindi, in possesso della qualifica
professionale [...] avevamo poca utenza da cui attingere, e di
conseguenza la selezione non è stata necessaria, tantomeno
l’orientamento |
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Molise |
No, non facciamo selezione, nel
senso che tendenzialmente abbiamo gli iscritti ma non ci sono le
condizioni per fare una selezione |
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Campania |
Abbiamo fatto una grande attività
di orientamento, sia presso le scuole del territorio, per
informarle, sia in intesa coi servizi sociali: noi lavoriamo molto
coi servizi sociali, perché tutti i nostri ragazzini non vanno più a
scuola e sono quasi tutti in affidamento ai servizi
sociali |
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Puglia |
Abbiamo avuto più candidature del
numero previsto e quindi abbiamo selezionato basandoci sulla
motivazione e capacità di tenuta del percorso |
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{p. 287} Calabria |
Per quanto riguarda un territorio
come quello calabrese, prima di preoccuparci di orientamento (che
comunque viene realizzato: l’orientamento e l’accompagnamento al
lavoro è un’attività che noi non trascuriamo mai)... è vero che non
si può parlare di attività di selezione. La nostra preoccupazione è
di accompagnare alla conclusione del percorso, nonostante tutte le
difficoltà, gli allievi che abbiamo come
destinatari |
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Sicilia |
Se parlassimo di orientamento
pre-scolastico, prima di iniziare il percorso IeFP sì, si fa, ma per
pubblicizzare i corsi. Non è un vero e proprio orientamento. Se
invece ragionassimo secondo la logica della domanda, no, perché
l’orientamento non si può più fare da quando il Miur ti permette di
iscriverti alla piattaforma [...] Alla scuola media, se tu chiami il
1° febbraio quando mediamente sei già lì sul portale per fare
l’iscrizione online, ti dicono che i loro ragazzi sono tutti
iscritti. Cioè, il loro lavoro si è svolto dal 1° dicembre al 31
gennaio, fine, non devono fare più niente, come se tu a 13 anni dal
1° di febbraio al 30 giugno non possa cambiare idea, cosa che
succede nei nostri ragazzi almeno 6 volte in questi mesi. Loro si
infastidiscono: se tu li chiami e provi ad andare nelle scuole a
fare orientamento a marzo, loro ti dicono di no |
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