Note
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L’indagine multimetodo è stata condotta sulle seguenti fonti di dati: Osservatorio Smart Agri-Food del Politecnico di Milano e magazine specializzati; indice DESI, 2022; sezione relativa ai progetti italiani dell’azione Smart Village (https://enrd.ec.europa.eu/projects-practice/_it?f%5B0%5D=sm_enrd_eu_countries%3AItaly); ricerca per parole chiave (borgo smart, borgo digitale, aree rurali AND digitale, campagna digitale, campagna smart) condotta negli archivi digitali dei principali quotidiani nazionali («Corriere della Sera», «la Repubblica», «Il Sole 24 Ore») e magazine specializzati («Wired»).
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Le altre aree tematiche sono: Long-Term Rural Vision, che si prefigge di valorizzare il potenziale delle aree rurali in relazione ad alcune sfide cruciali, come il cambiamento demografico, la connettività, il rischio di povertà e un accesso limitato ai servizi; Greening the Rural Economy, che intendetutelare e valorizzare gli ecosistemi agricoli e forestali, promuovendo la transizione verso un’economia agricola, agroalimentare e forestale a basso impatto ambientale e resiliente; Social Inclusion, che promuove l’«inclusione sociale», la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle aree rurali; Generational Renewal, che si prefigge la riduzione dell’età media degli agricoltori in UE, favorendo la loro formazione e la propensione all’innovazione per supportare l’agricoltura sostenibile.
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Per ulteriori approfondimenti: https://enrd.ec.europa.eu/enrd-thematic-work/smart-and-competitive-rural-areas/smart-villages_en.
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Smart Villages Pilot Project, Briefing note, 21 febbraio 2019, https://enrd.ec.europa.eu/smart-and-competitive-rural-areas/smart-villages/smart-villages-portal_it.
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Nella «Rivista rurale dell’UE», n. 26, pubblicata dall’ENRD, il riferimento è all’intelligent community codificata in www.intelligentcommunity.org/what_is_an_intelligent_ community.
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Nell’ambito degli studi critici sulla Smart City, alcune posizioni più radicali ne contestano in toto i presupposti concettuali e dunque gli esiti materiali, attribuendo allo strumento della Smart City la responsabilità dell’avanzamento del neoliberismo urbano. Altri approcci, pur riconoscendone le criticità, non ne sconfessano tout court gli assunti e propongono una visione meno orientata alla tecnologia e più a reale servizio degli utenti.
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La Commissione europea pubblica annualmente l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI), con cui monitora i progressi compiuti dagli Stati UE in ambito digitale. L’Italia si colloca al 18º posto tra i 27 Stati dell’Unione con un punteggio di 49,3 rispetto alla media di 52,3.
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Il documento è reperibile all’indirizzo https://www.georgofili.it/contenuti/prospettive-digitalizzazione-sviluppo-sostenibile/8268.
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Tra le esperienze promosse dai privati che coniugano aree rurali e smart working, si cita l’esperimento di «workation» proposto dalla piattaforma Borgo Office (www.borgooffice.org) che coniuga quello che i promotori definiscono «smart working + farm supporting»: aziende agricole di piccoli centri, appositamente attrezzate per lo smart working, accolgono gratuitamente i cosiddetti «nomadi digitali» che, in cambio, sono invitati (ma non obbligati) a sostenere la struttura comprando dei pacchetti con prodotti tipici. Si ricorda anche l’attività promossa dall’associazione di innovazione sociale Southworking, Lavorare dal Sud (www.southworking.it) che dal 2020 promuove nuove forme di attrattività residenziale a medio e lungo termine nelle regioni del Sud Italia.