Cecilia Tomassini, Marco Albertini, Carlo Lallo (a cura di)
Avanzare insieme nella società anziana
DOI: 10.1401/9788815413086/c3
Tab. 3.3. Percentuali di donne che nelle quattro settimane precedenti l’intervista hanno fornito almeno un aiuto gratuito a persone non coabitanti per classe di età e tipo di aiuto, anno 2016
Età
Donne che hanno dato almeno un aiuto
Tipo di aiutoa
Numero medio di aiuti dati
Aiuto economico
Prestazioni sanitarie
Assistenza di adulti
Accudimento di bambini
Attività domestiche
Compagnia, accompagnamento, ospitalità
Espletamento di pratiche burocratiche
Lavoro extra- domestico
Aiuto nello studio
Cibo, vestiario, altro
18-24
40,3
6,5
8,7
18,4
25,1
35,7
36,8
17,7
6,0
33,4
20,1
{p. 73}
2,1
25-34
33,2
19,2
11,9
16,7
27,6
37,7
38,9
28,3
9,8
14,8
24,0
2,3
35-44
39,8
17,4
15,4
21,0
21,1
29,9
30,6
30,5
8,9
10,8
31,6
2,2
45-54
45,6
13,7
17,7
33,2
14,9
35,6
40,5
33,3
9,0
10,1
26,9
2,4
55-64
49,3
15,8
15,1
32,1
30,4
31,2
37,1
28,2
8,0
4,8
24,6
2,3
65-74
38,0
18,6
10,5
20,0
49,2
24,7
28,0
15,6
4,6
9,3
28,4
2,1
75 e più
19,7
31,8
8,2
14,0
24,6
18,5
27,8
6,9
2,1
4,8
33,4
1,7
Totale
38,2
16,9
13,7
24,5
26,6
31,2
35
25,6
7,5
11,1
27,1
2,2
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
a Percentuali calcolate ogni 100 persone di una classe di età. L’intervistato poteva scegliere più tipologie di aiuto dato. Ad esempio, 1.525 persone di età compresa tra 18-24 anni (il 36,5% delle persone) hanno dato in totale 3.053 aiuti gratuiti, cioè circa 2 aiuti in media ognuna. Di queste 1.525 persone, 142 (il 9,3%) hanno dato aiuto economico, 108 (il 7,1%) hanno dato prestazioni sanitarie, e così via.
Fonte: ISTAT, Famiglie e soggetti sociali.
Tab. 3.4. Percentuali totali di uomini e donne che nelle quattro settimane precedenti l’intervista hanno fornito almeno un aiuto gratuito a persone non coabitanti per classe di età e tipo di aiuto, anno 2016
Età
Persone che hanno dato almeno un aiuto
Tipo di aiutoa
Numero medio di aiuti dati
Aiuto economico
Prestazioni sanitarie
Assistenza di adulti
Accudimento di bambini
Attività domestiche
Compagnia, accompagnamento, ospitalità
Espletamento di pratiche burocratiche
Lavoro extra- domestico
Aiuto nello studio
Cibo, vestiario, altro
18-24
36,5
9,3
7,1
14,2
18,0
32,8
36,2
19,7
12,3
32,1
18,5
{p. 74}
2,0
25-34
32,3
22,3
11,0
15,4
20,0
30,2
34,9
27,8
16,7
13,8
24,1
2,2
35-44
35,0
20,8
13,2
18,9
17,1
26,6
29,8
30,8
13,6
8,4
29,0
2,1
45-54
40,5
18,4
15,8
28,7
11,9
29,7
37,3
34,6
13,2
8,2
26,0
2,3
55-64
44,1
18,1
14,9
28,1
26,8
28,0
36,7
33,1
11,2
4,8
26,7
2,3
65-74
38,3
21,4
10,0
16,8
45,3
20,8
28,2
22,8
9,1
7,1
26,2
2,1
75 e più
20,3
33,6
7,2
13,0
31,0
13,9
25,2
11,8
4,8
5,4
28,1
1,8
Totale
35,7
20,0
12,4
21,2
23,2
26,8
33,3
28,2
12,0
9,9
26,0
2,2
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dagli ultimi dati disponibili (tab. 3.4) emerge che fra coloro che hanno dato aiuto a persone esterne alla famiglia, il 33,3% ha dato aiuti come fare compagnia, accompagnare o dare ospitalità. Il 28,2% si è dedicato, invece, all’espletamento di pratiche burocratiche. Più di un quarto ha fornito aiuto nelle attività domestiche oppure ha dato aiuto sotto forma di cibo, vestiario o altro. Considerevole anche la quota di coloro che hanno accudito bambini (23,2%) o adulti (21,2%). Una persona su cinque ha dichiarato di avere offerto un sostegno di tipo economico (20,0%). Infine, il 12,4% ha fornito prestazioni di tipo sanitario (iniezioni, medicazioni ecc.), il 12,0% aiuto nell’esecuzione di lavoro extradomestico e il 9,9% aiuto nello studio. Dalla graduatoria degli aiuti forniti si nota come le forme di sostegno che coinvolgono quote più alte di caregivers siano riferibili a problemi legati all’invecchiamento: sono soprattutto le persone anziane ad aver bisogno di essere accompagnate, aiutate nelle pratiche burocratiche e nelle attività domestiche.
Anche i dati del 1998 (tab. 3.1) mostravano come al primo posto tra gli aiuti forniti a persone non conviventi si posizionassero gli aiuti per compagnia e accompagnamento (27,7%), e al secondo gli aiuti per l’espletamento di pratiche burocratiche (22,7%). Infine, tra le forme di sostegno trovava un posto considerevole anche l’aiuto nelle attività domestiche (22,4%). I bisogni principali delle famiglie non sembrano dunque essere cambiati nell’arco di circa vent’anni, sebbene le quote di aiuti forniti in questi ambiti siano sostanzialmente cresciute. L’impatto dell’invecchiamento della popolazione risulta evidente: negli anni si evidenzia un sempre maggiore supporto nell’aiuto per l’espletamento di pratiche burocratiche e per la compagnia, l’accompagnamento e l’ospitalità, tutte attività che si associano maggiormente all’aiuto rivolto verso famiglie con anziani.{p. 76}

3. ... e chi riceve aiuto

La quota di famiglie che ha ricevuto aiuti è rimasta sostanzialmente stabile rispetto al 1998. Tuttavia, nel corso del tempo è aumentato il numero assoluto di famiglie raggiunte da tali aiuti: le famiglie aiutate nel 1998 erano poco più di 3 milioni, mentre nel 2016 questa quota supera i 4 milioni [4]
. Cambia, tuttavia, la gerarchia degli aiuti. Specularmente a quanto visto per gli aiuti forniti: al primo posto resta il supporto nelle attività domestiche (dal 32,0% del 1998 al 34,5% del 2016), ma conquistano posizioni preminenti gli aiuti destinati a compagnia, accompagnamento, ospitalità (26,5%) e quelli per l’espletamento di pratiche burocratiche (24,8%) [5]
. Nel 1998 questi aiuti occupavano la quarta e la sesta posizione, con percentuali pari rispettivamente al 18,1% e al 17,4%.
A definire lo scenario in cui le reti di sostegno si attivano, sono le caratteristiche dei componenti della famiglia. Analizzando le famiglie che hanno ricevuto aiuto per età del capofamiglia si nota che la quota in cui il capofamiglia ha meno di 45 anni oppure più di 74 anni supera ampiamente il 20%: sono cioè le famiglie con bambini piccoli e le famiglie con anziani quelle che ricevono maggiormente gli aiuti dati. I dati rivelano anche che le famiglie in cui il capofamiglia è una donna (soprattutto donne vedove anziane o giovani madri separate o divorziate) sono più aiutate di quelle in cui il capofamiglia è un uomo (il 19,3% contro il 15,8%). Inoltre, se il capofamiglia donna ha più di 74 anni, la percentuale di famiglie aiutate sale al 26,5% (contro il 19,6% con capofamiglia uomo). La maggiore longevità femminile, combinata con la differenza di età fra i coniugi e la maggiore propensione degli uomini a risposarsi, rende le donne maggiormente esposte al rischio di restare sole, private del caregiver principale che è appunto il partner.
Un ulteriore approfondimento, essenziale ai fini di questo volume, riguarda le famiglie in cui almeno un componente ha almeno una limitazione nello svolgimento delle attività abituali
{p. 77}di vita quotidiana. Nel 2016, oltre 5,5 milioni di famiglie hanno dichiarato di avere almeno un componente affetto da limitazioni funzionali, si tratta di oltre un quinto delle famiglie. In questi casi emerge chiaramente come gli aiuti ricevuti siano un sostegno effettivo e necessario per le famiglie: un terzo di tutte le famiglie con un membro affetto da limitazioni, e un quarto di quelle con un componente gravemente limitato, ricevono infatti aiuto. Il tipo di aiuto che queste famiglie ricevono è indicativo dei bisogni che esprimono: oltre la metà delle famiglie riceve aiuti per assistenza (aiuto nel vestirsi, mangiare ecc.), mentre poco meno della metà è stata assistita per esigenze di compagnia e accompagnamento. Il 45% ha ricevuto aiuti per le attività domestiche (preparazione dei pasti, pulizie ecc.), il 41,2% per l’espletamento di pratiche burocratiche e il 38,1% per assistenza di tipo sanitario (somministrazione di farmaci ecc.). Studiare il tipo di aiuto ricevuto permette quindi di fare anche luce sui particolari bisogni di assistenza di queste famiglie e sulle lacune dell’offerta pubblica/privata di servizi.
Note
[4] Questo è direttamente legato al fenomeno di moltiplicazione, nuclearizzazione e frammentazione delle tipologie familiari, sempre più piccole [vedi ISTAT 2023; Tomassini e Vignoli 2023].
[5] Per una rassegna completa dei dati, vedi Castagnaro e Meli [2022].