Note
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Una recente indagine distingue la vulnerabilità avente un’origine naturale, nella quale vengono inclusi i minori, gli anziani, le donne, i disabili, gli omosessuali, da una vulnerabilità sociale, che comprende i poveri, i consumatori particolarmente indifesi, i lavoratori vessati, gli immigrati, ecc., vedi Gentili [2019] e Battelli [2019]. Cfr. anche supra, capitolo 1.
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Al contempo, nelle società maggiormente sviluppate si accresce l’isolamento della persona anziana, determinata anche dal crescente numero di persone in età avanzata, a fronte di un minore tasso di natalità, vedi Bacciardi [2015].
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Cinque [2015] parla di «attenuazione» o «affievolimento» della «consapevolezza affettiva».
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Osserva giustamente Dogliotti [1998, 426], che non esiste una nozione giuridica di anziano, come invece esiste quella di minore di età, né avrebbe senso introdurla, perché esistono per esempio «anziani attivi» e «anziani malati cronici» [vedi anche Napolitano 1980].
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Quando la fragilità della persona diviene importante, il testamento può essere utilizzato dall’anziano in maniera decisamente inconsapevole o addirittura come mezzo per ottenere le attenzioni delle persone più vicine: «chi ha conoscenza diretta dei casi in cui un anziano redige un testamento alla settimana, favorendo l’ultima persona che gli ha tenuto compagnia, o redige un testamento a favore di chi in quel momento gli è vicino, deve chiedersi se quei testamenti siano veri testamenti, cui affidare la delazione ereditaria» [De Nova 1997].
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Cass., 13 novembre 1991, n. 12177, in «Foro italiano», I, 2, 1992, p. 2456, e più recentemente Cass., 18 marzo 2018, n. 7292, in «Diritto e Giustizia online», 2008.
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Cass., 4 febbraio 2016, n. 2239, in «Diritto e Giustizia», 2016, 5 febbraio; Cass., 2 ottobre 2015, n. 19767, ibidem, 2015, 5 ottobre; Cass., 5 novembre 1987, n. 8169, in «Massimario del Foro italiano», 1987. Per la giurisprudenza di merito cfr., ex multis, App. Napoli, 1° aprile 2019; Trib. Frosinone, 5 aprile 2018; App. Venezia, 22 maggio 2017; Trib. Livorno, 19 maggio 2016; Trib. Pesaro, 13 aprile 2013; Trib. Roma, 29 aprile 2010; Trib. Salerno, 14 giugno 2005, tutte in «DeJure».
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Cass., 27 gennaio 2004, n. 1427, in «Contratti», 2004, pp. 997 ss. In senso analogo Cass., 20 marzo 2017, n. 7081, in «Contratti», 2017, p. 655; Cass., 29 ottobre 1994, n. 8948, in «Massimario del Foro italiano», 1994.