Matelda Reho, Filippo Magni (a cura di)
Tutela e valorizzazione del paesaggio nella transizione
DOI: 10.1401/9788815413352/c9

1. Il PTRC del 2020

Di fronte alla rapidità delle trasformazioni urbane e alle sempre nuove e molteplici modalità di organizzazione del territorio, il PTRC, aggiornato nel 2020, si è posto fin da principio il problema di orientare la complessità dei rapporti sul territorio, confrontandosi con gli altri stru{p. 199}menti di pianificazione territoriale, urbana e di settore. Nel determinare le competenze che spettano ai diversi enti territoriali, lo strumento legislativo della l.r. 11 ha stabilito che le politiche regionali in materia di assetto del territorio debbano confluire in quadri di riferimento a medio-lungo termine, alla cui formazione gli enti locali sono chiamati a partecipare, con riferimento alle scelte che li coinvolgono, nel rispetto della loro autonomia e secondo i principi di sussidiarietà e copianificazione.
Il PTRC è strumento di supporto all’attività di governance territoriale della regione in quanto consente di rendere coerenti la «visione strategica» della programmazione generale e quella di settore con il contesto fisico, ambientale, culturale, civile ed economico, attraverso un’interpretazione del territorio che ne ponga in risalto i punti di forza e di debolezza e ne evidenzi potenzialità e opportunità.
Partendo dai dati forniti dalle strutture regionali competenti, il piano, nella Tavola 01 a Uso del suolo – Terra, riconosce quali ambiti ed elementi territoriali, che costituiscono l’armatura territoriale su cui opera il sistema di azioni per la tutela del sistema del territorio rurale e in cui si riconoscono e valorizzano le dinamiche di trasformazione, le potenzialità economiche e il ruolo produttivo, ambientale, sociale: le aree di agricoltura periurbana; agropolitana; ad elevata utilizzazione agricola; di agricoltura mista a naturalità diffusa; il prato stabile; il sistema del suolo agro forestale; la foresta ad elevato valore naturalistico; l’area a pascolo naturale.
Nella Tavola 01 b Uso del suolo – Acqua vengono riconosciuti gli elementi di rilevanza regionale costituenti il sistema delle acque del Veneto. L’individuazione delle misure per la tutela qualitativa e quantitativa del patrimonio idrico regionale verrà effettuata dal piano di tutela delle acque (PTA), specifico piano di settore predisposto al fine di delineare le azioni regionali volte al raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dalla normativa nazionale e dalle direttive comunitarie per i corpi idrici significativi, congiuntamente agli altri strumenti di pianificazione di settore a scala di bacino o distretto idrografico.{p. 200}
La Tavola 01 c Uso del suolo – Idrogeologia e rischio sismico riconosce il sistema idrogeologico che caratterizza il suolo del territorio veneto, indicando le aree di pericolosità idraulica e quelle di pericolosità geologica e specificando le superfici soggiacenti al livello medio del mare, i bacini soggetti a sollevamento meccanico, l’ubicazione dei principali impianti idrovori, le aree di laminazione e le superfici allagate nelle alluvioni degli ultimi sessant’anni; il tutto evidenziato sulla griglia di riferimento dell’idrografia e della rete utilizzata per fini irrigui insieme alle relative superfici irrigue. Sulla base del tessuto urbanizzato che costituisce l’elemento territoriale di riferimento è stato evidenziato il sistema del rischio sismico indicando le diverse fasce di pericolosità sismica da 0,175 g a 0,20 g.
Nella Tavola 02 Biodiversità viene delineato il sistema della rete ecologica del Veneto composta da aree nucleo, parchi, corridoi ecologici, grotte, «tegnue» (habitat marini su affioramenti rocciosi); descrivendo inoltre la «diversità dello spazio agrario» ne riporta gli elementi territoriali di riferimento.
Al fine di tutelare e accrescere la biodiversità, in coerenza con l’art. 3 della direttiva 1979/409/CEE e con l’art. 10 della direttiva 1992/43/CEE, la Rete ecologica regionale indica le azioni per perseguire gli obiettivi di: assicurare un equilibrio tra ecosistemi ambientali e attività antropiche; salvaguardare la continuità ecosistemica; perseguire una maggiore sostenibilità degli insediamenti.
Nella Tavola 03 Energia e ambiente le politiche per l’energia e l’ambiente sono declinate attraverso diversi sistemi, dove la programmazione e gli interventi in materia di energia nel territorio regionale perseguono gli obiettivi di sviluppo sostenibile del sistema energetico regionale e di corrispondenza tra l’energia prodotta, il suo uso razionale e la capacità di carico del territorio e dell’ambiente. Allo scopo di ridurre le emissioni inquinanti e climalteranti e, quindi, aumentare la sicurezza sociale ed ambientale, vengono assunti come obiettivi generali: la promozione del contenimento dei consumi energetici; il miglioramento del rendimento energetico dei processi; l’uso razionale delle {p. 201}risorse energetiche; la valorizzazione delle risorse endogene e delle fonti rinnovabili.
L’ambiente del Veneto viene assunto come valore fondante il paesaggio ed il territorio regionale è oggetto di tutela da parte della regione.
Nella Tavola 04 Mobilità viene riportato lo schema della mobilità regionale, delineato sulla base della pianificazione regionale di settore, secondo i sistemi: stradale e ferroviario; di connessione territoriale, della logistica, della mobilità aria-acqua, dove con il fine di migliorare la circolazione delle persone e delle merci in tutto il territorio regionale si promuove una maggiore razionalizzazione dei sistemi insediativi e delle reti di collegamento viario di supporto. Nello sviluppo della rete viaria primaria e secondaria del sistema viario regionale viene conseguita una maggiore efficienza complessiva, attraverso una serie di linee d’azione specifiche per i diversi sistemi.
La mobilità slow viene sviluppata attraverso interventi viari che prevedano la possibilità di realizzare un adeguato chilometraggio di piste ciclabili sia in ambito urbano che extraurbano e nelle aree di particolare pregio storico, paesaggistico o ambientale, per creare percorsi sicuri da destinare a tale forma di mobilità e permettere una visita sostenibile e poco impattante del territorio.
Il modello di organizzazione della rete logistica veneta viene inoltre configurato sulla individuazione e sul potenziamento di poli logistici di differente livello, collocati in aree strategiche rispetto al ruolo che devono svolgere in relazione al sistema insediativo-produttivo veneto e alle funzioni di marketing territoriale.
Nella Tavola 05 a Sviluppo economico produttivo sono indicati i sistemi produttivi di rango regionale costituiti da un insieme di elementi di elevata complessità e specializzazione che rivestono un ruolo strategico per l’economia del Veneto e si pongono, nel quadro complessivo di una elevata sostenibilità ambientale, come risorsa per il futuro da utilizzare per dare competitività all’intero sistema; inoltre il piano evidenzia l’insieme delle aree produttive – quali strutture logistiche, centri ricerca, reti informatiche e telematiche, {p. 202}strutture consortili, autorità ed enti gestori organizzati – che costituiscono la filiera delle eccellenze produttive con ricadute territoriali locali anche al fine di predisporre appositi progetti strategici.
La pianificazione territoriale connessa alla materia del commercio viene attuata attraverso una programmazione di area vasta delle aree a vocazione commerciale, con la finalità generale di uno sviluppo equilibrato delle diverse forme di tipologia distributiva di vendita previste dalla vigente normativa regionale. Tale programmazione si fonda sull’individuazione di aree che, in relazione alle caratteristiche socio-economiche e territoriali del Veneto, possono essere identificate con il territorio di ciascuna provincia.
Nella Tavola 05 b Sviluppo economico turistico vengono riportati i diversi sistemi turistici caratterizzati da peculiarità specifiche, con la finalità di accrescere la competitività del sistema turistico anche attraverso la fruizione responsabile, il rafforzamento degli elementi di sostenibilità e l’innovazione.
Il PTRC punta a promuovere un’offerta turistica integrata in grado di coinvolgere e far convergere le diverse varietà di segmenti turistici nei singoli ambiti territoriali, allo scopo di proporre un’offerta variegata e attenta alle esigenze di una domanda in continuo rinnovamento.
Nella Tavola 06 Crescita sociale e culturale viene riconosciuto il patrimonio umano e le conoscenze locali, che costituiscono l’insieme delle risorse territoriali da valorizzare, definendone la filiera degli elementi di articolazione secondo uno specifico schema, che caratterizzano l’area quale luogo di eccellenza per l’apprendimento e la conoscenza e dove il patrimonio storico e culturale viene riconosciuto quale elemento conformante il territorio ed il paesaggio della regione e quale componente identitaria delle comunità che vi insistono e dove promuovere il riconoscimento, la catalogazione, la tutela e la valorizzazione in tutte le sue forme.
La regione favorisce e sostiene le strategie di sviluppo che, a partire dalla risorsa culturale, costruiscono relazioni con il sistema dei servizi e le filiere produttive che gravitano intorno ad essa. Al fine di massimizzare gli effetti socio-economici indotti dalle azioni di valorizzazione, sono
{p. 203}individuati alcuni «luoghi» privilegiati, ambiti caratterizzati da identità culturale comune, dove costruire specifiche politiche, basate sulle relazioni virtuose che intercorrono tra la componente culturale del territorio, servizi alla fruizione e i settori ad essa collegati.