Note
  1. Si tratta propriamente di aziende agricole che esercitano, in stretti termini di complementarità della loro attività principale, diversi tipi di attività turistica, quali ospitalità, ristorazione, iniziative didattiche o ricreative ecc., diventando così importanti attori di sviluppo locale [Randelli, Romei e Tortora 2014]. Disciplinata dalla legge quadro 5 dicembre 1985, n. 730 e dalle corrispondenti leggi regionali, l’attività agrituristica assume quindi un ruolo fondamentale non solo per la valorizzazione turistica, ma anche per la tutela territoriale delle aree rurali. Queste non si vedono in tal modo private della loro importante funzione agricola a esclusivo vantaggio di altre attività economiche forse più redditizie, ma sicuramente più deleterie per gli aspetti ambientali, sociali e culturali del paesaggio rurale [Ferretto 2022].
  2. Gli ecomusei sono istituti, per lo più no profit, che, a norma delle rispettive leggi regionali, curano la conservazione e soprattutto la valorizzazione di beni culturali, materiali o immateriali, rappresentativi di un determinato territorio, non «musealizzandoli» nel senso comune del termine, ma assicurando il mantenimento in essere delle attività economiche che sono loro proprie [dell’Agnese 2016]. Un ecomuseo del marmo, per esempio, non si limita a un’esposizione «in teca» di strumenti e manufatti, ma mantiene vive le attività di estrazione e di lavorazione del materiale, valorizzandole e promuovendole anche attraverso attività turistiche. Dai confini non rigidamente stabiliti, gli ecomusei coincidono nei fatti con la rete di attori che li compongono.
  3. I parchi letterari sono istituti finalizzati a valorizzare turisticamente siti il cui interesse principale risiede non nelle loro emergenze naturalistiche, antropiche o economiche, ma nel loro significato culturale [Capecchi 2021]. Per esempio, se il ramo di Lecco del Lario è «diverso» rispetto al ramo di Como – e come tale è meritevole di una particolare valorizzazione turistica che non sia a discapito della sua tutela – è solo per il significato culturale che l’opera manzoniana gli attribuisce. Anche in questo caso, i confini di un parco letterario coincidono con quelli della rete degli enti, delle istituzioni e delle imprese che lo istituiscono.
  4. Il processo di territorializzazione è complesso e si compone di tre dimensioni, non necessariamente in sequenza l’una con l’altra: quella ontologica (quando il valore antropologico dell’azione umana sullo spazio è limitato alla presa di coscienza e alla comprensione della realtà del mondo esterno), quella costitutiva (quando l’azione umana sullo spazio consiste nel definire i componenti di base dell’agire, secondo l’ethos funzionale) e quella configurativa (quando l’azione umana sullo spazio si allarga anche alla propria interiorità, secondo l’ethos emozionale).
  5. Ciò assicura non solo una comunicazione capillare ma anche una profonda interazione con il cliente. Il «nuovo turista» – che, come si è già avuto modo di osservare, è il target più interessante per il mercato turistico contemporaneo – è infatti un viaggiatore esigente e vuole essere protagonista e non solo consumatore dell’esperienza turistica [Costa 2005].
  6. La diocesi di Susa – sebbene si tratti di una delle circoscrizioni ecclesiastiche più piccole d’Italia sia per superficie (1.062 km2), sia per popolazione (82.740 ab.), sia per numero di parrocchie (61) – trova le sue origini in una duplice volontà dei papi che la istituirono (Clemente XIV nel 1772 e Pio VII nel 1817) e del potere regio. Da una parte era infatti necessario riordinare a livello ecclesiastico un territorio suddiviso a macchie di leopardo fra soggetti giuridici troppo numerosi (diocesi e abbazie nullius); dall’altra, l’istituzione della diocesi di Susa si inseriva nel disegno regio teso a far coincidere le circoscrizioni ecclesiastiche con quelle civili [Zonato 2019].
  7. Ciò è testimoniato nel passato da culti pagani, successivamente dall’impresa di Bonifacio Roero d’Asti e oggi dalla devozione alla statua della Madonna posta sulla sua cima [Bagnoli 2019].
  8. Un patto di sistema è una rete di soggetti pubblici, privati e no profit che si riconoscono e si impegnano in obiettivi e metodi di lavoro condivisi e sottoscritti in un protocollo di intesa. Non viene contemplata la creazione di un nuovo ente, ma soltanto di un sistema di governance a rete leggera, perlopiù organizzato per gruppi di lavoro tematici e semplicemente coordinato da una cabina di regia e da una segreteria tecnica.
  9. Piccola parte dell’estesa provincia di Torino, da quando le comunità montane sono state abolite, i comuni della Valle di Susa sono raggruppati in tre Unioni corrispondenti alle tre zone alta, media e bassa succitate, sicché il patto di sistema è diventato – accanto all’istituzione ecclesiastica della diocesi – l’unica opportunità per dare voce alle esigenze dell’intera valle.
  10. Oggi la rete creata dal patto di sistema comprende 37 comuni (su 39 della valle), l’Ente Parco Alpi Cozie e una trentina di associazioni. La diocesi costituisce anch’essa un protagonista di eccezione, giacché fra i componenti di diritto della cabina di regia della rete, oltre alle tre Unioni di Comuni della Valle, vi è il Centro culturale diocesano, presieduto da don Gianluca Popolla (dal 2015 incaricato della Conferenza episcopale del Piemonte e della Valle d’Aosta per i beni culturali). Si coglie l’occasione per ringraziare don Popolla per l’indispensabile collaborazione alla ricerca.
  11. La Cooperativa Culturalpe, nata nel 2009, dà lavoro a 30 persone, fra le quali soprattutto bibliotecari, archivisti, operatori museali, esperti di didattica, addetti agli uffici turistici, tecnici del restauro, storici dell’arte e guide turistiche e naturalistiche.
  12. L’Ufficio turistico di Avigliana registra altresì il numero di visitatori che vi si recano solo per poter usufruire dei servizi igienici (fra il 3 e il 6% del totale, a seconda degli anni). Tale curioso dato viene registrato per poter sensibilizzare l’amministrazione comunale a realizzare dei bagni pubblici, la cui mancanza è lamentata ad Avigliana non solo dai turisti ma anche dai residenti.
  13. Si coglie l’occasione per ringraziare altresì Andrea Zonato per aver fornito i dati e per la fattiva collaborazione.