Note
  1. Cultura, scuola, persona sono tre parole chiave in queste Definizioni ma soprattutto sono il titolo del capitolo iniziale delle Indicazioni per il curricolo del 2007, ripreso poi integralmente nelle Indicazioni nazionali per il curricolo del 2012. Vedi Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione,in Annali della Pubblica Istruzione, Firenze, Le Monnier, 2012.
  2. C. Lévi-Strauss, uno dei padri fondatori dell’antropologia moderna, ha definito la famosa dicotomia tra «società calde» e «società fredde». «Una società fredda sembra concepita all’unico scopo di escludere il motore della vita collettiva. Una società calda [...] produce energia e divenire». Cfr. C. Lévi-Strauss, Elogio dell’antropologia, in Razza e Storia e altri studi di antropologia, Torino, Einaudi, 1967.
  3. Costituzione, art. 3: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana».
  4. «Se il senso comune è un’interpretazione delle conseguenze immediate dell’esperienza, una patina sovrapposta [...] allora è soggetto a parametri di giudizio storicamente definiti». Vedi C. Geertz, Antropologia interpretativa, Bologna, Il Mulino, 1988, p. 95.
  5. Con «la definizione della situazione» ci riferiamo al famoso teorema di William Thomas: «Se gli uomini definiscono reali certe situazioni, esse saranno reali nelle loro conseguenze». Se definiamo la scuola meridionale un problema essa sarà problema in quanto rafforzeremo la rappresentazione sociale consolidando così i problemi invece che contribuire a risolverli. Vedi capitolo secondo, paragrafo 1, La definizione della situazione.
  6. «La notte in cui, come si suol dire, tutte le vacche sono nere» è una famosa espressione usata da Hegel nella Prefazione alla Fenomenologia dello Spirito. L’espressione compare in un passo in cui Hegel polemizza con Schelling e in generale con tutte le concezioni che interpretano la realtà come un dato «assoluto» e «altro» rispetto a quella in cui viviamo.
  7. L. Sturzo, Il mezzogiorno e la politica italiana. È il titolo del discorso tenuto da don Sturzo il 18 gennaio 1923 nella Galleria Principe di Napoli, che apparve integralmente nel volume Riforma statale e indirizzi politici, Firenze, Vallecchi, 1923, e che qui è ripreso da L. Sturzo e A. Gramsci, Il Mezzogiorno e l’Italia, Roma, Studium, 2012, p. 81.
  8. «La mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso»:I. Calvino, Leggerezza, in Lezioni americane, Milano, Mondadori, 1993, p. 7.
  9. T. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Torino, Einaudi, 1962.
  10. «Una trasformazione ha successo quando le riesce di superare le resistenze contro i cambiamenti e arrivare a essere accettata». «Il concetto di mutamento si riferisce sempre alle strutture del sistema mai alle sue operazioni». Cfr. N. Luhmann, Organizzazione e decisione, Milano, Bruno Mondadori, 2005, p. 272.
  11. Jean Piaget riporta i processi caratterizzanti l’adattamento all’assimilazione e all’accomodamento, che si avvicendano durante l’intero sviluppo umano. Cfr. J. Piaget, Lo sviluppo mentale del bambino e altri studi di psicologia, Torino, Einaudi, 1967.
  12. Questi strumenti sono oramai parte costitutiva dell’organizzazione scolastica e del procedimento per il miglioramento e vengono definiti «documenti strategici».
  13. Parafrasi di una famosa citazione di Albert Einstein «Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato».Vedi citazioni in https://snv.pubblica.istruzione.it/snv-portale-web/.
  14. E. Morin, Le idee: habitat, vita, organizzazione e costumi, Milano, Feltrinelli, 1993, p. 120.
  15. La School Effectiveness Research (SER) si occupa di studiare l’effetto che l’istruzione produce sugli apprendimenti.
  16. Famosa citazione entrata nella storia del pensiero e attribuita a Bernardo di Chartres: «Noi siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’acume della vista o l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti».