La lettura ad alta voce condivisa
DOI: 10.1401/9788815410238/c2
La ricerca internazionale indica
che gli insegnanti tendono ad avere un repertorio ristretto di testi per bambini e
fanno troppo affidamento su un canone popolare influenzato dai media, dagli autori
famosi e dalla loro stessa infanzia [Conradi Smith, Young e Yatzech 2022; Clark e
Teravainen 2015; CLPE 2021; Cremin et al. 2008a; 2008b; Farrar
2021]. È inevitabile quindi che, nei casi in cui non ricevano adeguato supporto, le
scelte degli insegnanti riguardo i testi da leggere ad alta voce siano vincolate a
quanto appena detto. Studi recenti indicano che, in media, la data di pubblicazione
dei testi più letti nelle scuole elementari è il 1995 per gli Stati Uniti [Conradi
Smith, Young e Yatzech 2022] e il 1992 per il Regno Unito [CLPE 2021]. Pur non
dovendo prescindere dalla qualità dei testi, se dominano i libri del passato, è
improbabile che questi possano riflettere appieno le realtà e le diversità degli
studenti o trattare argomenti e questioni di attualità per i giovani. Di
conseguenza, i bambini non saranno in grado di rispecchiarsi nella finzione
¶{p. 89}[Bishop 1990] né di comprendere i valori e le pratiche
culturali degli altri.
Tuttavia, alcuni insegnanti si
considerano esperti disciplinari e non esperti letterari con una profonda
comprensione del potere della narrativa [Garces-Bacsal et al.
2018] e per questo non comprendono appieno la rilevanza di una conoscenza ampia ed
estesa dei testi per bambini. Eppure gli esseri umani usano le storie per dare senso
all’esperienza, al mondo e per costruire il proprio pensiero [Bruner 1986]. Come
affermava Hardy, il romanzo non fa altro che intensificare, isolare e analizzare i
movimenti narrativi della coscienza umana («the novel merely heightens, isolates,
and analyses the narrative motions of human consciousness» [Hardy 1968, 5]).
Inoltre, gli studi rivelano un significativo effetto fiction
(fiction effect), uno stretto rapporto tra i giovani che
leggono narrativa per piacere e le loro abilità di comprensione del testo [Jerrim e
Moss 2019; Jerrim, Lopez-Agudo e Marcenaro-Gutierrez 2020]. La ricerca indica anche
il potenziale della narrativa per lo sviluppo sociale, emotivo e il miglioramento
dell’empatia nei lettori forti [Batini et al. 2021; Wulandini e
Handayani 2018].
Essendo essi stessi avidi
lettori, gli Insegnanti che Leggono riconoscono come responsabilità professionale,
sociale e morale quella di ampliare la conoscenza della letteratura per bambini e di
altri testi e sono consapevoli che, grazie alla loro passione e competenza in
materia, possono promuovere in modo più efficace la lettura per piacere e scegliere
più consapevolmente i testi da leggere ad alta voce [Cremin et
al. 2022].
5.2. Conoscenza dei singoli lettori
Non è possibile, e forse neanche
desiderabile, misurare il piacere della lettura nei bambini. Ciò nonostante, al fine
di supportare un coinvolgimento sempre maggiore, è vitale comprendere la
predisposizione degli scolari, i loro interessi e il loro senso di autoefficacia
rispetto alla lettura [Ives et al. 2020; Ng 2018; Reedy e de
Carvahlo 2021]. L’autoperce¶{p. 90}zione dei più piccoli come
lettori e le identità di lettori che costruiscono sono in continua evoluzione,
influenzate dal testo e dal contesto. Le loro identità sono anche modellate dal loro
senso di autoefficacia e agentività e influenzate da esperienze di lettura passate e
presenti (riuscite o meno), dal loro ambiente domestico e scolastico e dai messaggi
trasmessi da altre persone importanti (ad esempio, famiglia, coetanei e scuola)
[McGeown et al. 2020, 217]. Il modo in cui i giovani
percepiscono di essere visti dagli altri come lettori è particolarmente saliente e
si collega a ricerche che evidenziano il coinvolgimento degli insegnanti e la misura
in cui gli adulti investono nelle loro relazioni con i giovani come lettori,
offrendo accettazione, connessione e relazione [Cremin et al.
2014; De Naeghel et al. 2014].
Esplorare gli atteggiamenti, le
percezioni e i comportamenti dei bambini durante la lettura ad alta voce può anche
essere prezioso per gli educatori che stanno lavorando per coltivare la lettura
ricreativa nei bambini. Pertanto, gli Insegnanti che Leggono s’impegnano a
sviluppare professionalmente la loro comprensione delle identità e delle sicurezze
dei bambini come lettori e lettrici. Lo fanno utilizzando una gamma di strategie che
sperimentano prima su loro stessi grazie a momenti di autoriflessione sulle proprie
pratiche di lettura. Questo fornisce un modello per i più piccoli, ma non si tratta
di un «fai come faccio» o «fai come dico» poiché gli Insegnanti che Leggono sanno
apprezzare la ricca diversità dei lettori. Le strategie comprendono disegni o
sommari delle loro identità di lettori e lettrici, storie di lettura, letture nel
corso delle 24 ore (per catturare eventuali differenze nella tipologia di testi
letti nel corso di una giornata), conversazioni di gruppo (con domande chiave
suggerite), sondaggi, registri di lettura o diari e monitoraggio dei prestiti in
biblioteca o a scuola. Questi approcci consentono agli insegnanti di sviluppare
un’immagine più completa di ogni singolo lettore e di fare scelte di lettura ad alta
voce più rispondenti alle necessità o ai gusti rilevati. Inoltre, gli Insegnanti che
Leggono, possono attingere alla loro conoscenza dei testi per bambini e non solo per
offrire consigli di lettura più personalizzati possibile. Ponendosi
¶{p. 91}come compagni di lettura, sono in grado di discutere questi
testi con i più piccoli, favorendo così le relazioni da lettore a lettore e
contribuendo alla costruzione di una comunità di lettori impegnati [Cremin
et al. 2022].
5.3. Comprendere la natura della lettura
In ambito scolastico,
soprattutto nelle culture di riferimento, la lettura è spesso vista come una
competenza, un’abilità a sé, indipendente dal testo e dal contesto [Street 1984]. La
letteratura tende a essere usata meramente al servizio dell’insegnamento delle
abilità di alfabetizzazione di base [Hempel-Jorgensen et al.
2018]; di conseguenza, gli insegnanti possono arrivare a vedere la lettura come
un’abilità scolastica totalmente staccata dal mondo ideologico della creazione di
significati collettivi. Nella ricerca originaria TaRS, quando si discuteva di testi
scelti dai bambini, gli insegnanti in formazione parlavano del loro valore per
specifici scopi didattici e per lo sviluppo delle abilità, come ad esempio il loro
uso potenziale come testi guida per insegnare la scrittura descrittiva o «per
insegnare la caratterizzazione» o «per allenarsi a usare gli aggettivi». Al
contrario, quando discutevano di testi per adulti scelti da loro stessi, gli
insegnanti parlavano con passione e sentimento dei temi e delle questioni in essi
presenti e creavano molteplici connessioni personali, morali e sociali [Cremin
et al. 2014]. I testi risuonavano, riverberavano e si
arricchivano di significati attraverso conversazioni con altri che li avevano letti.
Come osservato da Boyask et al. [2022], gli approcci scolastici
alla lettura agiscono come tecnologie individuanti che sminuiscono i piaceri della
lettura insieme. Nel corso del tempo, tuttavia, con repertori sempre più ampi di
testi per bambini e molteplici opportunità di riflettere e discutere i testi scelti
e la natura della lettura nella propria vita, la maggior parte degli insegnanti è
arrivata a percepire la lettura in modo diverso. Inoltre, il loro viaggio verso il
divenire lettori consapevoli, ha influenzato la loro pratica della lettura ad alta
voce, stimolandoli a offrire opportunità ¶{p. 92}di conversazioni
maggiormente esplorative per creare connessioni e interazioni.
In particolare, coloro che si
sono formati come Insegnanti che Leggono sono arrivati a sottolineare il valore dei
libri in comune, quelli vissuti insieme agli alunni, e a riconoscere che anche le
dimensioni affettive, sociali e d’immedesimazione della lettura hanno bisogno di
spazio e sostegno a scuola [Kucirkova e Cremin 2020]. Il loro coinvolgimento come
lettori ha spinto questi educatori e insegnanti a evitare di restare vincolati a
certa letteratura, lasciando spazio a risposte personali, critiche ed estetiche ai
testi, proprio come succedeva quando avevano parlato delle loro letture con i pari.
In parte lo hanno fatto ponendo domande aperte e valorizzando le risposte di tutti i
bambini all’interno della comunità interpretativa della classe in cui si legge ad
alta voce. Le chiacchierate informali sui libri sono diventate parte integrante
della pratica della lettura ad alta voce e i bambini hanno potuto esprimere e
scoprire le proprie opinioni e quelle degli altri in un contesto non valutativo in
cui tutte le diverse prospettive vengono accettate e rispettate. L’importanza di
questo momento di socializzazione è riportata anche in altri studi che includono o
esaminano la lettura ad alta voce [Batini, Bartolucci e
Timpone 2018; McClure e Fullerton 2017; Moffatt, Heydon e
Iannacci 2019; Moses e Kelly 2018; Westbrook et al. 2019].
Inoltre, gli Insegnanti che
Leggono, pienamente consapevoli della loro agentività come lettori, e in linea con
le ricerche che indicano l’importanza di tale volizione [De Naeghel et
al. 2014; Cremin et al. 2014; Ng 2018; McGeown
et al. 2020], hanno letto ad alta voce un’ampia gamma di
testi, bilanciando le proprie scelte con quelle dei bambini. Lo hanno fatto in modi
molto diversi e creando opportunità in vari ambiti scolastici affinché i giovani
potessero scegliere di leggere ad alta voce o di ascoltarsi a vicenda in
biblioteche, classi, giardini e in altre occasioni di ritrovo. «Il venerdì scegli
tu» (You Choose Fridays’), che consisteva nel dare ai bambini
l’opportunità di spostarsi nella classe di un altro insegnante per ascoltare le
letture, è diventato una pratica comune in alcune scuole.¶{p. 93}
5.4. Un approccio basato sul monitoraggio della lettura ad alta voce
Infine, nei vari studi, gli
Insegnanti che Leggono si sono dimostrati particolarmente attenti a notare,
rispondere e monitorare responsabilmente la loro pratica di lettura ad alta voce al
fine di garantirne il valore. Avevano fiducia nella lettura ad alta voce e
monitoravano come questa veniva vissuta e integrata nella loro vita quotidiana. In
classe osservavano come i bambini e le bambine contribuivano alla co-costruzione dei
testi prestando attenzione al loro linguaggio del corpo e notando chi tendeva a
parlare, fare domande, disegnare e/o discutere il testo. Particolare attenzione è
stata data anche alla natura delle risposte dei bambini e alla misura in cui queste
erano letterali, inferenziali e/o empatiche. Ai lettori meno avvantaggiati e/o
coinvolti è stato offerto un supporto maggiore. La riflessione degli insegnanti
rispetto a cosa li ha sorpresi, al loro senso di autoefficacia nel far emergere
possibili significati e all’impatto che hanno avuto sul livello di coinvolgimento
della classe, ha mostrato altissimi livelli di autoconsapevolezza. Occasionalmente,
in risposta allo scarso coinvolgimento di uno o più bambini o bambine, alcuni testi
sono stati messi da parte e rimpiazzati da altri, di nuovo mettendo in primo piano
l’agentività dei giovani lettori e lettrici.
Dato che l’obiettivo era
promuovere la lettura ricreativa all’interno e all’esterno della scuola, è inoltre
significativo riportare che gli Insegnanti che Leggono sono stati determinanti nel
trasformare la lettura ad alta voce in lettura volitiva. Lo hanno fatto condividendo
letture che si ricollegavano al testo che stavano leggendo, consigliando libri dello
stesso autore o illustratore o altri che trattavano lo stesso tema o i cui
protagonisti condividevano alcune caratteristiche. Occasionalmente, gli Insegnanti
che Leggono hanno invitato i giovani lettori a contribuire ai consigli
bibliografici. Sebbene questo fosse piuttosto diffuso, non faceva comunque parte di
ogni esperienza di lettura ad alta voce e non è diventata una pratica
routinaria.
¶{p. 94}