Ludovico Albert, Daniele Marini (a cura di)
La valutazione dell'esperienza duale nell'istruzione e formazione professionale
DOI: 10.1401/9788815371225/a1
Sono state realizzate attività di monitoraggio durante l’esperienza (se sì, quali; se no, perché)?
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Area
Regione
Risposte
Citazioni
Nord
Piemonte
Monitoraggio molto, attraverso incontri sempre in azienda: il tutor formativo va in azienda già all’inizio per la firma della convenzione e del patto formativo. Poi una volta al mese almeno c’è il rientro formativo, dove il tutor formativo incontra tutti i ragazzi e si condivide in quella mattinata l’esperienza; quindi, l’esperienza di uno può essere utile per gli altri (quello che fa, le difficoltà che incontra) [...] A volte i nostri ragazzi si illudono anche molto, pensano che l’azienda debba aspettarli con i tappeti rossi; invece, devono capire che a scuola si riesce ad avere più pazienza perché è un ambiente di crescita – talvolta anche un po’ assistenziale – quello del lavoro invece non è assistenziale, e lì talvolta un po’ di fatica c’è per i ragazzi. Inizialmente se vengono ripresi, non sempre sono in grado di coglierla come possibilità di miglioramento, ma la vedono come una critica fine a se stessa
Lombardia
Sia attraverso la stesura dei libretti di valutazione individuale sia attraverso questionari valutativi proposti ai tutor aziendali nel corso delle fasi di svolgimento delle attività
Lombardia
I docenti pratici effettuano un monitoraggio continuativo andando in azienda per valutare criticità, comportamento e andamento del rapporto allievo-azienda
Liguria
Sì, monitoraggio prevalentemente da parte nostra sulle aziende attraverso questionari. Poi noi facciamo sempre monitoraggio anche sugli allievi, quindi questionari che permettono poi di confrontare la valutazione reciproca. Questo si aggiunge alle nostre valutazioni interne ma, nel particolare, rispetto all’azienda, utilizziamo dei questionari che valutino sia l’esperienza dell’allievo rispetto all’azienda, sia dell’azienda rispetto alla ragazza
TAA
Viene fatto tramite il tutor aziendale e tramite il ragazzo stesso che fa un automonitoraggio del percorso
Veneto
Noi monitoriamo sempre
Veneto
C’è un tutor formativo che ha il compito di monitorare, attraverso un colloquio con il tutor aziendale, l’andamento delle attività dei ragazzi. Sono due i principali monitoraggi del tutor formativo: il primo è un monitoraggio fisico, all’interno dell’azienda, e un secondo monitoraggio di colloquio con l’allievo in un certo momento dell’anno scolastico per verificare che le attività vengano svolte in maniera corretta
FVG
Sì, sì, quelle vengono fatte sistematicamente ogni anno. C’è un reporting che la regione richiede proprio su questo aspetto. La regione ha un sistema suo di reporting mediante l’accesso ai portali di contrattualistica ma, ciò detto, l’intero sistema IeFP regionale ha l’obbligatorietà di un reporting sistematico in itinere. Successivamente viene fatto, a sei mesi dal termine del percorso, un monitoraggio che tiene conto degli andamenti occupazionali del ragazzo che ne è uscito, quindi un’analisi di quanti ragazzi rimangono dentro al percorso. Questo aspetto è abbastanza presidiato, sia come obbligo nostro di fornire i dati sia poi della regione di verificare. Poi, vengono fatte anche delle indagini a campione periodiche
Emilia-R.
Sì, sistematicamente. In alternanza scuola-lavoro, c’è il tutor che si dedica anche a questo: a vedere le dinamiche in azienda, fa un giro di telefonate o alle aziende o ai ragazzi per sentire come sta andando l’esperienza. Il monitoraggio, quindi, avviene in maniera abbastanza puntuale [...] Parlando dei progetti di Intrapresa invece, i ragazzi hanno delle revisioni periodiche, alle volte anche ogni settimana o ogni 15 giorni, del loro progredire con il lavoro ed è l’unico modo per rimanere sul pezzo [...] Per quanto riguarda l’apprendistato duale, anche lì c’è il tutor scolastico che è un tutor specifico per l’apprendistato duale e il monitoraggio avviene attraverso di lui. Ovvio che qui è un po’ più facilitato il monitoraggio perché il ragazzo comunque fa di media metà giornata a scuola e metà in azienda; quindi, hai modo di vedere un po’ come sta andando in generale
Emilia-R.
Prevediamo delle valutazioni in itinere e una finale
Centro
Toscana
Didatticamente alla fine di ogni percorso, alla fine di ogni unità formativa viene fatto il test di verifica
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Marche
Incontro con i tutor a inizio, metà e fine anno. Cerchiamo di fare un monitoraggio alla fine del percorso, una sorta di follow-up per vedere quante persone a cui hanno fatto il contratto di apprendistato di primo livello sono poi state stabilizzate con il contratto di apprendistato di secondo livello
Lazio
Abbiamo diversi momenti di monitoraggio: i nostri tutor formativi si recano con continuità nelle aziende per verificare e fare il punto della situazione con il tutor aziendale, poi abbiamo 2-3 momenti valutativi durante l’anno con l’azienda stessa, per tenere monitorato il rapporto azienda-ente-alunno e poi abbiamo il secondo livello di monitoraggio con la regione
Lazio
Sì, sempre, colloqui in presenza in azienda con il tutor aziendale o con il ragazzo o tutti e due insieme; talvolta vengono svolti anche con la famiglia se ci sono problematiche particolari
Sud
Abruzzo
Purtroppo, questo è stato un anno molto particolare, c’è stato il lockdown e quindi ci siamo persi un po’ dei passaggi
Molise
Sì, facciamo una valutazione durante l’attività
Campania
Noi facciamo il monitoraggio annuale che ci chiede la regione
Puglia
Sì, gestite in collaborazione con la tutor e la collaboratrice di progetto e poi interviene anche il valutatore con interviste e focus group con i tutor aziendali
Calabria
Noi abbiamo come CIOFS-FP un sistema di gestione della qualità, quindi lo stesso sistema di gestione, che nasce come riferimento nazionale e poi viene specializzato nei singoli territori, prevede delle valutazioni e dei monitoraggi intermedi che poi contribuiscono a delle valutazioni intermedie e finali [...] Quindi, per noi la valutazione è questa: quante possibilità anche di contratto riusciamo a realizzare in una realtà
Sicilia
È l’attività del tutor che verifica i problemi di apprendimento, il percorso
 
 
 
 
Viene svolta un’attività preliminare di orientamento, di selezione con colloqui individuali e/o familiari con gli studenti per la creazione delle classi che sperimentano il duale? Utilizzate dei criteri per la formazione delle classi per il duale (se sì, quali; se no, perché)?{p. 284}
Area
Regione
Risposte
Citazioni
Nord
Piemonte
C’è sicuramente un primo momento di orientamento per capire quali sono i loro obiettivi, capire se sono anche in grado di gestire in maniera più autonoma la loro formazione: il duale presuppone che abbiano la voglia di lavorare e le competenze tecniche, ma presuppone anche che abbiano una capacità di autoformazione, perché devono imparare anche molto dall’esperienza che fanno e quindi devono costruirsi questo loro sapere in maniera più autonoma [...] Non tutti sono in grado: ci sono ragazzi che hanno bisogno invece di seguire un percorso più classico e quindi fatto di lezioni teoriche, pratiche [...]
Lombardia
Non vengono svolte attività di selezione, bensì di orientamento prima rivolto al singolo allievo nella presentazione della specifica offerta formativa, in secondo luogo coinvolgendo la famiglia e l’allievo in funzione dell’assunzione di responsabilità rispetto alle attività proposte
Lombardia
Non esiste nessun sistema di selezione nel momento dell’iscrizione, solo se c’è un numero eccessivo di iscritti. Non ci sono criteri specifici per la formazione delle classi del duale
Liguria
Noi facciamo un orientamento e selezione in fase di iscrizione all’IeFP, perché abbiamo sempre molti più iscritti e quindi ci possiamo permettere una fase di valutazione [...] noi cogliamo l’occasione durante questi colloqui per fare anche individualmente, alle ragazze e alla famiglia, una sorta di orientamento, cerchiamo di capire, facciamo colloqui anche un po’ lunghi e strutturati, con l’obiettivo di acquisire ragazze veramente motivate a quel percorso professionale. Cogliamo l’occasione anche per consigliare, non in un processo di selezione «cattivo» ma utile per tutti: quindi eventualmente se capiamo che qualche ragazza può essere o dirottata su altri percorsi lo facciamo [...] Per quello che riguarda i quarti anni, che sono quelli su cui noi abbiamo sperimentato il duale, anche lì facciamo un lavoro di questo tipo, con maggiore facilità perché normalmente si tratta delle nostre allieve che hanno concluso il percorso triennale [...] E facciamo anche colloqui sull’altro progetto che utilizziamo che è quello anti-dispersione, che coinvolge persone che vengono da fuori e che possiamo aiutare magari inserendole in parte nei percorsi esistenti, ma poi aiutandole nel percorso di formazione
TAA
Viene fatto un colloquio motivazionale al futuro apprendista anche da parte delle aziende
Veneto
Comunicazione promozionale, più che orientamento
Veneto
Vengono svolti tre colloqui per gli studenti all’interno delle nostre strutture: il primo colloquio è con il direttore generale (direttore della Casa salesiana), un secondo colloquio viene svolto o con un animatore pastorale o con il direttore della scuola professionale e il terzo colloquio con il coordinatore. All’interno di essi c’è uno scambio di informazioni e c’è la proposta, a seconda della valutazione preliminare dell’allievo, dell’eventuale inserimento all’interno di un sistema duale. Il ragazzo e la famiglia vengono indirizzati, a seconda delle capacità del ragazzo, o a un sistema tradizionale o a uno duale [...] Per il triennio ci basiamo soprattutto sul colloquio e sulle pagelle fornite dalle scuole medie, invece, per il quarto anno del sistema duale guardiamo i classici parametri ovvero condotta, voto medio delle competenze tecniche acquisite nell’ultimo anno da parte dell’allievo, il voto di uscita del ragazzo e il colloquio con il referente del sistema duale. Il referente assegna un punteggio in base all’attitudine e preparazione per entrare nel mondo del lavoro
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FVG
Noi abbiamo orientatori psicologi in ogni centro che hanno proprio l’obiettivo di capire la tipologia di persone, quindi valutare non solo se sono in grado o meno di essere inserite in un percorso duale, ma anche di generare eventuale conflittualità (perché magari hanno delle caratteristiche particolari), oppure se vi sono delle situazioni di difficoltà [...] In ingresso viene fatto un orientamento fin dal primo anno. Rispetto al tema del duale, visto che intercettiamo anche ragazzi drop-out e abbiamo quindi una certa varietà di età dei ragazzi in ingresso, vengono costituite delle classi tendenzialmente dove il ragazzo magari è un po’ più grande, quindi ha maggior facilità a reggere poi il percorso in azienda; con un ragazzo troppo piccolo, il quindicenne, è difficile. Quindi le classi vengono costruite con un criterio e viene anche definito già fin dall’inizio, in orientamento, che quella classe avrà un percorso – non il primo anno perché è parallelo – dal secondo anno in avanti con una curvatura duale. Questo è già chiaro in fase di colloquio all’inizio, perché incontriamo ogni ragazzo con la famiglia e li informiamo, non c’è semplicemente un’iscrizione del ragazzo ed è «immesso in una classe». Dal mese di luglio fino ai primi di settembre incontriamo tutti i ragazzi che si iscrivono e le loro famiglie e in quell’occasione c’è il c.d. colloquio di orientamento, che non è un colloquio di selezione
Emilia-R.
Abbiamo sempre fatto un test d’ingresso e un colloquio motivazionale
Emilia-R.
Non vengono svolte attività di orientamento particolari [...] Il criterio con cui formiamo le classi è semplicemente un ordine cronologico di arrivo della domanda di iscrizione
Centro
Toscana
Vengono fatti prima di tutto degli open-day, quindi orientamento di gruppo. Poi viene fatto orientamento, famiglia per famiglia (ogni famiglia viene, spesso anche accompagnata dai nonni, la cui presenza è talvolta giustificata dall’assenza dei genitori), viene spiegato tutto il percorso, varie volte. Poi ci telefonano quando hanno dei dubbi. Quindi l’orientamento è una fase abbastanza complessa, prima di gruppo, poi individuale, poi al telefono, in tutte le forme [...] Poi c’è la costituzione del gruppo d’aula e lì interviene il tutor, cioè dall’orientatore la palla passa in mano al tutor. Il tutor a quel punto cerca di capire chi ha in classe, come gestire i ragazzi, che problematiche ci sono, se ci sono degli elementi di forza e di debolezza, cerca insomma di facilitare la costituzione del gruppo d’aula
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Marche
Lazio
Viene fatta con i nostri allievi presentando questa nuova possibilità di quarto anno, informando su cosa comporta e che implicazioni ha [...] tutto ciò viene presentato ai ragazzi ma anche ai genitori, alle famiglie. Noi abbiamo meno corsi di quarto anno rispetto al numero di corsi triennali, quindi abbiamo la necessità di fare una qualche selezione. La fase di orientamento viene fatta anche con questo fine, per informare bene sulla proposta che facciamo, che vincoli e che obblighi ha, che tipo di aspettative
Lazio
Viene svolto un incontro/colloquio con il ragazzo e la famiglia. Non c’è un vero e proprio criterio (tranne quello meritocratico) in quanto i numeri non sono eccessivi
Sud
Abruzzo
In realtà non abbiamo fatto selezione perché raccogliamo sostanzialmente tutti quei ragazzi che escono dai nostri trienni; quindi, in possesso della qualifica professionale [...] avevamo poca utenza da cui attingere, e di conseguenza la selezione non è stata necessaria, tantomeno l’orientamento
Molise
No, non facciamo selezione, nel senso che tendenzialmente abbiamo gli iscritti ma non ci sono le condizioni per fare una selezione
Campania
Abbiamo fatto una grande attività di orientamento, sia presso le scuole del territorio, per informarle, sia in intesa coi servizi sociali: noi lavoriamo molto coi servizi sociali, perché tutti i nostri ragazzini non vanno più a scuola e sono quasi tutti in affidamento ai servizi sociali
Puglia
Abbiamo avuto più candidature del numero previsto e quindi abbiamo selezionato basandoci sulla motivazione e capacità di tenuta del percorso
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Calabria
Per quanto riguarda un territorio come quello calabrese, prima di preoccuparci di orientamento (che comunque viene realizzato: l’orientamento e l’accompagnamento al lavoro è un’attività che noi non trascuriamo mai)... è vero che non si può parlare di attività di selezione. La nostra preoccupazione è di accompagnare alla conclusione del percorso, nonostante tutte le difficoltà, gli allievi che abbiamo come destinatari
Sicilia
Se parlassimo di orientamento pre-scolastico, prima di iniziare il percorso IeFP sì, si fa, ma per pubblicizzare i corsi. Non è un vero e proprio orientamento. Se invece ragionassimo secondo la logica della domanda, no, perché l’orientamento non si può più fare da quando il Miur ti permette di iscriverti alla piattaforma [...] Alla scuola media, se tu chiami il 1° febbraio quando mediamente sei già lì sul portale per fare l’iscrizione online, ti dicono che i loro ragazzi sono tutti iscritti. Cioè, il loro lavoro si è svolto dal 1° dicembre al 31 gennaio, fine, non devono fare più niente, come se tu a 13 anni dal 1° di febbraio al 30 giugno non possa cambiare idea, cosa che succede nei nostri ragazzi almeno 6 volte in questi mesi. Loro si infastidiscono: se tu li chiami e provi ad andare nelle scuole a fare orientamento a marzo, loro ti dicono di no