La lettura ad alta voce condivisa
DOI: 10.1401/9788815410238/a1
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Le azioni sul campo hanno riguardato
una serie davvero molto varia di attività: dall’attivazione di
training narrativi con il metodo della lettura ad alta voce
condivisa, all’organizzazione di reading pubblici, maratone di
lettura, al reclutamento di nuovi volontari e all’attivazione di servizi di
volontariato, tra cui il service learning come percorso di
apprendimento, pratica e cittadinanza, dall’attivazione di PCTO nelle scuole con la
lettura al centro, alla costruzione e co-costruzione di percorsi bibliografici tematici,
pensati per diversi potenziali target di beneficiari, all’avvio e alla facilitazione di
tavoli di lavoro di livello nazionale centrati su diversi ambiti di azione legati alla
pratica della lettura ad alta voce, con lo scopo di mettere stabilmente in dialogo
diverse realtà pubbliche e private, affinché si passi dalla promozione evenemenziale
della lettura a una progettazione operativa che garantisca la massima continuità,
diffusione, equità e ampiezza di vedute, sino all’attivazione di un
contest radiofonico sulla lettura ad alta voce che nel giro di
24 ore dal lancio ha visto l’adesione diretta e spontanea di oltre 500 ragazze e
ragazzi.
Il progetto si è prefisso di
trasformare gli utenti, gradualmente, con particolare attenzione alle ragazze e ai
ragazzi, alle bambine e ai bambini, in attori del progetto e della lettura ad alta voce
perché diano sostenibilità e futuro alle attività di volontariato e promozione.
3. Ad Alta Voce Porta Palazzo
Ad Alta Voce è
un progetto che si svolge presso l’Istituto comprensivo Torino II, che comprende 4
plessi, per un totale di 1.032 studenti. L’iniziativa vanta, tra le istituzioni
promotrici: Fondazione per la Scuola (ente della Fondazione Compagnia di San Paolo)
[3]
.¶{p. 223}
Fondazione per la Scuola ha
«adottato» l’approccio proposto dal gruppo di lavoro misto università/associazioni e il
metodo della lettura ad alta voce condivisa e sta operando, con differenti azioni, per
allargare il progetto e per diffondere il metodo presso le autonomie scolastiche, in
accordo con i propri obiettivi istituzionali.
Porta Palazzo è un quartiere nella
città di Torino, complesso e stimolante, soprattutto perché caratterizzato da un tasso
di presenza immigrata tra i più elevati della città. In virtù di questa peculiarità, il
quartiere può essere considerato un complesso laboratorio di integrazione e una realtà
di convivenza urbana dalle molteplici sfaccettature ed è stato ed è un banco di prova
stimolante e affascinante per «collaudare» ulteriormente l’efficacia del metodo della
lettura ad alta voce condivisa.
Negli ultimi 75 anni la ricerca
educativa ha raccolto solo conferme rispetto al ruolo della lettura ad alta voce come
pilastro nello sviluppo dell’alfabetizzazione. Attraverso la mediazione della lettura ad
alta voce, i bambini più piccoli hanno la possibilità di avvicinarsi precocemente alle
storie e allenare le loro abilità di comprensione, mentre i bambini più grandi e i
ragazzi sono in grado di fruire fruttuosamente di testi di livello linguistico superiore
rispetto a quelli a cui potrebbero accedere mediante la lettura autonoma, rinforzandosi
allo stesso tempo. Essere esposti in modo continuativo alla lettura ad alta voce rende
le idee complesse più accessibili ed espone bambini e ragazzi a un vocabolario più
ricco, a forme e varietà linguistiche che non fanno parte del linguaggio quotidiano.
La lettura ad alta voce condivisa,
come emerge sin dall’Introduzione, ha inoltre numerosi effetti positivi anche sulla
lettura autonoma successiva: aiuta a capire la struttura dei libri, crea
¶{p. 224}delle attese nei confronti dello sviluppo della storia,
consente di abituarsi e allenarsi ad attribuire significati e a conoscere possibilità di
interpretazione alternative, migliora il lessico e le abilità di comprensione. Sono
inoltre numerose le evidenze che mettono in relazione la lettura ad alta voce con lo
sviluppo delle abilità e conoscenze indispensabili per il successo scolastico: i bambini
abituati ad ascoltare letture scrivono bene e ottengono risultati migliori anche in
altre aree; per questo le pratiche di lettura condivisa sono ampiamente raccomandate per
promuovere il linguaggio e altre abilità, come quelle denominate di emergent
literacy.
La «doppia disuguaglianza» vissuta
dagli studenti migranti dipende anche dal contesto scolastico. Il progetto Ad
Alta Voce Porta Palazzo vuole agire proprio sulle condizioni che rendono
possibile l’equità nell’apprendimento e un percorso e un progresso in direzione
dell’equità e della democrazia cognitiva.
Gli obiettivi alla base del progetto
vanno nella direzione dell’integrazione della lettura ad alta voce, con il metodo di cui
parliamo in questo volume, da parte degli insegnanti per i bambini e i ragazzi con cui
lavorano come pratica quotidiana e sistematica.
Parallelamente, il progetto si è
proposto di promuovere l’inclusione e facilitare i processi di integrazione
nell’ambiente scolastico e sociale mediante quella che può essere considerata una
concreta azione equitativa: l’esposizione alla lettura ad alta voce condivisa si è
altresì rivelata come mezzo «naturale», economico, facilitante per favorire
apprendimenti trasversali e acquisire una progressiva padronanza della lingua italiana.
Il progetto, pur nell’elevato
turnover dei docenti ha voluto puntare anche sul miglioramento
delle competenze relazionali e sul benessere complessivo di ragazze e ragazzi, bambine e
bambini, facilitandone i processi di sviluppo cognitivi, psicologici, identitari ed
emotivi.
Nei due anni di realizzazione del
progetto, sono state proposte e implementate molteplici azioni, con il fine di attuarlo
in tutta la sua complessità e di documentare in maniera più dettagliata possibile gli
sviluppi dell’intero percorso.
Nella tabella 2 sono richiamate le
azioni principali del progetto.
La strutturazione di analisi
quanti-qualitative per il tramite dell’incrocio tra dati raccolti attraverso strumenti
standardizzati e diari di bordo da parte degli insegnanti aderenti ha consentito,
¶{p. 225}attraverso le analisi statistiche dei dati raccolti con
strumenti standardizzati e l’analisi qualitativa dei dati (e la quantificazione di
alcune domande chiuse presenti negli strumenti qualitativi impiegati)
[4]
di individuare le coerenze che si sono verificate tra dati osservativi,
percettivi e quantitativi con la pratica didattica della lettura ad alta voce condivisa.
Note
[3] Fondazione per la Scuola ha lo scopo di contribuire, anche attraverso lo svolgimento e la promozione di attività di ricerca (anche la recente trasformazione in ente di ricerca va a rinforzare questa vocazione) orientate a elevare la qualità e l’efficacia del sistema educativo, facendo riferimento alle migliori esperienze in termini di innovazione dei processi di apprendimento e facilitandone il trasferimento, con una costante assistenza alle istituzioni scolastiche affinché possano acquisirle, adattarle e utilizzarle. Nel suo primo anno il progetto è stato proposto nell’ambito di Riconnessioni (anch’esso afferente alla Fondazione Compagnia di San Paolo), un progetto-modello che si propone di fornire a scuole primarie e secondarie di I grado un accompagnamento nel processo di innovazione tecnologica, organizzativa e didattica, con l’obiettivo di rendere la scuola il punto nevralgico della trasformazione sociale attraverso la costituzione di una comunità di docenti, studenti, genitori. Un ruolo di sostegno lo ha avuto anche la Fondazione Lavazza Onlus, che promuove e realizza progetti di sostenibilità economica, sociale e ambientale a favore delle comunità.
[4] I diari di lettura hanno alcune domande con risposte su scale numeriche che hanno permesso di valutare l’andamento nel tempo di alcune variabili (ad es. tempo di lettura, tempi di attenzione...), il calcolo delle percentuali relative alle risposte nelle domande a scelta multipla, e un lavoro di categorizzazione sul contenuto delle risposte alle domande aperte, sulla base della frequenza all’interno dei resoconti. Per le domande che prevedevano la scelta di una risposta tra una o più di quelle fornite, sono state calcolate le percentuali relative alla frequenza di ciascuna opzione di risposta. Le variabili considerate erano relative a: manifestazione di interesse da parte dei bambini, tipologie di manifestazioni verbali, benefici riscontrati, ulteriori benefici e/o guadagni correlati all’attività di lettura.