Matelda Reho, Filippo Magni (a cura di)
Tutela e valorizzazione del paesaggio nella transizione
DOI: 10.1401/9788815413352/c23
Ciò è illustrato dalle incertezze sollevate dal Miscanthus, una «coltura energetica» rizomatica nella regione dello
{p. 428}Yorkshire nel Regno Unito. Il Miscanthus è infatti vicino al carbone in termini di combustione, alla patata in termini di semina e alla canna da zucchero in termini di raccolta di biomassa, ma non ha precedenti quando si tratta della sua compatibilità con varie forme di investimenti a lungo termine degli agricoltori. Di conseguenza, l’ecologia della pianta diventa incerta nelle pratiche paesaggistiche dello Yorkshire. La trasformazione della biomassa in energia, quando ottenuta attraverso il Miscanthus nel paesaggio dello Yorkshire, diventa di per sé una sorta di processo «rizomatico». Si tratta di un processo fatto di relazioni non gerarchiche, attraverso il quale la minuscola ecologia della pianta affronta il modo in cui il quadro generale della politica energetica del Regno Unito affronta le incertezze degli agricoltori a lungo termine.
Fig. 8. Il paesaggio «nuovo» tra produzione agricola e produzione di energia eolica nella costa tedesca del Mare del Nord, Stato federale dello Schleswig-Holstein.
Ultimo ma non meno importante aspetto, i paesaggi sono dinamici. Le energie subiscono molteplici traduzioni nel tempo quando vengono avvicinate attraverso la lente del paesaggio. Nella Germania settentrionale, ad esempio, la costruzione storica e il mantenimento dei paesaggi dei polder hanno favorito una cultura locale che ha sostenuto {p. 429}l’innovazione come strategia di sopravvivenza di fronte alle minacce sempre presenti poste dagli elementi «naturali». Dal mosaico in continua evoluzione delle saline e delle distese fangose che erano alla mercé del mare, è stato creato un paesaggio ordinato e produttivo. È stato costruito contro il vento, un’energia selvaggia che ha distrutto regolarmente le dighe nel corso dei secoli. L’ascesa dell’energia eolica si è radicata in questa cultura locale. Ha imbrigliato il vento con nuove assemblee, reti e politiche che non potrebbero essere comprese se i paesaggi, come pratica in continua evoluzione, non fossero stati inclusi nel quadro. È attraverso il paesaggio che la politica climatica e quella energetica stanno entrando in una politica realistica.

4. Pianificare e progettare in uno scenario di cambiamento climatico: il complesso crocevia della sostenibilità tra paesaggio e produzione energetica.

Gli studi sul paesaggio si sono sviluppati come campo disciplinare. L’energia non è né una tecnologia definita né una disciplina in quanto tale. Alcuni tipi di paesaggi energetici hanno già suscitato interesse analitico, come i paesaggi idroelettrici o i paesaggi delle linee di trasmissione di energia. Altre tipologie di paesaggi esistenti hanno anche sollevato questioni vicine a quelle sollevate dagli attuali paesaggi dell’energia rinnovabile, come la tensione tra protezione e sviluppo o il ruolo della partecipazione pubblica nei processi di pianificazione e sviluppo. Non è da escludere che i paesaggi dell’energia si costituiscano nel tempo come categoria esplicita o che l’incrocio tra paesaggio ed energia si sviluppi in una nuova sottodisciplina, caratterizzata da specifici strumenti analitici e generatrice di specifici risultati.
Molte delle questioni affrontate non hanno ancora una risposta definita e strutturata a livello disciplinare. Alcune di queste, soprattutto, non devono avere risposta in questo preciso momento storico. L’esplorazione interdisciplinare della relazione tra paesaggio ed energia è ormai all’ordine del giorno e come il paesaggio, essa stessa muta e si evolve. Certamente {p. 430}è possibile lasciare, a mo’ di «chiusura e rilancio» verso nuove prospettive di ricerca ed approfondimento, alcune domande che contribuiscono a sottolineare la necessità di mantenere alto l’interesse attorno al binomio fino a qui trattato:
  • Che tipo di futuro energetico vogliamo/potremo costruire (come individui, comunità, a vari livelli di governance) a condizione che il passato non getti ombre sulle nostre opzioni future, che sono scritte nei paesaggi e nelle infrastrutture energetiche esistenti?
  • Qual è o potrebbe essere l’impatto dell’aumento delle energie rinnovabili sul «potere» e sul modo in cui questo potrebbe tradursi all’interno dei nostri paesaggi?
  • Quali sono le tipologie di governance, regimi normativi o di pianificazione che sono/dovrebbero essere sviluppati per affrontare gli inevitabili cambiamenti indotti nei paesaggi europei dalla transizione energetica?
  • Quali sono i tipi di estetica e di rappresentazione che sono/dovrebbero essere sviluppati per far fronte a questi stessi cambiamenti?
Queste (e altre) domande riguardano esattamente lo scopo per cui è importante comprendere sia quello che del paesaggio si trasforma, muta, evolve e ciò che invece consideriamo degno di essere preservato, organizzato, pianificato e trasformato al suo interno. Esse riflettono inevitabilmente e direttamente la nostra visione e il nostro approccio al concetto stesso di paesaggio.
Note