La Repubblica di Weimar: democrazia e modernità
A causa del suo esito tragico, la storia della Repubblica di Weimar è
stata spesso ricostruita all’ombra del suo fallimento. Il volume offre
uno spaccato della riflessione storiografica critica sulla parabola
weimariana e ne illustra le molte sfaccettature. I saggi qui raccolti
danno conto di un complessivo mutamento di prospettiva che ha portato
la ricerca storica a prendere le distanze dalle narrazioni teleologiche
e a riconsiderare le ragioni della crisi della prima repubblica
tedesca: la cesura della guerra mondiale, le fratture sociali prodotte
dal capitalismo, le culture politiche, le implicazioni della globalizzazione
e i condizionamenti del contesto europeo e internazionale. Vengono
analizzate le dinamiche fondamentali della vicenda storica di
Weimar ed esplorate prospettive analitiche che permettono di gettare
nuova luce sui complessi nessi di relazione tra l’esperimento weimariano
e la storia della democrazia e della modernità europea.
Il presente volume è pubblicato con il contributo della Provincia autonoma di Trento
I CAPITOLI
DOI | 10.1401/9788815370228/p1
La Repubblica di Weimar: democrazia e modernità
«Siamo a un punto di svolta», così scriveva il corrispondente da Berlino della «Frankfurter Zeitung» Rudolf Kircher il 1° gennaio 1933. E aggiungeva che in Germania erano in atto rivolgimenti profondi che interessavano tutti i principali ambiti della società: l’economia, la politica interna, la politica estera e più in generale lo spirito del tempo. La sua analisi portava Kircher a concludere che «niente è più sbagliato che dichiarare morto lo spirito della democrazia liberale» [1] . Le considerazioni del corrispondente della «Frankfurter Zeitung» ci fanno intendere che ancora nel gennaio 1933 i ben informati non ritenevano per nulla scontata la presa del potere da parte dei nazionalsocialisti. Kircher non era l’unico a pensarla in questo modo. Alla fine del 1932, anche un influente scienziato politico come Carl Joachim Friedrich sostenne che la Germania sarebbe rimasta saldamente ancorata alla sua moderna Costituzione democratica. Del resto, in quel periodo la riflessione sulla...
Pagine | 7 - 26
DOI | 10.1401/9788815370228/c1
La Costituzione di Weimar tra svolta democratica e cultura del ricordo
Vengono qui ripercorse le brevi e travagliate vicende che hanno segnato il
passaggio dallo Stato nazionale tedesco alla Repubblica di Weimar, con un
particolare occhio di riguardo nei confronti di quella svolta che ha determinato
l’abbandono della forma monarchica in favore di un ordinamento politico di natura
democratica. Nello specifico si considerano i principali argomenti del dibattito
politico-costituzionale che da un lato hanno portato alla nascita della nuova
repubblica e che hanno, di contro, anche successivamente determinato l’ascesa al
potere del Reich nazista. Weimar rappresenta quindi un importante esempio “negativo”
che ha inciso profondamente sul modo di concepire, sia da parte della Repubblica di
Bonn che da parte della Germania riunificata, una struttura politica democratica
efficace.
Pagine | 31 - 47
DOI | 10.1401/9788815370228/c2
Rivoluzione senza consenso. La storia della rivoluzione di novembre e delle sue interpretazioni controverse
Si considera qui la totalità degli eventi che hanno concretamente condotto alla
nascita della Repubblica di Weimar il 10 novembre del 1918, mostrando anzitutto le
principali posizioni di consenso e di dissenso e l’eterogeneità delle opinioni di
chi da un lato ha interpretato tale mutamento dell’ordinamento politico come una
semplice transizione e chi, invece, ha giustamente visto in esso un potenziale
evento estremamente rivoluzionario e non privo di ripercussioni. Il passaggio alla
democrazia è stato, infatti, contrassegnato da numerosi episodi di violenza talvolta
sfociati in sanguinose guerre civili, special modo a causa di una mancata attenzione
nei confronti di riforme sociali, necessarie per il passaggio alla democrazia
liberal-parlamentare.
Pagine | 49 - 67
DOI | 10.1401/9788815370228/c3
Liberalizzazione e militarizzazione: la società postbellica della Repubblica di Weimar
Si affrontano qui due tematiche chiave relative al percorso di rinnovamento di
cui la Repubblica di Weimar rappresenta l’inizio, ovvero quella della
liberalizzazione e della militarizzazione del neonato governo, affrontati a partire
dalla inconsueta portata storica di tale evento. Se, infatti, Weimar viene spesso
considerata nei termini di una realtà politica e sociale che ha posto le basi per
l’affermarsi del nazionalsocialismo, e quindi come un fenomeno storico pre-bellico,
è altresì vero che storicamente essa rappresenta in primo luogo un evento
post-bellico, sorto dalla volontà di reindirizzare il percorso politico tedesco
successivamente alle devastazioni della prima guerra mondiale e alla conseguente
perdita di un’autorità politica di riferimento.
Pagine | 71 - 90
DOI | 10.1401/9788815370228/c4
Le celebrazioni della giornata della Costituzione nella Repubblica di Weimar
Il capitolo è dedicato ad alcune riflessioni che hanno come oggetto della loro
analisi l’eterogeneità delle posizioni in merito alle modalità con cui la nuova
costituzione venne presentata ai tedeschi. Le difficoltà con cui il governo di
Weimar dovette fare i conti riguardo all’utilizzo di una simbologia consona
riflettevano le problematiche che in generale la repubblica dovette affrontare in
merito alle sue modalità di autorappresentazione, la quale doveva essere attrattiva
e soprattutto funzionale alla ricostruzione identitaria del paese. Nello specifico
viene qui trattato il modo in cui le celebrazioni siano state nel corso del tempo
strumentalizzate a seconda delle diverse esigenze politiche.
Pagine | 91 - 115
DOI | 10.1401/9788815370228/c5
L’interconnessione globale dell’economia di Weimar. De-globalizzazione o mutamento della globalizzazione economica?
Nel tentativo di ricostruire il quadro complessivo delle dinamiche che hanno
condotto la Repubblica di Weimar alla crisi economica, e pertanto al suo successivo
tracollo, spesso si fa riferimento ad una presunta mancanza di interconnessione
economica globale, una “de-globalizzazione“ che sarebbe scaturita dal venir meno dei
tradizionali rapporti di scambio tra le nazioni antecedentemente alla prima guerra
mondiale. In questo capitolo si tenterà di mostrare come in realtà si debba più
propriamente parlare, in riferimento agli anni tra le due guerre, di un semplice
mutamento di forma dei rapporti globali stessi, e non di un loro abbandono. Sulla
base dell’analisi dei dati sul commercio estero, infatti, si mostrerà come non le
nazioni, bensì le singole imprese dei settori bancario, siderurgico e chimico siano
state le responsabili della creazione di canali di scambio diversi da quelli del
commercio estero.
Pagine | 119 - 142
DOI | 10.1401/9788815370228/c6
La politica agraria nella Repubblica di Weimar
Nel periodo immediatamente successivo alla prima guerra mondiale la Germania si
ritrova costretta a far fronte ad una importante crisi agraria, la quale era già ben
sentita anche nel periodo pre-bellico e che con la Repubblica di Weimar ritorna ad
essere uno tra i principali argomenti del dibattito politico. A seguito di numerose
rivolte e proteste, nel 1920 viene istituito il Ministero per l’Alimentazione e
l’Agricoltura sotto il controllo dell’SPD, il quale si fa carico delle questioni
agricole non senza una buona dose di problematiche derivate dalla forte instabilità
del nuovo governo. Il capitolo cerca di sottolineare come un elemento di
fondamentale importanza per comprendere il contesto sociale tedesco di quegli anni
sia proprio la questione agraria, successivamente ripresa anche da Hitler per la
creazione di una propaganda cosiddetta “rurale”.
Pagine | 143 - 169
DOI | 10.1401/9788815370228/c7
Le aspirazioni all’autonomia individuale
Se da un lato è vero che la breve esperienza della Repubblica di Weimar ha
avuto come conseguenza l’accentuazione della dimensione collettiva, la quale
giungendo alle estreme conseguenze dei concetti di classe e società darà origine ad
una società di massa che ha rappresentato il fondamento dello stesso potere nazista,
è altresì vero che alla nascita del nuovo governo è possibile osservare come in
quegli stessi anni i temi della tutela individuale e della libera scelta ritornino
ad essere argomenti centrali del dibattito politico dopo il periodo della crisi
bellica. L’autore mette qui in luce come tale aspirazione all’autonomia individuale
sia stata strumentalizzata, successivamente, anche da parte di movimenti politici
apertamente collettivisti, nazionalsocialismo e comunismo su tutti.
Pagine | 173 - 190
DOI | 10.1401/9788815370228/c8
Il dibattito sulla parità di diritti delle donne nella Repubblica di Weimar
La Costituzione del 1918 rappresenta una tappa estremamente importante nel
percorso verso l’uguaglianza di genere nella Germania post-bellica, ma allo stesso
tempo essa è caratterizzata da un aspetto paradossale. Da un lato si mostra come un
passo in avanti per ciò che riguarda l’ampliamento dell’uguaglianza pubblica e
politica al mondo femminile, ma contemporaneamente riafferma l’essenza conservatrice
della società tedesca weimeriana, per il fatto che tale uguaglianza non viene posta
anche sul piano sociale, e quindi in merito alla dimensione privata. Si tenta qui di
mostrare i principali argomenti di dibattito che accompagnano la stesura della nuova
costituzione da parte dell’Assemblea nazionale.
Pagine | 191 - 205
DOI | 10.1401/9788815370228/c9
Considerazioni sulla dimensione globale della Repubblica di Weimar
Il capitolo si propone di offrire una particolare prospettiva sulla storia
culturale e politica tedesca durante il periodo della Repubblica di Weimar tale da
metterne in luce gli aspetti transnazionali, e che quindi la consideri all’interno
in un ambito di riflessione globale. Spesso, infatti, rispetto alla spinta
globalista che caratterizza il Reich fondato nel 1871, Weimar è da sempre
interpretata come una realtà fortemente de-globalizzata, con una politica estera
oscillante e soprattutto ripiegata nel suo isolamento. Si tenta qui di ricostruire
le cause di tale de-globalizzazione proprio a partire da fenomeni di natura globale,
nel tentativo di ricondurre la Repubblica all’interno di una interconnessione
transnazionale dalla quale è spesso sottratta dalla storiografia.
Pagine | 209 - 220
DOI | 10.1401/9788815370228/c10
Per l’Europa e per la repubblica? Idee e movimenti europeistici nella Repubblica di Weimar
Il seguente capitolo prende in esame l’insieme delle organizzazioni e dei
movimenti politici “europeisti” sorti durante l’esperienza weimeriana, i quali
concentrarono la loro attenzione al ruolo che il mondo tedesco poteva in quegli anni
ricoprire sia in ambito europeo che mondiale, con un approccio sostanzialmente
diverso da quello che tradizionalmente appartiene alla politica estera. Il discorso
qui messo a tema si svolge secondo tre prospettive, una relativa al dibattito
storiografico sul complesso di idee sull’Europa borghese e sui gruppi concretamente
attivi, un’altra che considera tali idee nel quadro dell’ordinamento europeo nel
mondo borghese tra il 1919 e il 1933, l’ultima che mette in stretta relazione tali
idee al complessivo ordinamento politico e alla dimensione storica specifici della
Repubblica di Weimer, tale da rendere difficile interpretare tale europeismo secondo
le odierne direttive dell’integrazione europea.
Pagine | 221 - 236
DOI | 10.1401/9788815370228/c11
L’eredità problematica della sociologia weimariana
Di contro al carattere fortemente deterministico dei numerosi tentativi di
spiegare storicamente le cause che hanno condotto al crollo della Repubblica di
Weimar e successivamente al nazionalsocialismo si pone qui, con gli stessi intenti,
particolare attenzione nei confronti di elementi interni alla società tedesca
stessa, che consentono di gettare uno sguardo differente sulle dinamiche interne al
paese. A tal proposito è di estrema utilità ricostruire le riflessioni del mondo
sociologico di quegli anni, il quale sebbene mostri una certa eterogeneità di
opinioni e una incapacità di fondo nel comprendere i nefasti risvolti del governo di
Weimar, mostra alquanto esplicitamente una volontà riformista e un sostrato
concettuale riconducibile al pensiero sociologico di Max Weber.
Pagine | 239 - 257
DOI | 10.1401/9788815370228/c12
Il freddo vento di Weimar. Considerazioni sulla nuova attualità del confronto con la prima democrazia tedesca
Per molto tempo l’esperienza della Repubblica di Weimar è stata considerata nei
termini di un semplice punto di passaggio tra le due guerre mondiali, e ciò ha
determinato il suo essere passata in secondo piano sia a livello prettamente
storiografico che per ciò che riguarda la generale memoria collettiva. In questo
capitolo si riflette sui modi con cui la breve e fragile repubblica è stata
interpretata nel complesso della storia della Germania da parte della Repubblica
Federale Tedesca, della DDR, e nel periodo successivo alla riunificazione del paese,
con l’obiettivo di comprendere le motivazioni che hanno eliminato Weimar dalla
memoria e che le consentono oggi di essere nuovamente un fenomeno significativo per
la storia e per la politica.
Pagine | 259 - 277