Matelda Reho, Filippo Magni (a cura di)
Tutela e valorizzazione del paesaggio nella transizione
DOI: 10.1401/9788815413352/c19
Lo scenario paesaggistico risultante contiene l’infrastruttura come un proprio elemento che contribuisce attivamente alla vita degli ambienti naturali e le opere realizzate hanno fornito una risposta rapida. Il risultato più significativo è quello di aver realizzato un sistema integrato «tecno-eco-
{p. 359}logico» in cui lo scalo intermodale produce natura. Costituisce la sorgente delle acque che alimentano il biotopo che, a sua volta, è funzionale allo scalo perché ne accoglie e smaltisce le acque meteoriche.
Fig. 5. Il terminal (pallini bianchi) e la zona umida di circa 4,5 ettari (biotopo) realizzata come compensazione (pallini azzurri) è posizionato dove più serve un’unità ecosistemica in grado di potenziare la connessione ecologica, risolve le problematiche relative al riequilibrio idrologico, all’approvvigionamento delle terre per la costruzione del terminal e dell’argine idraulico previsto dal piano di bacino del Po, alla qualità dei boschi, alla biodiversità in genere. Oggi il percorso perimetrale è un luogo molto frequentato dalle persone e il biotopo è popolato da una quantità di animali ed è quasi autosufficiente. Immagine di Google Earth, maggio 2021.
Il sistema delle acque lega indissolubilmente infrastruttura e natura, rimettendo «a sistema» elementi in genere scarsamente o affatto compatibili. Questa interdipendenza è probabilmente la garanzia per mantenere in vita quanto realizzato nel miglior modo possibile, anche perché ha indotto importanti benefici, sia durante la costruzione del terminal che durante la fase operativa.
La riduzione dell’apporto di acqua meteorica nelle condutture costituisce un beneficio sociale e ambientale, {p. 360}in quanto riduce i costi di trattamento delle acque reflue e la pressione inquinante sui fiumi.
Fig. 6. Il primo bacino è uno stagno contornato da un’ampia area allagabile. La forma stretta e allungata permette la decantazione e la fitodepurazione dell’acqua. Una piccola chiusa posizionata sul troppopieno permette di regolare l’altezza idrica. Da qui parte il manufatto per il convogliamento delle acque al secondo bacino.
Fig. 7. Il secondo bacino oggi. È un lago abbastanza profondo. La morfologia è varia per aumentare la possibilità di fornire habitat diversificati, nicchie ecologiche e servizi ecosistemici (R. Costanza, Ecosystem services: Multiple classification systems are needed, 2008) in connessione con il bosco circostante. La scelta e la distribuzione della vegetazione sono concepite in modo da attivare rapidamente processi ecosistemici completi al fine di permettere al biotopo di autorigenerarsi.
L’area si è arricchita in biodiversità, come ha dimostrato il monitoraggio. Il Parco del Ticino ha ottenuto circa 20 ettari di bosco a fronte della convenzione stipulata a valle della VIA.
Hupac SpA ha un interesse proprio nella gestione dell’area del biotopo in quanto bacino di ricezione delle acque meteoriche dei due scali, di Busto Arsizio e Gallarate.
Le competenze della committenza, delle PA coinvolte, in specie il Parco del Ticino, del gruppo di tecnici e della ditta appaltatrice hanno permesso di completare il processo in tempi molto rapidi: in cinque anni il terminale è stato concordato, progettato, approvato, costruito e attivato: ciò è un vantaggio economico innegabile.
Lo scavo del biotopo ha restituito circa 130.000 mc di terreno a «km 0», utilizzati per la costruzione sia del terminal che dell’argine idraulico. Ha permesso di risparmiare denaro e di ridurre gli impatti per lo scavo del terreno e il suo trasporto da altri siti.
Le attività di manutenzione del biotopo producono ora materiale vegetale per nuovi interventi naturalistici.
I maggiori benefici sono in termini di marketing, di attrazione di clienti e partner, di relazione con gli stakeholder e l’opinione pubblica: il terminal di Gallarate è emblematico per l’azienda per presentarsi al mondo e viene utilizzato per facilitare le attivazioni di altri progetti, come quelli di «Milano Smistamento» e Brescia (Italia), Basilea (Svizzera), Kąty Wrocławskie (Polonia).
Ai residenti piace andare in bicicletta lungo l’argine che delimita il biotopo, i dipendenti sono orgogliosi del «terminal naturale» e mostrano un senso di appartenenza che migliora la loro attenzione nei confronti del luogo di lavoro, oltre ad apprezzarne il microclima e la bellezza. Questo sentimento è molto difficile da misurare, ma l’azienda ne è consapevole e ritiene che abbia un ritorno positivo in termini di immagine e di economia. Infatti, sta procedendo con questo tipo di politica. {p. 362}
Note