La valutazione dell'esperienza duale nell'istruzione e formazione professionale
DOI: 10.1401/9788815371225/c5
A tal fine è già stato avviato da
Regione Piemonte un ampio processo di confronto, interno ed esterno, finalizzato ad
adottare:
¶{p. 156}
– una nuova legge regionale che
riconduca a un indirizzo e a una disciplina unitaria i sistemi di orientamento,
formazione e lavoro, per il conseguimento degli obiettivi connessi alle politiche per lo
sviluppo delle competenze, per l’occupazione e per l’inclusione socio-lavorativa;
– una programmazione unitaria di
misure integrate e continue per il lavoro e per la formazione professionale, in coerenza
con le riforme nazionali in materia di politica attiva del lavoro;
– nuove modalità di riconoscimento e
rimborso dei servizi formativi e di accompagnamento ai giovani e alle imprese basate su
unità di costo standard e modalità di assegnazione delle risorse commisurate al successo
formativo e occupazionale.
3. L’apprendistato formativo in Piemonte
L’apprendistato «formativo», laddove
correttamente attuato, rappresenta la più compiuta espressione della formazione duale;
nell’ambito della sperimentazione «Bobba», ma prima ancora e anche oltre questa, la
nostra regione ha creduto e investito ingenti risorse proprio per lo sviluppo di un
sistema regionale d’apprendistato formativo d’eccellenza.
È opportuno, a tale proposito,
ricordare che le varie discipline in materia di apprendistato che si sono susseguite nel
tempo hanno generato numerose criticità, sia da un punto di vista interpretativo, sia da
un punto di vista applicativo, tanto da frenare, anziché sostenere, la diffusione di
questo strumento. L’apprendistato, infatti, è frutto di una combinazione tra
disposizioni di rango diverso:
– la disciplina di livello
nazionale, che regola i LEP (Livelli essenziali delle prestazioni) del rapporto di
lavoro;
– le discipline regionali, che hanno
la competenza di regolare i profili formativi delle varie tipologie di apprendistato;
– l’autonomia collettiva che,
attraverso appositi accordi interconfederali e contratti collettivi nazionali di
categoria, ha la possibilità di intervenire in una serie di materie indicate dal d.lgs.
n. 81/2015.¶{p. 157}
È proprio da questa complessità,
connessa alla regolazione multilivello, che spesso si originano dubbi e incertezze
applicative.
La nostra regione ha affrontato le
criticità e i vincoli sopra richiamati e, attraverso la costruzione del «sistema
piemontese» di apprendistato, li ha almeno in parte superati o alleggeriti.
Il sistema di apprendistato
piemontese si connota, infatti, per i seguenti fattori interdipendenti:
– una
governance aperta e ampiamente partecipata, coordinata dalla
regione;
– un modello regolatorio unitario;
– la programmazione integrata di
misure a sostegno del capitale umano, dell’occupazione e della competitività
territoriale;
– un modello gestionale
informatizzato e smart per imprese e agenzie formative;
– l’efficace e continua azione di
promozione e diffusione.
In attuazione al dettato normativo
nazionale, disciplinato dal d.lgs. n. 81/2015 e dal decreto interministeriale emanato il
12 ottobre 2015, Regione Piemonte ha, infatti, animato un ampio processo di
concertazione che ha coinvolto nella governance dell’apprendistato
i principali stakeholder (istituzioni formative, istituzioni
locali, imprese, intermediari, associazioni datoriali e sindacali, consulenti del lavoro
ecc.) ed è pervenuto dapprima alla sottoscrizione di un’intesa con le parti sociali,
l’USR (Ufficio scolastico regionale) e gli Atenei piemontesi, per la definizione della
disciplina degli standard formativi, i criteri generali per la realizzazione dei
percorsi e gli aspetti contrattuali dell’apprendistato (deliberazione della Giunta
regionale n. 26-2946 del 22 febbraio 2016). Successivamente tale disciplina è stata
revisionata e aggiornata a seguito di una nuova intesa sottoscritta, oltre che dai
soggetti già firmatari della precedente, anche da Anpal servizi e dalle Fondazioni ITS
piemontesi, e recepita con deliberazione della Giunta regionale il 20 novembre 2020.
Inoltre, al fine di favorire la
conoscenza del contratto di apprendistato in tutti gli aspetti, giuslavoristici,
organizzativi, legati all’offerta formativa, nelle sue diverse articolazioni,
¶{p. 158}Regione Piemonte ha reso disponibile dallo scorso dicembre sul
proprio sito il servizio informativo dedicato «InfoApprendistato» cui possono accedere
giovani, famiglie, imprese, parti sociali, consulenti del lavoro, istituzioni formative.
Questo servizio, oltre a sciogliere dubbi interpretativi della norma, intende promuovere
la conoscenza del «sistema apprendistato» nella nostra regione.
4. L’apprendistato nella scuola superiore
La Regione Piemonte ha creduto e
promosso l’apprendistato anche nei percorsi d’istruzione secondaria, che richiede agli
istituti scolastici di interagire in maniera proattiva con il mondo del lavoro,
modificando sostanzialmente il proprio modus operandi e adottando
anch’essi, al pari delle agenzie formative, organizzazioni e metodologie didattiche
innovative.
Nel 2017 è stata avviata una
sperimentazione che individuava nella co-progettazione e nel tutoraggio dei percorsi di
apprendistato in carico alle scuole coinvolte, gli ambiti strategici da supportare e
sostenere.
Con avviso regionale è stata
disciplinata la modalità di individuazione e gestione dell’offerta formativa
pubblica, per l’attivazione di contratti di
apprendistato finalizzati all’acquisizione del diploma di istruzione secondaria
superiore nel biennio 2017-2019. L’avviso era rivolto alle autonomie scolastiche con
sede in Piemonte e agli studenti iscritti al IV o V anno dei percorsi d’istruzione
secondaria superiore, assunti con contratto di apprendistato ai sensi dell’art. 43 del
d.lgs. n. 81/2015.
Al fine di monitorare e accompagnare
la sperimentazione è stata istituita una cabina di regia composta da diversi soggetti
istituzionali (USR, Anpal Servizi, Camere di commercio coordinate da Unioncamere, i
Servizi per l’impiego coordinati dall’Agenzia Piemonte Lavoro, la Città metropolitana di
Torino e le associazioni datoriali). La cabina di regia ha supportato le istituzioni
scolastiche in tutte le fasi del processo di attivazione dei percorsi
tramite:¶{p. 159}
– la realizzazione di iniziative di
sensibilizzazione, orientamento informativo e formativo rivolte a studenti, docenti e
famiglie, finalizzate alla promozione della cultura del lavoro e dell’apprendimento
duale;
– la promozione del contratto di
apprendistato scolastico presso le imprese e il sistema degli attori territoriali;
– il supporto tecnico-metodologico
ai cambiamenti dei processi organizzativi delle istituzioni scolastiche.
Registrato ampio consenso per
l’iniziativa da parte di tutti gli stakeholder coinvolti, la nostra
regione ha ritenuto di continuare sulla strada intrapresa e ha avviato la prosecuzione
della sperimentazione per gli anni 2019-2022.
Nel periodo 2017-2020 sono stati
finanziati da Regione Piemonte percorsi formativi che hanno consentito l’assunzione di
1.464 apprendisti di primo livello di cui 496 per l’apprendistato scolastico.
5. Le prospettive evolutive
Lo sviluppo dell’offerta formativa
di IeFP duale si lega strettamente al processo di riforma normativa e
program¶{p. 160}matoria del sistema regionale integrato di orientamento,
formazione e lavoro.
In momenti come quello che stiamo
vivendo, di forte cambiamento delle competenze di cui le imprese necessitano, occorre
mettere a disposizione delle persone un’adeguata offerta di formazione professionale,
sia per chi cerca un impiego sia per chi, occupato, deve potenziare o riqualificare le
proprie conoscenze e abilità. La formazione professionale va fortemente riorientata
verso le competenze richieste dalle imprese e organizzata con modalità flessibili,
rapidamente attivabili, per essere effettivamente fruita dalle persone.
L’evoluzione del sistema formativo
che Regione Piemonte intende promuovere e sostenere, segue queste direttrici:
– organizzare un servizio, in
prospettiva aperto a tutti i cittadini in età di lavoro, di messa in trasparenza e
certificazione delle competenze acquisite in contesti di apprendimento non formale e
informale (di lavoro e di vita) funzionale ad accrescerne la spendibilità lavorativa e a
rafforzare i processi di profilazione per l’accesso alle politiche pubbliche per il
lavoro e la formazione, sperimentando inoltre strumenti innovativi e complementari,
quali l’attestazione digitale di micro credenziali formative e i conti individuali di
apprendimento;
– agevolare la partecipazione non
solo dei giovani, ma anche degli adulti, disoccupati e occupati, ai corsi che conducono
a una qualifica (IeFP) o a un titolo dell’istruzione superiore (IFTS e ITS). Si tratta
di personalizzarne i percorsi, con un significativo ricorso ai crediti
formativi, in modo da accorciarne la durata in base alle esperienze
professionali e di vita pregresse, ma anche di adattare la didattica, con laboratori di
allineamento delle competenze e il ricorso a modalità più facilmente fruibili dagli
adulti quali e-learning, project work e
simili;
– assicurare un’ampia offerta di
corsi anche brevi articolata su base territoriale in modo da cogliere i fabbisogni sia
di competenze trasversali, presenti ovunque, sia distintivi dei sistemi economici
locali; devono essere interventi attivabili in tempi brevi e facilmente adattabili,
sulla base delle richieste provenienti dalle imprese che intendono
¶{p. 161}assumere e per far fronte alle situazioni di crisi aziendale
che dovessero generarsi;