La valutazione dell'esperienza duale nell'istruzione e formazione professionale
DOI: 10.1401/9788815371225/a1
¶
Se hanno pesato sia input
interni che esterni, quale dei due ha avuto un maggior
rilievo?¶{p. 228}
Area |
Regione |
Risposte |
Citazioni |
Nord |
Piemonte |
Esterni
(territorio) |
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Lombardia |
Interni (offerta
formativa) |
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Liguria |
Esterni
(imprese) |
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TAA |
Esterni
(risorse) |
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Veneto |
Esterni
(risorse) |
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Veneto |
Mix |
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FVG |
Esterni
(risorse) |
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Emilia-R. |
Mix |
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Emilia-R. |
Esterni
(risorse) |
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Centro |
Toscana |
Interni (sostenibilità
economica) |
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Marche |
Esterni (imprese e
finanziamenti) |
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Lazio |
Interni (offerta
formativa) |
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Lazio |
Mix |
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Sud |
Abruzzo |
Esterni |
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Molise |
Esterni
(imprese) |
||
Campania |
Interno
(soggettivo) |
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Puglia |
Esterni
(risorse) |
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Calabria |
Esterni
(risorse) |
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Sicilia |
Esterni
(risorse) |
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Raccontare qual è (o
sono) le esperienze didattiche legate al duale ritenute innovative, in cosa
consistono?¶{p. 229}
Area |
Regione |
Risposte |
Citazioni |
Nord |
Piemonte |
1° anno: Impresa formativa
simulata (quasi la metà del percorso) 2°-3° anno:
alternanza |
Altre attività importanti che
abbiamo cercato di attivare in questi anni sono: realizzare contatti
col territorio e aderire a determinati progetti [...] abbiamo
partecipato a concorsi, manifestazioni, cercando di creare rete con
il territorio e di farsi conoscere, avere e fare delle esperienze in
questo settore [...] il fatto di poter già al secondo anno fare
questa esperienza di alternanza per i ragazzi è anche un ripensare
alla loro scelta. Già qualcuno in seconda ripensa al percorso, e
magari scopre che non era proprio quello che pensava. Quindi è anche
un modo per rendere più sicuri i ragazzi e portarli al successo
formativo, forse non era ciò che si voleva fare ma esiste un
percorso più ampio per misurarsi con la realtà. Un’altra cosa molto
importante di questo tipo di percorsi è che aprono le porte a un
discorso di assunzione, di apprendistato di primo
livello |
Lombardia |
Alternanza
scuola-lavoro |
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Lombardia |
Esperienza duale |
I ragazzi che hanno fatto
l’esperienza del duale sono quelli che hanno dato i risultati
migliori agli esami, rispetto a una rappresentazione generale di
minor preparazione. La nostra didattica è propedeutica alla
sperimentazione duale, noi non affidiamo ai nostri insegnanti (come
invece avviene nella scuola tradizionale) un insegnamento a sé
stante, noi abbiamo programmato tutta l’attività didattica
suddividendola in moduli, in ciascuno di essi c’è il riferimento a
specifiche competenze che a loro volta hanno come contenuto anche
conoscenze di tipo teorico. Gli insegnamenti sono indirizzati a
specifiche competenze e specifiche situazioni lavorative, gli
insegnamenti sono costruiti in una logica
interdisciplinare |
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Liguria |
Sulla formazione apprendistato
sono molto critica, sono moduli che spesso diventano delle perdite
di tempo per l’apprendista e per l’impresa, così perdono tempo
tutti. La formazione apprendistato, quella tradizionale con moduli,
lingua inglese e italiano per stranieri a volte può essere utile,
diversamente rischia di scontentare tutti: l’impresa a cui porti via
l’apprendista, l’apprendista che non ha assolutamente voglia di
tornare sul banco, quindi andrebbe un po’ ripensato [...]. Qualche
volta abbiamo cercato di portare in azienda anche i docenti di
teoria che fanno aula, con una sorta di «co-docenza» in modo che
anche loro capiscano che nell’interfacciarsi con l’azienda (le
nostre sono aziende piccole) anche la teoria acquisisce valore.
Questo anche per le materie più tradizionali. Anche nel quarto anno
facciamo queste esperienze di co-docenza e credo che questa sia
l’esperienza più innovativa [...] con l’uso dei
tutorial |
||
TAA |
Esperienza duale |
La scuola non è più scuola, ma un
luogo di formazione e i rapporti che si instaurano tra allievi e
docenti è totalmente stravolto, quando la sperimentazione avviene
all’interno della scuola; lo stesso capita quando ci si sposta in
azienda, non è più uno stage, ma un vero e proprio
lavoro |
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Veneto |
Esperienza duale
Compiti di realtà Impresa simulata |
L’aspetto innovativo è in parte
quello di trovare dei nuovi modi, più efficaci e innovativi di
comunicare con le aziende. Quindi tutta la dimensione della
costruzione di compiti operativi, valutabili più facilmente
dall’azienda: andare e proporre all’azienda la competenza diventa
più difficile così come per l’azienda proporla allo studente e/o
all’apprendista, se invece si declina la competenza in termini di
compiti operativi, l’azienda può comprenderli, condividerli e
valutarli. Quindi aver avuto un’opportunità di vicinanza con le
aziende, di dialogo e di co-progettazione e di co-valutazione che
prima con il solo rapporto di stage classico era più difficile
attuare |
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¶{p. 230} Veneto |
Impresa simulata, con impresa
madrina |
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FVG |
Esperienza duale |
L’azienda-formatrice deve essere
in grado di far raggiungere al ragazzo delle competenze [...].
Quindi c’è una parte di formazione per l’azienda e di capacità di
avere dei ritorni sul livello raggiunto dal ragazzo, per poter poi
fare una valutazione che sia coerente. E la valutazione sulle
tecniche professionali non è più per voti ma per raggiungimento o
meno del livello delle competenze prefissato |
|
Emilia-R. |
1. Alternanza scuola-lavoro
2. Intrapresa (impresa simulata) 3. Apprendistato
duale |
1. Questa è un’esperienza
sicuramente significativa, seppur ancor acerba, anche per le
aziende. Ad esempio, quest’anno sto cercando di portare avanti con i
ragazzi di quarta dei project-work, dei
progetti che coinvolgono una realtà esterna che ci ha dato una
commessa, allora ai ragazzi ho detto: «Mentre siete in azienda,
visto che parliamo di stampa, cercate di capire quale potrebbe
essere il modo migliore per gestire il vostro progetto». A
un’azienda ho provato a far cenno di questa cosa e sembrava che
stessimo andando a fare spionaggio industriale; quindi, c’è ancora
molta strada da fare da questo punto di vista. Però diciamo che si
sta muovendo qualcosa. 2. Simulimpresa dove si affida una
commessa vera e propria e così diventa un progetto interdisciplinare
per tutto l’anno, si conclude sempre con un evento finale in cui c’è
una giuria composta da aziende. 3. Abbiamo avuto delle singole
esperienze, quindi non classi intere ma esperienze singole, anche
abbastanza significative, che abbiamo portato avanti anche su
livelli alti, con i corsi IFTS per esempio |
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Emilia-R. |
Esperienza duale (4°
anno) |
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¶{p. 231} Centro |
Toscana |
Esperienza duale |
Noi abbiamo aggiornato questa
figura professionale nazionale con queste competenze aggiuntive e
adesso siamo al terzo anno di questo corso. I ragazzi sono circa una
decina, sono molto contenti. Però questa possibilità che ci è stata
data nella prima progettazione poi non è stata più possibile nelle
successive. Quindi gli altri anni ci siamo dovuti adeguare ai
profili nazionali, che non sempre hanno quella adeguatezza
tecnologica di processo che serve a essere conformi allo sviluppo
del mondo del lavoro. Quindi l’esperienza più innovativa è
sicuramente quella del corso di meccanico-robotico. La bandistica
regionale non ha più permesso l’inserimento di competenze e
conoscenze aggiuntive. Ti dice: «devi progettare assolutamente
dentro i parametri e dentro le coordinate che ti dà il profilo
nazionale, non puoi fare altro». Questo è un peccato, perché
l’evoluzione e la reingegnerizzazione dei processi lavorativi è
talmente veloce che rischiamo di fare didattica che non sia
all’altezza dell’evoluzione tecnologica |
Marche |
Impresa formativa simulata
(calzatura Nero Giardini) Impresa formativa reale (piegatura
lamiera 3L) |
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Lazio |
Esperienza duale (4° anno). NB:
Prime esperienze nel triennio |
La scuola deve necessariamente
collaborare in maniera corresponsabile con le aziende, che non
diventano più dei luoghi ospitanti gli stagisti come avviene nei
percorsi triennali, ma diventano corresponsabili del percorso di
formazione dei ragazzi con progettazione degli obiettivi formativi
da raggiungere con piena responsabilità formativa |
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Lazio |
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{p. 232} Sud |
Abruzzo |
1° anno: impresa formativa
simulata, con aziende madrine e poi tirocinio orientativo in azienda
4° anno: alternanza rafforzata |
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Molise |
Laboratori
protetti |
Il primo anno di fatto i ragazzi
non vanno in azienda, non abbiamo neanche attivato i rapporti di
apprendistato di primo livello. Sono dei laboratori in preparazione
all’ingresso in azienda al secondo e terzo anno. Di fatto abbiamo
messo su una serie di attività in cui i ragazzi imparano a
ragionare. I docenti li accompagnano nelle scoperte, quindi fanno un
passo indietro: sono dei consulenti, dei tutor, dei docenti, e
quindi i ragazzi imparano, ragionano per cercare soluzioni ai
problemi che i docenti pongono, quindi imparano anche dai loro
errori. Nei laboratori non ci interessa tanto portare a compimento
il prodotto, ma soprattutto ci interessano le scoperte che i ragazzi
fanno durante l’attività. Quindi è un modo per aiutarli a sviluppare
una serie di skills trasversali che poi servono
al mondo del lavoro [...] l’altra cosa interessante è che vede i
docenti collaborare insieme, perché i laboratori sono organizzati da
un gruppo di docenti [...] Il lavoro è condotto dai ragazzi, per cui
anche sui tempi li aspettiamo: abbiamo pensato di fare un tipo di
lavoro in cui loro possono essere protagonisti al 100%, quindi i
ragazzi scoprono le loro risorse ma anche noi li scopriamo e li
aiutiamo a ragionare |
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Campania |
Apprendistato in chiave duale
(vinto premio con ambasciata tedesca) |
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Puglia |
Alternanza rafforzata
Apprendistato |
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{p. 233} Calabria |
Laboratori
protetti |
L’esperienza formativa si è
radicata maggiormente alle esigenze del mondo produttivo. In secondo
luogo, si sono sicuramente dovuti impostare i laboratori, in alcuni
casi la parte che veniva svolta in laboratori interni al CFP è stata
completamente spostata all’esterno, all’interno di un piano
formativo condiviso |
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Sicilia |
Compiti di
realtà |
I ragazzi diventano protagonisti
dell’attività formativa, si lavora per progetto, per obiettivi, c’è
una grossa cooperazione fra il gruppo docenti: ecco che in questo
caso assolutamente sì, abbiamo coinvolto il gruppo docenti nella
microprogettazione. Abbiamo presentato loro una macroprogettazione
che sostanzialmente è calata dal management aziendale, dal
progettista, dal coordinatore didattico in generale [...] nel
secondo anno dell’elettrico i ragazzi fanno progettazione e posa in
opera di un quadro elettrico: il progetto è chiaramente nel pratico;
quindi, diamo prima la parola nel consiglio di classe al pratico, al
docente in laboratorio, il quale racconta le fasi del progetto.
All’interno di quello, tutti gli altri assi culturali, con i vari
moduli (linguistico, scientifico-matematico) si infilano dando il
contributo che il docente sceglie. Ad esempio, se il docente deve
fare 10 ore, per 5 ore partecipa al progetto trasversale che
coinvolge tutti gli assi culturali, per le altre 5 darà altri
compiti di realtà monoasse (della singola materia), sviluppando il
suo programma all’interno di un progetto. Questo ha portato al fatto
che i ragazzi hanno constatato l’affiatamento fra i docenti [...]
Ciò significa che il famoso portfolio che facciamo fare ai bambini a
scuola, dovremo produrlo con le certificazioni delle competenze che
abbiamo difficoltà a elaborare, perché siamo scuola di serie B.
Invece, in questo modo, le materie considerate inutili dai ragazzi
diventano anch’esse protagoniste [...] Lo abbiamo fatto online, però
l’anno scorso venivamo da 6 mesi in presenza, mentre quest’anno
siamo partiti quasi subito dopo un mese con la DAD e l’empatia
manca, i primi anni non sono sempre scolarizzati, facciamo fatica.
Perché il target nostro è quello che è. I ragazzi che non vogliono
più andare a scuola li raccogliamo tutti noi |
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