Federico Batini (a cura di)
La lettura ad alta voce condivisa
DOI: 10.1401/9788815410238/a1
Le azioni sul campo hanno riguardato una serie davvero molto varia di attività: dall’attivazione di training narrativi con il metodo della lettura ad alta voce condivisa, all’organizzazione di reading pubblici, maratone di lettura, al reclutamento di nuovi volontari e all’attivazione di servizi di volontariato, tra cui il service learning come percorso di apprendimento, pratica e cittadinanza, dall’attivazione di PCTO nelle scuole con la lettura al centro, alla costruzione e co-costruzione di percorsi bibliografici tematici, pensati per diversi potenziali target di beneficiari, all’avvio e alla facilitazione di tavoli di lavoro di livello nazionale centrati su diversi ambiti di azione legati alla pratica della lettura ad alta voce, con lo scopo di mettere stabilmente in dialogo diverse realtà pubbliche e private, affinché si passi dalla promozione evenemenziale della lettura a una progettazione operativa che garantisca la massima continuità, diffusione, equità e ampiezza di vedute, sino all’attivazione di un contest radiofonico sulla lettura ad alta voce che nel giro di 24 ore dal lancio ha visto l’adesione diretta e spontanea di oltre 500 ragazze e ragazzi.
Il progetto si è prefisso di trasformare gli utenti, gradualmente, con particolare attenzione alle ragazze e ai ragazzi, alle bambine e ai bambini, in attori del progetto e della lettura ad alta voce perché diano sostenibilità e futuro alle attività di volontariato e promozione.

3. Ad Alta Voce Porta Palazzo

Ad Alta Voce è un progetto che si svolge presso l’Istituto comprensivo Torino II, che comprende 4 plessi, per un totale di 1.032 studenti. L’iniziativa vanta, tra le istituzioni promotrici: Fondazione per la Scuola (ente della Fondazione Compagnia di San Paolo) [3]
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Fondazione per la Scuola ha «adottato» l’approccio proposto dal gruppo di lavoro misto università/associazioni e il metodo della lettura ad alta voce condivisa e sta operando, con differenti azioni, per allargare il progetto e per diffondere il metodo presso le autonomie scolastiche, in accordo con i propri obiettivi istituzionali.
Porta Palazzo è un quartiere nella città di Torino, complesso e stimolante, soprattutto perché caratterizzato da un tasso di presenza immigrata tra i più elevati della città. In virtù di questa peculiarità, il quartiere può essere considerato un complesso laboratorio di integrazione e una realtà di convivenza urbana dalle molteplici sfaccettature ed è stato ed è un banco di prova stimolante e affascinante per «collaudare» ulteriormente l’efficacia del metodo della lettura ad alta voce condivisa.
Negli ultimi 75 anni la ricerca educativa ha raccolto solo conferme rispetto al ruolo della lettura ad alta voce come pilastro nello sviluppo dell’alfabetizzazione. Attraverso la mediazione della lettura ad alta voce, i bambini più piccoli hanno la possibilità di avvicinarsi precocemente alle storie e allenare le loro abilità di comprensione, mentre i bambini più grandi e i ragazzi sono in grado di fruire fruttuosamente di testi di livello linguistico superiore rispetto a quelli a cui potrebbero accedere mediante la lettura autonoma, rinforzandosi allo stesso tempo. Essere esposti in modo continuativo alla lettura ad alta voce rende le idee complesse più accessibili ed espone bambini e ragazzi a un vocabolario più ricco, a forme e varietà linguistiche che non fanno parte del linguaggio quotidiano.
La lettura ad alta voce condivisa, come emerge sin dall’Introduzione, ha inoltre numerosi effetti positivi anche sulla lettura autonoma successiva: aiuta a capire la struttura dei libri, crea {p. 224}delle attese nei confronti dello sviluppo della storia, consente di abituarsi e allenarsi ad attribuire significati e a conoscere possibilità di interpretazione alternative, migliora il lessico e le abilità di comprensione. Sono inoltre numerose le evidenze che mettono in relazione la lettura ad alta voce con lo sviluppo delle abilità e conoscenze indispensabili per il successo scolastico: i bambini abituati ad ascoltare letture scrivono bene e ottengono risultati migliori anche in altre aree; per questo le pratiche di lettura condivisa sono ampiamente raccomandate per promuovere il linguaggio e altre abilità, come quelle denominate di emergent literacy.
La «doppia disuguaglianza» vissuta dagli studenti migranti dipende anche dal contesto scolastico. Il progetto Ad Alta Voce Porta Palazzo vuole agire proprio sulle condizioni che rendono possibile l’equità nell’apprendimento e un percorso e un progresso in direzione dell’equità e della democrazia cognitiva.
Gli obiettivi alla base del progetto vanno nella direzione dell’integrazione della lettura ad alta voce, con il metodo di cui parliamo in questo volume, da parte degli insegnanti per i bambini e i ragazzi con cui lavorano come pratica quotidiana e sistematica.
Parallelamente, il progetto si è proposto di promuovere l’inclusione e facilitare i processi di integrazione nell’ambiente scolastico e sociale mediante quella che può essere considerata una concreta azione equitativa: l’esposizione alla lettura ad alta voce condivisa si è altresì rivelata come mezzo «naturale», economico, facilitante per favorire apprendimenti trasversali e acquisire una progressiva padronanza della lingua italiana.
Il progetto, pur nell’elevato turnover dei docenti ha voluto puntare anche sul miglioramento delle competenze relazionali e sul benessere complessivo di ragazze e ragazzi, bambine e bambini, facilitandone i processi di sviluppo cognitivi, psicologici, identitari ed emotivi.
Nei due anni di realizzazione del progetto, sono state proposte e implementate molteplici azioni, con il fine di attuarlo in tutta la sua complessità e di documentare in maniera più dettagliata possibile gli sviluppi dell’intero percorso.
Nella tabella 2 sono richiamate le azioni principali del progetto.
La strutturazione di analisi quanti-qualitative per il tramite dell’incrocio tra dati raccolti attraverso strumenti standardizzati e diari di bordo da parte degli insegnanti aderenti ha consentito,
{p. 225}attraverso le analisi statistiche dei dati raccolti con strumenti standardizzati e l’analisi qualitativa dei dati (e la quantificazione di alcune domande chiuse presenti negli strumenti qualitativi impiegati) [4]
di individuare le coerenze che si sono verificate tra dati osservativi, percettivi e quantitativi con la pratica didattica della lettura ad alta voce condivisa.
Note
[3] Fondazione per la Scuola ha lo scopo di contribuire, anche attraverso lo svolgimento e la promozione di attività di ricerca (anche la recente trasformazione in ente di ricerca va a rinforzare questa vocazione) orientate a elevare la qualità e l’efficacia del sistema educativo, facendo riferimento alle migliori esperienze in termini di innovazione dei processi di apprendimento e facilitandone il trasferimento, con una costante assistenza alle istituzioni scolastiche affinché possano acquisirle, adattarle e utilizzarle. Nel suo primo anno il progetto è stato proposto nell’ambito di Riconnessioni (anch’esso afferente alla Fondazione Compagnia di San Paolo), un progetto-modello che si propone di fornire a scuole primarie e secondarie di I grado un accompagnamento nel processo di innovazione tecnologica, organizzativa e didattica, con l’obiettivo di rendere la scuola il punto nevralgico della trasformazione sociale attraverso la costituzione di una comunità di docenti, studenti, genitori. Un ruolo di sostegno lo ha avuto anche la Fondazione Lavazza Onlus, che promuove e realizza progetti di sostenibilità economica, sociale e ambientale a favore delle comunità.
[4] I diari di lettura hanno alcune domande con risposte su scale numeriche che hanno permesso di valutare l’andamento nel tempo di alcune variabili (ad es. tempo di lettura, tempi di attenzione...), il calcolo delle percentuali relative alle risposte nelle domande a scelta multipla, e un lavoro di categorizzazione sul contenuto delle risposte alle domande aperte, sulla base della frequenza all’interno dei resoconti. Per le domande che prevedevano la scelta di una risposta tra una o più di quelle fornite, sono state calcolate le percentuali relative alla frequenza di ciascuna opzione di risposta. Le variabili considerate erano relative a: manifestazione di interesse da parte dei bambini, tipologie di manifestazioni verbali, benefici riscontrati, ulteriori benefici e/o guadagni correlati all’attività di lettura.