Tutela e valorizzazione del paesaggio nella transizione
DOI: 10.1401/9788815413352/c11
Mauro De Osti e Silvia Felli Le aree naturali protette nella Regione del Veneto
Notizie Autori
Mauro De Osti è dottore forestale, dopo alcuni anni di libera
professione nei quali ha svolto attività di pianificazione in ambito forestale e
territoriale ed assistenza in agricoltura, dall’agosto del 1998 lavora presso la
Regione del Veneto dove è stato coinvolto in gruppi multidisciplinari di lavoro
per la predisposizione di Piani paesaggistici di dettaglio. Attualmente svolge
il ruolo di direttore, presso la Direzione turismo della struttura regionale che
si occupa di aree protette e biodiversità naturalistica impegnata in diversi
progetti, anche comunitari, di conservazione della natura.
Notizie Autori
Silvia Felli è architetto, nonché paesaggista a seguito di diploma
della Scuola di specializzazione in Architettura del paesaggio dell’Università
di Genova. Dal 1985 al 2012 ha svolto attività professionale – Ordine degli
architetti di Roma e provincia, socio ordinario Associazione italiana di
architettura del paesaggio – prevalentemente nel settore paesaggistico:
progettazione di spazi verdi, valutazione d’impatto ambientale, restauro del
giardino storico. Dal 2012 lavora come funzionario, esperto naturalista e per
l’ambiente, presso la Regione del Veneto, settore della biodiversità, dei parchi
e delle aree naturali protette.
Abstract
Il Veneto, dalle lagune alle Dolomiti, risalendo importanti fiumi, percorrendo
colline, rilievi prealpini e laghi, è una regione caratterizzata da una pluralità e
unicità di territori, ambienti e paesaggi. La diversità è determinata da organismi
viventi e da formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, vegetazionali che,
nella loro sovrapposizione e interazione, determinano l’alternarsi dei vari
ecosistemi. Il riferimento normativo, a livello nazionale, è la leggequadro 394 del
6 dicembre 1991 che ha definito la classificazione delle aree naturali protette e ha
istituito l’Elenco ufficiale delle stesse; in particolare, al Titolo III, tratta le
aree naturali protette regionali. Le riserve naturali statali e regionali sono
costituite da aree terrestri, fluviali, lacustri o marine che contengano una o più
specie naturalisticamente rilevanti della fauna e della flora, ovvero presentino uno
o più ecosistemi importanti per la biodiversità o per la conservazione delle risorse
genetiche. Le aree naturali protette sono state istituite nel tempo e sono
disciplinate da norme comunitarie, nazionali e locali con lo scopo primario di
conservare il patrimonio naturalistico. Il confine tra esigenza di tutelare la
natura e di assoggettarla per favorirne la fruizione può trovare sintesi nel
concetto di sostenibilità che può essere declinato come durevolezza del bene ovvero
la possibilità che le future generazioni abbiano le nostre stesse
possibilità.
Il Veneto, dalle lagune alle Dolomiti,
risalendo importanti fiumi, percorrendo colline, rilievi prealpini e laghi, è una regione
caratterizzata da una pluralità e unicità di territori, ambienti e paesaggi.
La diversità è determinata da organismi
viventi e da formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, vegetazionali che, nella loro
sovrapposizione e interazione, determinano l’alternarsi dei vari ecosistemi. Nel suddetto
articolato insieme le aree naturali protette ricoprono un ruolo fondamentale nella tutela e
nella valorizzazione del patrimonio di biodiversità naturalistica, come anche recentemente
ribadito nella Strategia europea per la biodiversità 2030. Trattasi di
parti di territorio perimetrate, di rilevante valore naturalistico e ambientale, istituite
dagli enti preposti e disciplinate da norme comunitarie, nazionali e locali con lo scopo
primario di conservare e valorizzare il patrimonio naturalistico delle varie regioni.
Il territorio in cui viviamo è stato
trasformato dall’uomo che ha generato paesaggi suggestivi e di rara bellezza ma che, nel
tempo stesso, ha relegato le caratteristiche di naturalità originarie a ristrette aree di
alta quota, o a versanti scoscesi sostanzialmente inaccessibili.
L’esigenza di tutelare la natura
vs la necessità di assoggettarla e adattarla per favorire la
fruizione antropica dei territori costituisce l’essenza del concetto di sostenibilità,
declinato come durevolezza del bene originario, a cui viene attribuito un altissimo valore
per la sua unicità e vulnerabilità, al fine di garantire alle future generazioni le stesse
nostre opportunità.¶{p. 222}
1. Le aree naturali protette in Italia e in Regione del Veneto
Il riferimento normativo, a livello
nazionale, è la legge-quadro 394 del 6 dicembre 1991 che ha definito la classificazione
delle aree naturali protette e ha istituito l’Elenco ufficiale delle stesse; in
particolare, al Titolo III, tratta le aree naturali protette regionali.
La norma di riferimento regionale,
ovvero la l.r. 40 del 16 agosto 1984 Nuove norme per l’istituzione di parchi e
riserve naturali regionali, è antecedente a quella nazionale e ha
disposto, tramite le rispettive leggi regionali, l’istituzione dei cinque parchi
naturali regionali del Veneto.
La Regione del Veneto nel 2018 con
la l.r. 23 ha apportato alcune modifiche alla pioniera l.r. 40/1984, soprattutto per
quanto riguarda la governance e la struttura organizzativa degli
enti gestori. La struttura regionale «UO Strategia regionale della biodiversità e dei
parchi», incardinata nella Direzione Turismo, ha, tra le proprie competenze, il
coordinamento delle attività di tutela e valorizzazione dei parchi e delle altre aree
naturali protette del Veneto.
Le aree naturali protette del
territorio veneto concorrono, quindi, a determinare un sistema denominato Rete ecologica
regionale così composto:
- Aree naturali protette nazionali e regionali istituite con specifici provvedimenti (Parchi e Riserve);
- Zone umide internazionali (Convenzione di Ramsar);
- Siti della Rete Natura 2000 (Direttiva Habitat, Direttiva Uccelli);
- Corridoi ecologici;
- Cavità naturali;
- Aree che rientrano negli strumenti di pianificazione territoriale (PTRC, PAT, ecc.);
- Parchi di interesse locale (istituiti ai sensi dell’art. 27 della l.r. 40/1984);
- Foreste demaniali;
- Riserve della biosfera MAB UNESCO.
Nella tab. 1 si riporta, in
sintesi, l’elenco delle principali aree naturali protette in Regione del Veneto e la
loro superficie.¶{p. 223}
Aree naturali protette in
Veneto |
Superficie |
---|---|
Parchi nazionali |
31.033 ha (1) |
Parchi regionali
|
57.991 ha (5) |
Riserve naturali
statali |
20.000 ha (14) |
Riserve naturali
regionali |
2.200 ha (6) |
Zone umide internazionali
(Ramsar) |
12.000 ha (4) |
Aree Natura 2000 |
408.000 ha |
Parchi di interesse
locale |
6.400 ha |
Foreste demaniali
regionali |
15.660 ha (9) |
Aree MAB Unesco |
62.150 ha (3) |
Per quanto riguarda la gestione
delle suddette aree naturali protette nel territorio della Regione del Veneto gli enti
preposti sono i seguenti:
- Parco nazionale: ente parco nazionale;
- Parchi regionali: enti parco regionali;
- Riserve dello Stato: carabinieri forestali;
- Riserve regionali e foreste demaniali: Veneto Agricoltura;
- Parchi di interesse locale: enti locali (province, comunità montane, comuni e i loro consorzi);
- Siti Rete Natura 2000: enti gestori e Regione del Veneto;
- Aree MAB UNESCO: soggetti vari (autorità di bacino, enti parco…).
2. Parchi del Veneto
Il Parco nazionale delle Dolomiti
Bellunesi, che si estende per una superficie di ettari 31.033, è situato in provincia di
Belluno, nel Veneto settentrionale, incluso nella sezione «Pale di San Martino – San
Lucano – Dolomiti Bellunesi – Vette Feltrine» del sito delle Dolomiti; istituito nel
1990, è stato dichiarato dall’UNESCO nel 2009 patrimonio
dell’umanità.¶{p. 224}
I parchi naturali, istituiti con
legge regionale, sono 5:
- il Parco naturale regionale delle Dolomiti d’Ampezzo, istituito con l.r. 21 del 22 marzo 1990, con superficie di 11.691,70 ettari, in cui le Dolomiti sono le protagoniste con le celebri cime che fanno da anfiteatro a Cortina;
- il Parco naturale regionale della Lessinia, istituito con l.r. 12 del 30 gennaio 1990, che tutela un’area di 10.333 ettari e si estende sull’altopiano carsico dei Monti Lessini a nord della città di Verona;
- il Parco naturale regionale del fiume Sile, istituito con l.r. 8 del 28 gennaio 1991, che occupa una superficie di 4.159 ettari a monte e a valle della città di Treviso, situato nella pianura trevigiana in cui si snoda il più lungo e importante corso d’acqua di risorgiva italiano;
- il Parco naturale regionale dei Colli Euganei, primo parco regionale istituito nel Veneto con l.r. 38 del 10 ottobre 1989, occupa una superficie di 18.694 ettari in un territorio costituito da un sistema di colli di origine vulcanica che rappresentano i maggiori rilievi collinari della Pianura Padana;
- il Parco naturale regionale del Delta del Po, istituito con l.r. 36 dell’08 settembre 1997, occupa una superficie di 13.113,23 ettari nella più vasta area umida italiana, una delle aree naturalisticamente più importanti d’Europa.
3. Riserve naturali statali e regionali. Zone umide internazionali della Convenzione di Ramsar
Le riserve naturali statali e
regionali sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacustri o marine che contengano
una o più specie naturalisticamente rilevanti della fauna e della flora, ovvero
presentino uno o più ecosistemi importanti per la biodiversità o per la conservazione
delle risorse genetiche. Sono riportate nell’Elenco ufficiale delle aree naturali
protette (EUAP) attualmente vigente (6o aggiornamento del
2010).
La Convenzione di Ramsar relativa
alle zone umide di importanza internazionale, con particolare riferimento agli habitat
degli uccelli acquatici, è stata firmata a Ramsar, in Iran, il 2 febbraio 1971. Oggetto
della Convenzione sono ¶{p. 225}la gran varietà di zone umide: le paludi
e gli acquitrini, le torbiere, i bacini d’acqua naturali o artificiali, permanenti o
transitori, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, comprese le
distese di acqua marina, la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i 6
metri. Sono inoltre comprese le zone rivierasche, fluviali o marine, adiacenti alle zone
umide, le isole o le distese di acqua marina con profondità superiore ai 6 metri,
durante la bassa marea, situate entro i confini delle zone umide, in particolare quando
tali zone, isole o distese d’acqua, hanno importanza come habitat degli uccelli
acquatici, ecologicamente dipendenti dalle zone umide.
La Convenzione si pone come
obiettivo la tutela internazionale delle zone umide mediante la loro individuazione e
delimitazione, lo studio degli aspetti caratteristici, in particolare dell’avifauna, e
la messa in atto di programmi che consentano la conservazione degli habitat, della flora
e della fauna.
¶{p. 226}