Cecilia Tomassini, Marco Albertini, Carlo Lallo (a cura di)
Avanzare insieme nella società anziana
DOI: 10.1401/9788815413086/c2
L’indagine Passi d’argento è un sistema di sorveglianza della popolazione italiana con più di 64 anni. I dati provengono da un questionario predisposto dall’Istituto superiore di sanità e somministrato annualmente dalle ASL a ultra 64enni, selezionati casualmente nelle liste anagrafiche delle regioni. Il campione minimo a livello regionale è di 1.100 individui e a livello di singola ASL di 390 individui. L’indagine offre quindi un livello minimo di rappresentatività almeno regionale. Tuttavia non tutte le regioni e non tutte le ASL di ogni regione forniscono dati
{p. 60}in modo continuativo. Ad esempio tra il 2016 e il 2020 la raccolta dati è stata portata avanti in quasi tutte le regioni italiane a eccezione della Lombardia e della Valle d’Aosta, mentre in 4 regioni l’avvio è stato posticipato al 2017 e in 2 casi la sorveglianza è stata sospesa per un anno. Nel 2020 l’emergenza Covid ha rallentato molto la rilevazione: solo 54 ASL su 99 hanno portato avanti l’indagine. Le variabili rilevate nell’indagine Passi d’argento permettono di investigare la salute e gli stili di vita collegati, la non-autosufficienza e la posizione demo-socio-economica degli anziani. Sul sito dell’Istituto superiore di sanità è possibile visionare i dati aggregati a livello regionale. La particolare attenzione dedicata dal questionario alla non-autosufficienza (definita come «fragilità») rende questa fonte dati certamente interessante per valutare la domanda di assistenza degli anziani, ma la mancata accessibilità diretta ai dati elementari, e le difformità di rilevazione, limitano molto la sua utilizzabilità per la ricerca scientifica focalizzata sul livello nazionale.
Le SDO sono uno strumento di raccolta delle informazioni relative a tutti gli episodi di ricovero erogati nelle strutture ospedaliere pubbliche e private presenti sul territorio nazionale. Le informazioni raccolte comprendono caratteristiche demo-socio-economiche (età, genere, residenza, livello di istruzione), aspetti legati all’accesso ai servizi sanitari (regime di ricovero, modalità di dimissione, data prenotazione, classe priorità del ricovero) e aspetti legati alla salute (ad es. diagnosi principale, diagnosi concomitanti, procedure diagnostiche o terapeutiche). Il flusso informativo del dato elementare viene trasmesso dalle regioni e province autonome (che sono titolari del dato) al Ministero della Salute. Il grande vantaggio di questa fonte dati è la sua universalità (comprende tutti gli accessi al Servizio sanitario nazionale) e la continuità nel tempo, garantendo quindi un livello minimo territoriale teoricamente comunale. Il Ministero pubblica annualmente dei rapporti basati sui dati aggregati derivanti dalle SDO, consultabili sul relativo sito. L’accesso a questa banca dati è però fortemente limitato dalle normative correnti sulla privacy che impediscono agli enti di ricerca pubblici e privati non integrati nel SISTAN di accedere al dato elementare, benché spersonalizzato o anonimizzato. L’unico modo per accedere al dato elementare è attraverso progetti specifici e procedure amministrative con tempi molto lunghi. Questo limite {p. 61}rende tale ricchezza informativa non immediatamente fruibile alla ricerca scientifica, motivo per il quale le SDO non sono state incluse in questa ricognizione.

6. Conclusioni

La ricchezza informativa sul tema della domanda di assistenza agli anziani si presenta in Italia frammentata tra diverse fonti e non sempre concretamente accessibile alla ricerca scientifica, pubblica e privata. L’unico gruppo di variabili quasi sempre presente in ogni fonte riguarda l’accesso e uso di servizi di cura formale non sanitaria privati, sebbene con forti limiti conoscitivi, come riportato nel corso di questa ricognizione. L’indagine SHARE, pure teoricamente completa, presenta una dimensione campionaria e una rappresentatività territoriale minima insufficienti allo scopo di approfondire lo stato della domanda di assistenza agli anziani in Italia, specie considerando le rilevanti eterogeneità presenti sul territorio nazionale, anche e soprattutto a livello sub-nazionale [cfr. Zannella et al. 2021].
Prese insieme invece, tutte le indagini ISTAT (e quelle gestite da altri enti pubblici) permetterebbero già oggi di indagare il fenomeno almeno a livello regionale con una precisione oggi sconosciuta, specialmente riguardo agli aspetti legati alla non-autosufficienza e all’aiuto formale non sanitario ricevuto dagli anziani italiani. Le difficoltà (tecniche, legali e amministrative) incontrate dalla ricerca scientifica pubblica e privata nell’incrociare le informazioni provenienti da fonti diverse in dataset sintetici rende però questa potenzialità solo teorica. Inoltre, alcune informazioni che acquistano oggi un’importanza cruciale per una corretta rappresentazione del fenomeno sono escluse da quasi tutte le indagini ISTAT.
Quattro dimensioni di informazioni ignorate spiccano su tutte: 1) la misura dell’aiuto informale ricevuto all’interno del nucleo familiare, 2) l’identificazione del tipo di relazione tra chi offre l’aiuto informale e chi lo riceve, 3) la situazione contrattuale della persona che offre cura formale non sanitaria e 4) la soddisfazione rispetto alla cura ricevuta, soprattutto non sanitaria.
Osservando le tabelle 2.1 e 2.2, le indagini che, per completezza e dimensione campionaria, si potrebbero candidare {p. 62}a un ampliamento efficiente del questionario sono la IMF-FSS (7 gruppi di variabili rilevati su 9) e la EHIS (9 gruppi su 9). Tuttavia, considerando la lunghezza complessiva del questionario (limitandoci solo alle variabili analizzate in questo capitolo: IMF-FSS, 39 variabili; EHIS, 171 variabili) e la specificità delle due diverse indagini (IMF-FSS è orientata ad analizzare i fenomeni familiari e sociali, EHIS è orientata allo studio delle condizioni di salute), si ritiene che l’intervento allo stesso tempo più efficiente ed efficace dovrebbe operarsi sulla IMF-FSS, aggiungendo gli aspetti ad oggi non indagati e colmando le lacune degli aspetti già rilevati, pur tenendo conto delle ragionevoli esigenze di parsimonia proprie della rilevazione statistica [15]
. È necessario inoltre, che la periodicità dell’indagine, e il conseguente rilascio dei microdati, rientrino nelle tempistiche annunciate formalmente: sempre più frequentemente i tempi di rilevazione si sono discostati da quanto ufficialmente programmato, lasciando la ricerca scientifica senza informazioni sui cambiamenti sociali anche per 7 anni, contro i 5 previsti. Se rispettati, i tempi di rilevazione e rilascio della IMF-FSS segnerebbero un altro punto di vantaggio per questa indagine, considerando che la EHIS prevede una periodicità di sei anni.
Infine, la ricordata eterogeneità demografica, sempre più rilevante a livello comunale tra aree interne e aree metropolitane, pone con sempre maggiore urgenza la necessità di spostare il fuoco del livello minimo territoriale a livello sub-regionale. L’unica indagine in grado di assicurare questo livello sembra essere al momento il Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, ma andrebbe integrato di almeno una parte delle dimensioni legate alla salute, alla non-autosufficienza e all’uso di servizi di cura formale e informale non sanitaria. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto attraverso metodologie di integrazione da fonte amministrativa, via linkage o matching statistico, gestite direttamente dall’ISTAT (ad es. usando le SDO, Passi d’argento, o i dati comunali e regionali sull’uso dei servizi di cura) [16]
, oppure integrando i questionari del Censimento. Entrambe le so{p. 63}luzioni comportano vantaggi e svantaggi, ma ignorare del tutto la problematica non appare più una soluzione praticabile nel prossimo futuro, se si vuole mantenere un alto livello di conoscenza statistica del fenomeno aderente alla realtà del paese.
Note
[15] Nel prossimo capitolo, le informazioni sullo scambio di aiuti di cura provengono per l’appunto dalla IMF-FSS. Vedi infra, capitolo 3.
[16] Esperimenti in tal senso sono stati fatti in passato per i Censimenti generali [ISTAT 2015; 2022c] e sono già previsti in futuro per il Censimento permanente [ISTAT 2022d].