Ludovico Albert, Daniele Marini (a cura di)
La valutazione dell'esperienza duale nell'istruzione e formazione professionale
DOI: 10.1401/9788815371225/a1
Se hanno pesato sia input interni che esterni, quale dei due ha avuto un maggior rilievo?{p. 228}
Area
Regione
Risposte
Citazioni
Nord
Piemonte
Esterni (territorio)
Lombardia
Interni (offerta formativa)
Liguria
Esterni (imprese)
TAA
Esterni (risorse)
Veneto
Esterni (risorse)
Veneto
Mix
FVG
Esterni (risorse)
Emilia-R.
Mix
Emilia-R.
Esterni (risorse)
Centro
Toscana
Interni (sostenibilità economica)
Marche
Esterni (imprese e finanziamenti)
Lazio
Interni (offerta formativa)
Lazio
Mix
Sud
Abruzzo
Esterni
Molise
Esterni (imprese)
Campania
Interno (soggettivo)
Puglia
Esterni (risorse)
Calabria
Esterni (risorse)
Sicilia
Esterni (risorse)
 
 
 
 
Raccontare qual è (o sono) le esperienze didattiche legate al duale ritenute innovative, in cosa consistono?{p. 229}
Area
Regione
Risposte
Citazioni
Nord
Piemonte
1° anno: Impresa formativa simulata (quasi la metà del percorso)
2°-3° anno: alternanza
Altre attività importanti che abbiamo cercato di attivare in questi anni sono: realizzare contatti col territorio e aderire a determinati progetti [...] abbiamo partecipato a concorsi, manifestazioni, cercando di creare rete con il territorio e di farsi conoscere, avere e fare delle esperienze in questo settore [...] il fatto di poter già al secondo anno fare questa esperienza di alternanza per i ragazzi è anche un ripensare alla loro scelta. Già qualcuno in seconda ripensa al percorso, e magari scopre che non era proprio quello che pensava. Quindi è anche un modo per rendere più sicuri i ragazzi e portarli al successo formativo, forse non era ciò che si voleva fare ma esiste un percorso più ampio per misurarsi con la realtà. Un’altra cosa molto importante di questo tipo di percorsi è che aprono le porte a un discorso di assunzione, di apprendistato di primo livello
Lombardia
Alternanza scuola-lavoro
Lombardia
Esperienza duale
I ragazzi che hanno fatto l’esperienza del duale sono quelli che hanno dato i risultati migliori agli esami, rispetto a una rappresentazione generale di minor preparazione. La nostra didattica è propedeutica alla sperimentazione duale, noi non affidiamo ai nostri insegnanti (come invece avviene nella scuola tradizionale) un insegnamento a sé stante, noi abbiamo programmato tutta l’attività didattica suddividendola in moduli, in ciascuno di essi c’è il riferimento a specifiche competenze che a loro volta hanno come contenuto anche conoscenze di tipo teorico. Gli insegnamenti sono indirizzati a specifiche competenze e specifiche situazioni lavorative, gli insegnamenti sono costruiti in una logica interdisciplinare
Liguria
Sulla formazione apprendistato sono molto critica, sono moduli che spesso diventano delle perdite di tempo per l’apprendista e per l’impresa, così perdono tempo tutti. La formazione apprendistato, quella tradizionale con moduli, lingua inglese e italiano per stranieri a volte può essere utile, diversamente rischia di scontentare tutti: l’impresa a cui porti via l’apprendista, l’apprendista che non ha assolutamente voglia di tornare sul banco, quindi andrebbe un po’ ripensato [...]. Qualche volta abbiamo cercato di portare in azienda anche i docenti di teoria che fanno aula, con una sorta di «co-docenza» in modo che anche loro capiscano che nell’interfacciarsi con l’azienda (le nostre sono aziende piccole) anche la teoria acquisisce valore. Questo anche per le materie più tradizionali. Anche nel quarto anno facciamo queste esperienze di co-docenza e credo che questa sia l’esperienza più innovativa [...] con l’uso dei tutorial
TAA
Esperienza duale
La scuola non è più scuola, ma un luogo di formazione e i rapporti che si instaurano tra allievi e docenti è totalmente stravolto, quando la sperimentazione avviene all’interno della scuola; lo stesso capita quando ci si sposta in azienda, non è più uno stage, ma un vero e proprio lavoro
Veneto
Esperienza duale
Compiti di realtà
Impresa simulata
L’aspetto innovativo è in parte quello di trovare dei nuovi modi, più efficaci e innovativi di comunicare con le aziende. Quindi tutta la dimensione della costruzione di compiti operativi, valutabili più facilmente dall’azienda: andare e proporre all’azienda la competenza diventa più difficile così come per l’azienda proporla allo studente e/o all’apprendista, se invece si declina la competenza in termini di compiti operativi, l’azienda può comprenderli, condividerli e valutarli. Quindi aver avuto un’opportunità di vicinanza con le aziende, di dialogo e di co-progettazione e di co-valutazione che prima con il solo rapporto di stage classico era più difficile attuare
{p. 230}
Veneto
Impresa simulata, con impresa madrina
FVG
Esperienza duale
L’azienda-formatrice deve essere in grado di far raggiungere al ragazzo delle competenze [...]. Quindi c’è una parte di formazione per l’azienda e di capacità di avere dei ritorni sul livello raggiunto dal ragazzo, per poter poi fare una valutazione che sia coerente. E la valutazione sulle tecniche professionali non è più per voti ma per raggiungimento o meno del livello delle competenze prefissato
Emilia-R.
1. Alternanza scuola-lavoro
2. Intrapresa (impresa simulata)
3. Apprendistato duale
1. Questa è un’esperienza sicuramente significativa, seppur ancor acerba, anche per le aziende. Ad esempio, quest’anno sto cercando di portare avanti con i ragazzi di quarta dei project-work, dei progetti che coinvolgono una realtà esterna che ci ha dato una commessa, allora ai ragazzi ho detto: «Mentre siete in azienda, visto che parliamo di stampa, cercate di capire quale potrebbe essere il modo migliore per gestire il vostro progetto». A un’azienda ho provato a far cenno di questa cosa e sembrava che stessimo andando a fare spionaggio industriale; quindi, c’è ancora molta strada da fare da questo punto di vista. Però diciamo che si sta muovendo qualcosa.
2. Simulimpresa dove si affida una commessa vera e propria e così diventa un progetto interdisciplinare per tutto l’anno, si conclude sempre con un evento finale in cui c’è una giuria composta da aziende.
3. Abbiamo avuto delle singole esperienze, quindi non classi intere ma esperienze singole, anche abbastanza significative, che abbiamo portato avanti anche su livelli alti, con i corsi IFTS per esempio
Emilia-R.
Esperienza duale (4° anno)
{p. 231}
Centro
Toscana
Esperienza duale
Noi abbiamo aggiornato questa figura professionale nazionale con queste competenze aggiuntive e adesso siamo al terzo anno di questo corso. I ragazzi sono circa una decina, sono molto contenti. Però questa possibilità che ci è stata data nella prima progettazione poi non è stata più possibile nelle successive. Quindi gli altri anni ci siamo dovuti adeguare ai profili nazionali, che non sempre hanno quella adeguatezza tecnologica di processo che serve a essere conformi allo sviluppo del mondo del lavoro. Quindi l’esperienza più innovativa è sicuramente quella del corso di meccanico-robotico. La bandistica regionale non ha più permesso l’inserimento di competenze e conoscenze aggiuntive. Ti dice: «devi progettare assolutamente dentro i parametri e dentro le coordinate che ti dà il profilo nazionale, non puoi fare altro». Questo è un peccato, perché l’evoluzione e la reingegnerizzazione dei processi lavorativi è talmente veloce che rischiamo di fare didattica che non sia all’altezza dell’evoluzione tecnologica
Marche
Impresa formativa simulata (calzatura Nero Giardini)
Impresa formativa reale (piegatura lamiera 3L)
Lazio
Esperienza duale (4° anno). NB: Prime esperienze nel triennio
La scuola deve necessariamente collaborare in maniera corresponsabile con le aziende, che non diventano più dei luoghi ospitanti gli stagisti come avviene nei percorsi triennali, ma diventano corresponsabili del percorso di formazione dei ragazzi con progettazione degli obiettivi formativi da raggiungere con piena responsabilità formativa
Lazio
{p. 232}
Sud
Abruzzo
1° anno: impresa formativa simulata, con aziende madrine e poi tirocinio orientativo in azienda
4° anno: alternanza rafforzata
Molise
Laboratori protetti
Il primo anno di fatto i ragazzi non vanno in azienda, non abbiamo neanche attivato i rapporti di apprendistato di primo livello. Sono dei laboratori in preparazione all’ingresso in azienda al secondo e terzo anno. Di fatto abbiamo messo su una serie di attività in cui i ragazzi imparano a ragionare. I docenti li accompagnano nelle scoperte, quindi fanno un passo indietro: sono dei consulenti, dei tutor, dei docenti, e quindi i ragazzi imparano, ragionano per cercare soluzioni ai problemi che i docenti pongono, quindi imparano anche dai loro errori. Nei laboratori non ci interessa tanto portare a compimento il prodotto, ma soprattutto ci interessano le scoperte che i ragazzi fanno durante l’attività. Quindi è un modo per aiutarli a sviluppare una serie di skills trasversali che poi servono al mondo del lavoro [...] l’altra cosa interessante è che vede i docenti collaborare insieme, perché i laboratori sono organizzati da un gruppo di docenti [...] Il lavoro è condotto dai ragazzi, per cui anche sui tempi li aspettiamo: abbiamo pensato di fare un tipo di lavoro in cui loro possono essere protagonisti al 100%, quindi i ragazzi scoprono le loro risorse ma anche noi li scopriamo e li aiutiamo a ragionare
Campania
Apprendistato in chiave duale (vinto premio con ambasciata tedesca)
Puglia
Alternanza rafforzata
Apprendistato
{p. 233}
Calabria
Laboratori protetti
L’esperienza formativa si è radicata maggiormente alle esigenze del mondo produttivo. In secondo luogo, si sono sicuramente dovuti impostare i laboratori, in alcuni casi la parte che veniva svolta in laboratori interni al CFP è stata completamente spostata all’esterno, all’interno di un piano formativo condiviso
Sicilia
Compiti di realtà
I ragazzi diventano protagonisti dell’attività formativa, si lavora per progetto, per obiettivi, c’è una grossa cooperazione fra il gruppo docenti: ecco che in questo caso assolutamente sì, abbiamo coinvolto il gruppo docenti nella microprogettazione. Abbiamo presentato loro una macroprogettazione che sostanzialmente è calata dal management aziendale, dal progettista, dal coordinatore didattico in generale [...] nel secondo anno dell’elettrico i ragazzi fanno progettazione e posa in opera di un quadro elettrico: il progetto è chiaramente nel pratico; quindi, diamo prima la parola nel consiglio di classe al pratico, al docente in laboratorio, il quale racconta le fasi del progetto. All’interno di quello, tutti gli altri assi culturali, con i vari moduli (linguistico, scientifico-matematico) si infilano dando il contributo che il docente sceglie. Ad esempio, se il docente deve fare 10 ore, per 5 ore partecipa al progetto trasversale che coinvolge tutti gli assi culturali, per le altre 5 darà altri compiti di realtà monoasse (della singola materia), sviluppando il suo programma all’interno di un progetto. Questo ha portato al fatto che i ragazzi hanno constatato l’affiatamento fra i docenti [...] Ciò significa che il famoso portfolio che facciamo fare ai bambini a scuola, dovremo produrlo con le certificazioni delle competenze che abbiamo difficoltà a elaborare, perché siamo scuola di serie B. Invece, in questo modo, le materie considerate inutili dai ragazzi diventano anch’esse protagoniste [...] Lo abbiamo fatto online, però l’anno scorso venivamo da 6 mesi in presenza, mentre quest’anno siamo partiti quasi subito dopo un mese con la DAD e l’empatia manca, i primi anni non sono sempre scolarizzati, facciamo fatica. Perché il target nostro è quello che è. I ragazzi che non vogliono più andare a scuola li raccogliamo tutti noi