Re(l)-azioni
DOI: 10.1401/9788815410795/c3
Le cooperative di comunità non sono attori collettivi del tutto nuovi, dato che il tipo di accordo operativo che esprimono si basa su un fenomeno di antica manifestazione e applicazione; è, però, indubbio che in relazione agli aspetti organizzativi e normativi che le strutturano, esse risultino modelli in evoluzione
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. Sono estremamente attuali allorquan
¶{p. 66}do ci si riferisca ai territori e alla progettazione territoriale in una prospettiva di sviluppo socialmente responsabile, resiliente e sostenibile, adottando un orizzonte temporale di lungo periodo al fine di rilanciare i territori più fragili e vulnerabili mediante politiche e strumenti di cooperazione, auto-imprenditorialità e imprenditorialità sociale. A fianco di cooperative eredi di conformazioni e funzioni più tradizionali, ovvero sorte con il precipuo intento di offrire un bene di comunità a un gruppo specifico di cittadini [Spinicci 2011], si sono affermate nuove cooperative di comunità che fondano la propria ragione d’esistenza su una base sociale più composita ed estesa a un’intera comunità [Bianchi 2019], sempre più spesso create con lo scopo di produrre e fornire non già un nuovo servizio quanto un servizio già esistente in un modo nuovo [Mori 2013].
Nel contesto italiano, si inseriscono nel paradigma dello sviluppo locale «olitistico» e basato sulla partecipazione delle popolazioni e delle organizzazioni in cui si manifestano le loro attività economiche, sociali, culturali e civiche [Burini e Sforzi 2020]. Difficile poterle quantificare, data anche la mancanza di una normativa ad hoc; importante poterle studiare per comprenderne meccanismi, ruoli e ricadute soprattutto in relazione alle aree marginali, interne e rurali [Dumont 2019]
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Nel traguardo di questa forma cooperativa e della sua applicazione in ottica transfrontaliera, si inseriscono gli obiettivi dell’Interreg Marittimo Italia-Francia Me.Co. Mentoring e Comunità per lo sviluppo eco-sostenibile
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. Si tratta di un progetto europeo di largo respiro e ampia portata, che ha interessato territori fortemente colpiti da fenomeni di spopolamento, disoccupazione, depauperamento del tessuto socioeconomico. Tra i suoi output, la realizzazione di una piattaforma ICT ha consentito la creazione di un hub di servizi comuni transfrontalieri tra i territori (soprattutto dell’entroterra) di Sardegna, Corsica, Liguria, Toscana e della regione francese Provenza-Alpi-Costa Azzurra (PACA). Tale piattaforma offre un kit di strumenti riguardanti coaching e tutoring, e un modello prototipale di accompagnamento di base a supporto dello start-up di cooperative di comunità che operino nei settori delle filiere blu e verdi (turismo sostenibile, agroambiente, filiera agroalimentare, energia, servizi)
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. I beneficiari sono molteplici, tra essi si possono citare le associazioni di categoria, gli enti di formazione, i poli, i centri per l’impiego ecc. In questa cornice rientra uno specifico progetto dedicato alla costituzione di una cooperativa di comunità, su cui la ricerca condotta ha inteso puntare l’attenzione a fini esplicativi. Stiamo parlando di Brigì, costituita nel 2015 nell’area di riferimento sovracomunale del comune di Mendatica, posto a quasi 800 m s.l.m., in provincia di Imperia, e di tutto il territorio dell’Alta Valle Arroscia sulle Alpi Liguri. Due ragazze e un ragazzo sotto i trent’anni, precedentemente impiegati altrove, decidono di investire su un’idea di sviluppo che coinvolga anche gli abitanti di un piccolo borgo, Mendatica appunto
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. Le spinte alla base della loro scelta sono sia di tipo motivazionale ¶{p. 68}che fattuale, ovvero: sul piano personale l’attaccamento alla montagna, sul piano organizzativo il lavoro in squadra con Comune, Pro Loco e Legacoop Liguria. Alcune piccole iniziative avviate nel corso degli ultimi anni hanno offerto ai tre giovani l’opportunità di mettere a sistema quanto conseguito e di delineare, in modo partecipato, un possibile scenario futuro, individuando nel turismo sostenibile il possibile catalizzatore delle reti locali e delle relazioni che le sostanziano (economiche, sociali, culturali ecc.). È in questo contesto che nasce la cooperativa di comunità Brigì
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Obiettivo fondamentale quello di consentire l’emersione e messa in valore di tutte le potenzialità dei progetti avviati, cominciare una loro narrazione sistematica, e fare da incubatore a nuove iniziative; tutto ciò passando dalla dimensione del volontariato a quella strutturata di una vera e propria impresa. Sin da subito, il bacino di domanda o utenza è parso duplice: certamente Brigì si rivolge ai turisti, suddivisi in diverse tipologie e correlati ai servizi forniti loro in modo diretto dalla cooperativa (familiare, scolastico, verde, sportivo, bike, trekking ecc.), ma dialoga anche con la stessa popolazione, per cui diviene ponte fondamentale tra istanze del territorio e opportunità del mondo esterno. E lo fa indirizzando il proprio business sia verso visitatori esterni che endogeni, proponendo loro attività outdoor o del parco avventura, prodotti tipici locali, escursioni. Nella fase di avvio iniziale, il focus della promozione si è incentrato sulle conoscenze dirette dei soci e delle loro famiglie, facendo ampiamente ricorso alla capacità penetrante dei social media. Negli anni si sono coagulati intorno alla cooperativa diversi interessi da parte degli stakeholders locali, tra cui ristoratori, albergatori, operatori privati delle linee di bus, istituzioni comunali e altri enti locali.
È interessante notare come i finanziamenti e riconoscimenti garantiti dal progetto Me.Co. abbiano alimentato ¶{p. 69}energie pulsanti, in quanto la cooperativa Brigì ha continuato e continua a lavorare, producendo effetti e benefici moltiplicativi per il territorio su cui gravita. Sono stati tradotti, così, in realtà altri progetti per lo sviluppo locale finanziati da enti pubblici, che hanno contribuito a rendere sempre più accogliente, fruibile, sostenibile l’offerta turistica e culturale di quest’area.
Ne costituiscono alcuni esempi: la realizzazione di un piccolo rifugio a Valcona Soprana (1.450 m s.l.m.), posto strategicamente lungo gli assi principali della mobilità dolce, come la Via del Sale; la realizzazione di un centro del villaggio negli spazi dello IAT dotato di spazio coworking, accesso a Internet, corner di prodotti locali sia alimentari che artigianali; la predisposizione di interventi di selvicoltura nella Valle Arroscia e la riattivazione della viabilità forestale e sentieristica in luoghi strategici anche sotto il profilo del turismo e dell’escursionismo. A questi si aggiungono: la realizzazione di una stazione cordless a Valcona Soprana, cioè un centro infrastrutturato in modo specifico e sostenibile per le attività turistiche outdoor che non contempla impianti di risalita e che offre possibilità diversificate di percorsi (tra cui piste per ciaspole, sci freeride con risalita con motoslitta elettrica, circuiti e-bike); la manutenzione straordinaria del Parco Le Canalette con creazione di aree accessibili alle persone diversamente abili, unitamente al recupero di un percorso a San Bernardo per non vedenti, in partnership con il Parco Alpi Liguri e il Comune di Mendatica; la proposta di laboratori didattici e creativi in un antico mulino, legati alla tradizione della cosiddetta «cucina bianca»
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cui è dedicata una festa agostana; le attività di play pet a dorso ¶{p. 70}d’asino così come le passeggiate. Emergono dunque, numerose iniziative volte a implementare il turismo esperienziale e destagionalizzato alla scoperta dei paesaggi locali e delle microterritorialità.
Note
[2] «Le cooperative di comunità si stanno oggi diffondendo in diverse parti del mondo. Questo fenomeno è il punto di arrivo di un’evoluzione secolare che ha visto il progressivo spostamento del baricentro delle cooperative da particolari gruppi sociali o professionali alla società nel suo complesso. Mentre in passato le cooperative si preoccupavano in via prioritaria di soddisfare i bisogni di specifici gruppi all’interno della società, spesso individuati sulla base delle funzioni economiche svolte (lavoratori, consumatori ecc.), le cooperative di comunità sono al servizio di un’intera comunità» [Mori 2015, 246].
[3] «Vi è però un certo fermento a livello regionale, dove alcuni provvedimenti normativi hanno già visto la luce negli ultimi anni. Secondo l’European Research Institute on Cooperatives and Social Enterprises (EURICSE), alcune Regioni (Puglia, Basilicata, Abruzzo, Lombardia, Liguria, Sardegna) riconoscono la Cooperativa di Comunità come una qualifica applicabile, con particolari requisiti e condizioni, a svariate tipologie di impresa cooperativa; l’Emilia-Romagna punta invece a limitare il campo soprattutto alla cooperazione sociale. Vi sono poi altre differenze che riguardano vari aspetti, dal modello di governance, alla delimitazione geografica del campo d’azione, alle limitazioni sulla composizione dei soci come avviene ad esempio nel caso della Regione Puglia che ha imposto una percentuale minima di soci della cooperativa rispetto al numero di abitanti» [Dumont 2019, 158].
[4] Inserito nel settennato 2014-2020, il progetto ha avuto una durata di 36 mesi, una dotazione finanziaria complessiva di 913.750 euro di cui 776.687 euro provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) (http://interreg-maritime.eu/it/web/meco/progetto).
[6] Oggi è un borgo popolato da 161 abitanti, nel 2015 da 150 (https://www.tuttitalia.it/liguria/87-mendatica/).
[7] Con 13 soci, 14 dipendenti, 6 collaboratori, con circa 5.000 visite all’anno tra le varie attività, in un contesto di Pro Loco attiva, con amministrazione virtuosa e un team giusto (https://www.coopdicomunita.eu/coop_home_page/coop-brigi/).
[8] Una serata durante la quale il borgo di Mendatica, come tradizione da diversi anni, ospita, tra aie e caruggi, un itinerario gastronomico alla scoperta delle malghe tipiche della transumanza. La cucina bianca (composta da farinacei, latticini, ortaggi come patate, rape, porri e aglio) diventa protagonista di una serata interamente dedicata alla memoria di un patrimonio che ogni anno viene riproposto in un percorso itinerante dove a ogni punto di degustazione corrisponde un piatto caratteristico preparato dalle singole famiglie del paese (https://www.borghidiriviera.it/evento/festa-della-cucina-bianca-mendatica/).