Note
  1. Betti, Teoria generale dell’interpretazione, Milano, 1955, vol. I, p. IX.
  2. Gadamer, Hermeneutik und Historismus, in «Phil. Rundschau», 1961, pp. 241 ss., ripubblicato, con integrazioni, in appendice alla 2a ediz. di Wahrheit und Methode, Tübingen, 1965, pp. 477 ss., a p. 484 (d’ora in poi citato con l’abbreviazione W.u.M.).
  3. Betti, loc. cit., dichiara di avere contratto un forte debito verso questo filosofo.
  4. Così Marini, Presentazione di N. Hartmann, Il problema dell’essere spirituale, Firenze, 1971, p. XXVII.
  5. Hartmann, Introduzione all’ontologia critica, Napoli, 1972, p. 167. Cfr. pure, del medesimo autore, Zur Grundlegung der Ontologie3,Maisenheim am Gian, 1948, p. 56, testo e nota.
  6. Cfr. Teoria generale, cit, vol. I, p. 243 (e v. pure p. 104).
  7. W.u.M., pp. 483 s.
  8. W.u.M., pp. 293, 482.
  9. Alludo all’opera di Wach, Das Verstehen. Grundzüge einer Geschichte der hermeneutischen Theorie im 19. Jahrhundert, 3 voll., Tübingen, 1926, 1929, 1933, che è un lungo Referat, articolato per autori, sulle dottrine ermeneutiche del diciannovesimo secolo fino a Dilthey (escluso). A quest’opera, certamente preziosa, è stata rimproverata l’assenza di valutazioni critiche, che avrebbero potuto illuminare meglio lo sviluppo storico (Bultmann, Das Problem der Hermeneutik, in Glauben und Verstehen, vol. II, Tübingen, 1952, p. 212, nota 4). Deve però essere apprezzato il contributo offerto nell’introduzione al secondo volume, anche se «rimane interamente nell’orizzonte di Dilthey» (così giudica Gadamer, W.u.M., p. 171, nota 2).
  10. Cfr. Rossi, Lo storicismo tedesco contemporaneo, Torino, 1971, p. 517.
  11. Betti, Teoria generale, cit., vol. I, pp. 1 ss.
  12. Ibidem.
  13. Cfr. anche De Gennaro, Crocianesimo e cultura giuridica italiana,Milano, 1974, pp. 425 s., in nota.
  14. Betti, Teoria generale, cit., vol. I, p. VII. Si tratta della prolusione romana, pronunziata il 15 maggio 1948. È pubblicata, col titolo Le categorie civilistiche dell’interpretazione, in «Riv. it. se. giur.», 1948, pp. 34 ss. (ora riprodotta in apertura della 2a ed., a cura di Crifò, del volume Interpretazione della legge e degli atti giuridici, Milano, 1971, pp. 3 ss.), e in lingua tedesca, col titolo Zur Grundlegung einer allgemeinen Auslegunslehre, nella Festschrift f. Rabel, vol. II, Tübingen, 1954, pp. 79 ss. La seconda edizione presenta notevoli integrazioni soprattutto nelle note.
  15. Cfr. Coreth, Grundfragen der Hermeneutik, Freiburg i.B., 1969, pp. 166 ss.
  16. Teoria generale, cit., vol. I, pp. 291 ss.; e, in polemica con Gadamer, L’ermeneutica storica e la storicità dell’intendere, in «Annali della Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Bari», XVI (1962), pp. 19 s.
  17. Cfr. Gadamer, W.u.M, pp. 185, 227, 463 (trad. it., Milano, 1972, pp. 238, 285 s., 557). Cfr. Wach, Verstehen, cit., vol. II, p. 21.
  18. Kritik der reinen Vernunft, B 116-117.
  19. Betti, L’ermeneutica storica, cit., p. 27, testo e nota 16. Gadamer, W.u.M., pp. XV, 484, obietta che Kant, ponendo la quaestio iuris della scienza pura della natura, non intendeva prescrivere come essa propriamente dovrebbe essere, bensì giustificare la possibilità trascendentale di essa, così com’era.
  20. Ricoeur, Ermeneutica filosofica ed ermeneutica biblica, Brescia, 1977, p. 33. Cfr. pure, del medesimo autore, Il conflitto delle interpretazioni, Milano, 1977, pp. 19, 22.
  21. Ricoeur, Ermeneutica filosofica, cit., pp. 14, 33.
  22. Sem und Zeit, § 31 (trad. it. di Chiodi, Milano, 1953, pp. 156 ss.).
  23. Gadamer, W.u.M., p. 246 (trad. it. cit., p. 307).
  24. Betti, Teoria generale, cit., vol. I, p. 245.
  25. Betti, Teoria generale, cit., vol. I, pp. 158, nota I, 244, nota II; Festschrift Rabel, p. 91, nota 14b. Cfr. Gadamer, op. loc. ult. cit., e già Il problema della coscienza storica, Napoli, 1974, pp. 54 ss.
  26. Sein und Zeit, § 7, lett. C (trad. it. cit., p. 48). Peraltro, come osserva Ricoeur, Conflitto delle interpretazioni, cit., p. 24, Heidegger «non ci fornisce alcun mezzo per mostrare in quale senso la comprensione propriamente storica sia derivata da questa comprensione originaria».
  27. Sein und Zeit, § 32, (trad. it. cit., p. 162).
  28. Dilthey, Die Entstebung der Hermeneutik, in Gesammelte Schriften, vol. V, Leipzig u. Berlin, 1924, p. 319 («kunstmässiges Verstehen von dauemd fixierten Lebensäusserungen»).
  29. Così Vattimo, Introduzione alla trad. it. di W.u.M., p. V.
  30. Gadamer, Prefazione all’edizione italiana di W.u.M.., cit., p. XLIV.
  31. Gadamer, W.u.M., pp. XV, 279 (trad. it., pp. 8, 345).
  32. Cfr. Ricoeur, Ermeneutica filosofica ecc., cit., p. 47.
  33. È già stato osservato come l’intenzione della ricerca di Gadamer di «opporsi alla pretesa di universale dominio della metodologia scientifica» (W.u.M., p. XXV; trad. it., p. 19), cioè alla pretesa del metodo scientifico (inteso come metodo che conduce a certezze empiriche) di essere l’unica misura della verità, sia improntata a una «concezione notevolmente antiquata della scienza»: De Ruggiero, Tra consenso e ideologia. Studio di ermeneutica giuridica, Napoli, 1977, p. 55). La scienza contemporanea è caratterizzata dalla consapevolezza della provvisorietà dei suoi schemi di spiegazione della realtà. Cfr. Popper, Logica della scoperta scientifica, Torino, 1970, spec. pp. 308 ss.
  34. Wach, Verstehen, cit., vol. I, p. 41.
  35. Wach, Verstehen, cit., vol. I, p. 102; Gadamer, W.u.M., pp. 174 ss. (trad. it. cit., pp. 225 ss.).
  36. Cfr. Leicht, Von der Hermeneutik-Rezeption zur Sinnkritik in der Rechtstheorie, in Rechtstheorie, a cura di Kaufmann, Karlsrule, 1971, p. 73.
  37. Gadamer, W.u.M., p. 279 (trad. it. cit., pp. 345); e già Bultmann, op. cit., p. 214.
  38. L’ermeneutica storica, cit., p. 14.
  39. Ibidem, p. 6.
  40. Bultmann, op. cit., pp. 217, 219 s., 227 e, dello stesso autore, Geschichte und Eschatologie, Tübingen, 1958, p. 126. Non diversamente Gadamer, W.u.M., p. 278 (trad. it. cit., p. 344), scrive che la precomprensione «im Zu-tun-haben mit der gleichen Sache entspringt».
    La prima parte del saggio di Betti pubblicato negli «Annali» di Bari rinnova una critica a Bultmann già presente diffusamente in Teoria generale, cit., vol. I, pp. 250 s.; vol. II, pp. 877 ss., e in Festschrift Rabel, vol. II, p. 115, nota 47a. Ma Bultmann non ha risposto. In Geschichte und Eschatologie, cit., si limita a dtare due volte Betti (pp. 126, 137) su punti che ritiene concordanti col proprio pensiero.
  41. W.u.M., pp. 484, 495, nota 2.
  42. Ricoeur, op. ult. cit., p. 41, con riferimento a un noto passo di Heidegger, Sein und Zeit, § 32 (trad. it. cit., p. 166): «Das Entscheidende ist nicht, aus dem Zirkel heraus, sondem in ihn nach der rechten Weise hineinzukommen».
  43. W.u.M., p. 251 (trad. it. cit., p. 313).
  44. W.u.M., p. 254 (trad. it. cit., p. 317).
  45. Prefazione all’edizione italiana, p. XLIII.
  46. Così Ripariti, Il problema ermeneutico in H. G. Gadamer, in «Riv. fil. neo-scolastica», 1977, p. 495.
  47. Cfr. luoghi citati supra, nota 31.
  48. Gadamer, Rhetorik, Hermeneutik und Ideologiekritik, in Hermeneutik und Ideologiekritik, a cura di Habermas e altri, Frankfurt a.M., 1971, p. 79.
  49. Ricoeur, op. ult. cit., p. 47.
  50. Cfr. Wach, Verstehen, cit., vol. I, p. 178.
  51. W.u.M., p. 283 (trad. it. cit., p. 350). Anche qui la critica di Betti, L’ermeneutica storica, cit., pp. 6, 16, non coglie il carattere relativo della polemica di Bultmann e di Gadamer contro l’ideale di oggettività dell’ermeneutica classica, da essi considerato un’«illusione» o un «fantasma». Questi autori non «negano la possibilità di attingere una conoscenza oggettiva per via di interpretazione», come teme Betti, ma contestano che all’ermeneutica possa essere assegnato il compito «di armonizzarsi con l’ideale di obiettività delle scienze della natura» (Gadamer, W.u.M., p. 277; trad. it. cit., p. 342). Assumere questo compito, a giudizio di Gadamer, implica il costo della rinuncia «a far valere nella teoria ermeneutica la concretezza della coscienza storica».
  52. Gadamer, W.u.M., pp. 283, 344 ss., 351 ss. (trad it. cit., pp. 349, 418 ss., 427 ss.).
  53. Cfr. già Bultmann, Das Problem der Hermeneutik, cit., p. 228: «Non si tratta di eliminare la precomprensione, ma piuttosto di renderla cosdente, di sottoporla a esame critico nel processo di interpretazione del testo, di metterla in gioco; in breve si tratta di questo: nell’interrogazione del testo lasciare che il testo interroghi noi stessi, ascoltare la sua pretesa di verità». Che poi B. sia rimasto fedele a questa regola, si sia accostato ai testi della rivelazione cristiana disposto a mettere in gioco la sua precomprensione razionalistica e ad accettare la possibilità di un intervento soprannaturale nel mondo e nella storia, è un altro discorso.
  54. Gadamer, W.u.M., pp. 253 s. (trad. it. cit., pp. 316). Cfr. De Ruggiero, op. cit., pp. 59 ss.
  55. Così Ricoeur, Herméneutique des symboles, in Il problema della demitizzazione (Arch. di filosofia diretto da Castelli), Padova, 1961, p. 60.
  56. W.u.M., pp. 289 s., 359, 375 (trad. it. cit., pp. 356 s., 436, 456). Anche contro questo concetto, «veramente fecondo» secondo Ricoeur, Ermeneutica filosofica, cit., p. 51, la critica di Betti, L’ermeneutica storica, cit., p. 17 s., è molto severa, sempre in nome dell’ «ideale della oggettività vagheggiato dalla corrente romantica». Eppure qualcosa di simile si trova già nella dottrina di Humboldt: cfr. Wach, Verstehen,cit., vol. I, p. 260.
  57. Teoria generale, cit., vol. I, pp. 305 ss.; Interpretazione della legge1, cit., pp. 14 ss.
  58. Ricoeur, op. ult. cit., p. 43.
  59. Cfr. Betti, Interpretazione della legge2, cit., p. 24.
  60. Cfr. Gadamer, W.u.M., pp. 355, 448 (trad. it. cit., pp. 430, 540).
  61. W.u.M., pp. 284 ss. (trad. it. cit., pp. 350 ss.).
  62. Cfr. Coreth, Grundfragen, cit., p. 141.
  63. Il «wirkungsgeschichtliches Bewusstsein» (alla lettera: coscienza della storia degli effetti) ha la struttura dell’esperienza: Gadamer, W.u.M., p. 329 (trad. it. cit., p. 401).
  64. Habermas, Logica delle scienze sociali, Bologna, 1970, p. 234 (citato da Vattimo, Introduzione, cit., p. XXI).
  65. Su questo concetto di «appropriazione», che sottolinea il carattere «attuale» dell’interpretazione, cfr. Ricoeur, Qu’est-ce qu’un texte?, in Hermeneutik und Dialetkik (Festscbrift f. Gadamer), vol. II, Tübingen, 1970, p. 195.
  66. Gadamer, W.u.M., p. 281 (trad. it. cit., p. 347).
  67. Cfr. Gadamer, Replik, in Hermeneutik und Ideologiekritik, cit., p. 296: «le scienze ermeneutiche si difendono mediante la riflessione ermeneutica contro la tesi che il loro procedimento non sarebbe scientifico, in quanto negherebbe l’obiettività della scienza». Cfr. pure Ricoeur, Della interpretazione. Saggio su Freud, Milano, 1966, pp. 53 ss.
  68. Cfr. Ricoeur, Ermeneutica filosofica ed ermeneutica biblica, cit., p. 44; Conflitto delle interpretazioni, cit., pp. 20, 24, 32 s.
  69. Cfr. il saggio precedente, spec. pp. 35 ss.; Fikentscher, Methoden des Rechts in vergleichender Darstellung, vol. III, Tübingen, 1976, pp. 433 ss.; De Ruggiero, op. cit., pp. 109 ss.; Orrù, I criteri legali di integrazione del diritto positivo nella dottrina tedesca contemporanea, in «Jus», 1977, pp. 298 ss. Particolarmente fecondo appare il collegamento della teoria ermeneutica di Gadamer con le correnti metodologiche che rivalutano la topica e la retorica nell’ermeneutica giuridica. Ma giustamente è stato osservato che la portata dell’ontologia ermeneutica di G. per la metodologia del diritto non è stata ancora pienamente esplorata (Fikentscher, op. cit., p. 436).
  70. Bultmann, Jesus Christus und die Mithologie, in Glauben und Verstehen, vol. IV, Tübingen, 1967, p. 169.
  71. Gadamer, W.u.M., pp. 290 ss. (trad. it. cit., pp. 358 ss.).
  72. Ibidem, pp. 308 ss. (trad. it. cit., pp. 377 ss.).
  73. Ibidem, p. 294 (trad. it. cit., p. 362).
  74. L’ermeneutica storica, cit. pp. 21 ss.
  75. Cfr. Apel, Szientistik, Hermeneutik, Ideologiekritik, in Hermeneutik und Ideologiekritik, cit., pp. 30 ss., spec. p. 33, nota 28; Latenz, Methodenlehre der Rechtswissenschaft3, Berlin, 1975, pp. 190 ss.; nonché Wieacker, in due interventi sui quali riferisce ampiamente lo stesso Betti, Storia e dogmatica del diritto, in Atti del I Congresso int. della Società ital. di storia del diritto, Firenze, 1966, pp. 105 ss.
  76. Gadamer, W.u.M., p. 292 (trad. it. cit., p. 360); cfr. supra, p. 54 s.
  77. Bultmann, Jesus, Tübingen, 1951, p. 77. Non è lontana da questo pensiero una delle frasi conclusive del libro di Gadamer (p. 465; trad. it. cit., pp. 558 s.): «nel comprendere siamo inclusi in un accadere di verità e arriviamo in un certo senso troppo tardi se vogliamo sapere ciò che dobbiamo credere».
  78. L’ermeneutica storica, cit., p. 11. Cfr. i rilievi molto equilibrati di un autore pur legato alla filosofia esistenzialistica come Ricoeur, Conflitto delle interpretazioni, cit., pp. 408 s. Al pari di Betti (op. ult. cit., pp. 8 ss., 22 s.), egli avverte la necessità di distinguere «due soglie della comprensione»: la soglia «del senso» (Bedeutung) proprio del testo, che è «un momento oggettivo e insieme ideale», e la soglia «della significazione esistenziale» (Bedeutsamkeit für mich), che è il momento soggettivo dell’approvazione del senso interpretato da parte del lettore, «il momento della sua effettuazione nell’esistenza». Sulla distinzione tra «Auslegung» e «Aneignung» (nel senso di applicazione) v. pure Wach, Verstehen, cit., vol. II, pp. 12, nota 1, 19 ss.
  79. W.u.M., p. XIV (trad. it. cit., p. 6).
  80. Una tendenza a questa trasposizione è appuntata da alcuni critici al libro di Esser, Vorverständnis und Methodenwahl in der Rechtsfindung, Frankfurt a.M., 1970. Cfr. Larenz, Methodenlehre3, cit., pp. 188 s.; Fikentscher, op. cit., p. 439. Non condivide la critica De Ruggiero, op. cit., p. 153.
  81. Così Bouillard, La position d’une théologie reformée en face de l’interprétation existentiale, in Il problema della demitizzazione, cit., p. 154.
  82. Cfr. Schroth, Zum Problem der Wertneutralität richterlicher Tatbestandsfestlegung im Strafrecht, in Rechtstheorie, a cura di Kaufmann, cit., p. 107.
  83. Gadamer, W.u.M., p. 374 (trad. it. cit., p. 455).