Elena dell'Agnese, Daniel Delatin Rodrigues (a cura di)
Re(l)-azioni
DOI: 10.1401/9788815410795/c1
Nati sulla scorta dei distretti industriali, i distretti rurali o agroalimentari sono sistemi produttivi locali caratterizzati da un’identità storica e territoriale omogenea derivante dall’integrazione fra attività agricole e altre attività locali, nonché dalla produzione di beni o servizi coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali [6]
. Da questa definizione, i distretti hanno avuto vicende alterne nelle regioni italiane, spesso cambiando denominazione [Truffelli 2009]. Negli ultimi anni sono sorti distretti turistici, florovivaistici, agroindustriali, floricoli che mettono al centro una grande diversità di prodotti, servizi e risorse. La definizione di legge – ripresa anche nel manuale del DRQ Sicani – chiarisce che il distretto nasce per promuovere non solo produzioni agricole, ma tutte le attività aderenti alle vocazioni e alle tradizioni locali. In questo senso il distretto è in linea con le politiche europee e rafforza la visione di una ruralità multifunzionale che persegue logiche di diversificazione e terziarizzazione [Martorana 2015]. Scavando più in profondità nel discorso del distretto è interessante notare che i territori rurali sono caratterizzati da tratti identitari e storici, connessi a tradizioni e vocazioni ambientali. Associando al mondo rurale un’identità omogenea e definita, questo discorso non tiene in considerazione quel global sense of place [Massey 1991] secondo il quale tutti i luoghi
{p. 33}sono attraversati da storie molteplici e identità ibride che derivano da rotte migratorie e innesti culturali. Il discorso dei distretti dà voce, piuttosto, a quell’ossessione per la tradizione e il patrimonio che caratterizza un senso del luogo localistico, funzionale a promuovere il territorio e i suoi prodotti nelle dinamiche di competizione di mercato. Rispetto al DRQ Sicani, questo aspetto è rafforzato dall’aggiunta dell’attributo «di qualità», voluto per qualificare e differenziare il distretto rispetto agli altri. Nel regolamento del marchio associato si legge che il DRQ unisce diversi attori – B&B, alberghi, aziende agricole, produttori, percorsi e siti di interesse – accomunati da valori di qualità, legalità e sostenibilità delle produzioni che devono essere presentati attraverso un’«immagine univoca dello spazio rurale sicano». Specificando i criteri che definiscono la qualità, legalità e sostenibilità delle produzioni, si ribadisce in più punti la volontà di costruire questa immagine coordinata del territorio, riassunta dal logo del GAL.
Migliorare la comunicazione interna ed esterna al territorio è dunque un obiettivo fondamentale di questo distretto. Dal punto di vista della comunicazione esterna, il primo passo è il branding: la costruzione di un’immagine unica del territorio, rappresentativa delle caratteristiche e dei patrimoni locali che si vogliono promuovere [Caroli 2011]. Questa immagine è individuata nel logo del GAL che diventa il marchio del distretto e viene attribuito a prodotti, attività, siti turistici, cartellonistica e toponomastica. Gli aderenti sono poi riuniti e pubblicizzati sul sito visitsicani.it [7]
che fa da contenitore e vetrina del DRQ. Parallelamente, si costruisce un sistema di informazione unico – pagine Facebook, Instagram, Twitter – e una progettazione culturale concordata, per fare una comunicazione congiunta ed evitare sovrapposizioni tra iniziative. Dal punto di vista della comunicazione interna, il distretto prevede incontri di animazione e formazione per mettere in rete gli aderenti: un passaggio ritenuto fondamentale da molti intervistati.{p. 34}
Hanno elaborato una calendarizzazione e comunicazione condivisa. Questo fa sì che si decide un evento di punta e poi tutti i Comuni si collegano e offrono un calendario di attività che portano le persone a spostarsi, stare in giro. È una misura che è stata coordinata dal GAL, dal distretto rurale di qualità. Un’operazione parecchio saggia che è cominciata con delle giornate di team building. Mettere insieme tutte le realtà che si occupano di promozione territoriale, tour operator, Pro Loco. Farle ritrovare insieme per presentarsi, conoscersi ed elaborare strategie insieme: un’operazione che per noi è stata fondamentale (E.C., 2021).
Alla base di queste misure del GAL è dunque la volontà di costruire un’immagine del territorio chiara e univoca per definire i Sicani come territorio di produzioni ed esperienze turistiche di qualità. In modo molto interessante, la costruzione di questa immagine dipende sia da operazioni di branding che da interventi di formazione e animazione voluti dal GAL per favorire conoscenza, consapevolezza e collaborazione tra aziende, produttori, associazioni e altri attori. Attraverso il distretto, dunque, il GAL costruisce un sistema reticolare di attrattori e al contempo lavora alla formazione e alla connessione degli attori. L’investimento contemporaneo su attori e attrattori – tipico dell’approccio LEADER – caratterizza la modalità di progettazione e policy-making del GAL e connota la sua azione come reticolare e connettiva:
abbiamo capito che dovevamo fare tutto seguendo l’approccio LEADER e attraverso uno strumento fondamentale che è l’itinerario. La ciclovia, l’ippovia, il percorso esperienziale, la strada del vino. Siamo riusciti a finanziare diverse linee del territorio che sono state le maglie della rete del sistema turistico locale, i cui nodi sono il centro turistico, il borgo, il panettiere, l’agriturismo. Tutto era su scala sub-comprensoriale. Laddove il percorso intercettava borghi organizzati, il percorso ha funzionato. Dunque abbiamo capito che dovevamo creare quelle connessioni a livello locale, Comune per Comune (A.P., 2021).
Osservando le metafore utilizzate dal responsabile del GAL si comprende che gli oggetti geografici al centro dell’azione e dell’immaginazione del GAL non sono i singoli {p. 35}luoghi, ma gli itinerari. L’intervistato definisce gli itinerari come linee che riscrivono materialmente e simbolicamente il territorio in una rete di punti diffusi e connessi che sono i centri urbani, le associazioni e le attività produttive aderenti al distretto. In questo senso il GAL immagina e realizza un sistema turistico diffuso e centrifugo, lontano dai modelli centripeti che accentrano i flussi su singoli punti di interesse; non mira a singoli attrattori catalizzatori di flussi antropici ed economici insostenibili, ma alle connessioni fisiche e relazionali, alimentando un sistema di attori e attrattori policentrico.

4.2. I Sicani come destinazione turistica

Riprendendo il modello geoturistico elaborato da Turco [2012] – ispirato a quello geografico-economico di Butler [1980] – la costituzione del distretto rappresenta il primo momento nell’affermazione dei Sicani come destinazione turistica: la definizione dell’attrattività turistica dell’area. In questa fase le risorse turistiche dell’area vengono selezionate e tematizzate: ovvero si esplicitano i valori e le caratteristiche che le rendono attraenti. Questo processo di significazione è dinamico e transcalare perché mette a sistema le risorse locali con le necessità, i gusti e i codici culturali del segmento di mercato a cui si guarda. Nel caso dei Sicani, questo processo è cominciato con la costituzione del DRQ Sicani ed è stato accelerato in occasione di Expo 2015, a Milano.
Dal 3 al 9 agosto 2015, il GAL Sicani ha preso parte all’esposizione all’interno del cluster bio-mediterraneo della Regione Siciliana. Come si legge sul report, la partecipazione a Expo ha permesso di avvicinare il pubblico nazionale e internazionale, aumentare la capacità attrattiva dei Sicani e consolidare l’immagine dei prodotti di eccellenza del territorio. Attraverso attività di show cooking con cuochi e pasticceri, laboratori artistici e intrattenimento musicale con repertori della canzone popolare, il GAL ha portato in scena il territorio sicano secondo quell’idea di staging che fonda la pratica turistica [MacCannell 1976]. Come {p. 36}riporta il responsabile del GAL, in questa rappresentazione turistica la componente visiva è stata fondamentale: la proiezione di materiale promozionale relativo al patrimonio naturalistico, storico-culturale, gastronomico e relazionale del territorio. La testimonianza di uno dei partecipanti alla fiera fa comprendere che la presenza a Expo ha permesso alla nascente destinazione turistica di fare un salto di scala ed essere conosciuta a livello sovralocale, intercettando gli stakeholders che hanno inserito i Sicani nelle rotte di tour operator internazionali e in specifiche nicchie di mercato:
quando siamo andati a Milano all’Expo è stata la prima volta che abbiamo fatto conoscere i Sicani. Lo stand stava dentro quello della Regione Siciliana. Il GAL commissionò dei video che raccontassero i Sicani dalla costa africana ai monti [...] Questo nome è stato portato a Expo e lì è stato ufficializzato. E da lì un lavoro di ufficio stampa notevole che ha fatto conoscere i Sicani: da Milano a Expo, agli stessi siciliani. Un’operazione di restituzione che arrivava da Milano: conosci il tuo territorio perché è andato a Expo, è stato riconosciuto da Expo e ti ritorna indietro. E lì è stato il momento in cui si è coronato il brand Sicani. Il vero valore del brand, cosa ci stia attorno resta tutto da definire. È in fase di costruzione [...] Se vai alle fiere, vuol dire che fai sul serio. Andare all’Expo è stato fondamentale: ha fatto maturare il territorio (G.A., 2021).
La presenza a Expo ha rappresentato un momento chiave nella risignificazione della ruralità sicana. Se da un lato ha definito il GAL come attore protagonista della promozione del territorio, dall’altro ha ufficializzato l’esistenza dei Sicani come destinazione brandizzata di turismo rurale. Come si legge ancora nel report, a Expo è stata costruita «un’interessante ed esclusiva esperienza di territorio»: portando in scena non solo percorsi e prodotti, ma anche storie e capitale umano, i Sicani sono stati presentati come destinazione turistica esperienziale e relazionale. In questo senso, Expo ha funzionato come una vetrina in cui le attrazioni locali sono state presentate come elementi di una destinazione turistica unitaria che offre il connubio mare-monti, l’enogastronomia e le storie e tradizioni dell’antico popolo sicano.{p. 37}
Se quindi Expo ha rappresentato un importante momento di riconoscimento del territorio a scala sovralocale, la costruzione e il consolidamento dei Sicani come destinazione turistica sono continuati con gli interventi della programmazione successiva. Come si legge nel PAL 2014-2020, l’obiettivo generale della nuova programmazione è il rafforzamento del DRQ Sicani attraverso una serie di interventi di cui il più significativo è l’azione «Vivere e viaggiare nel DRQ Sicani», finanziata con 2.445.000 euro. Il progetto prevede la realizzazione di 28 unità comunali funzionali distribuite tra i Comuni del GAL, rifunzionalizzando strutture comunali in disuso o sottoutilizzate come centri di informazione, accoglienza turistica e servizi ai residenti.
La seconda parte dell’azione prevede interventi di miglioramento degli itinerari del DRQ, connettendo in un’unica rete percorsi escursionistici, itinerari tematici, siti di interesse culturale, imprese di servizi al turista, aziende agricole, botteghe artigiane, laboratori e strutture ricettive del distretto. L’intervento non prevede la costruzione di nuovi itinerari, bensì la cucitura di quelli esistenti in un’unica mappatura. Un’operazione di riscrittura del territorio che il GAL prevede di realizzare fisicamente – identificando con dei marker [MacCannell 1976] i percorsi e i punti di interesse – e con una mappatura da distribuire nelle attività, nelle unità comunali funzionali e sul sito del GAL. Questa azione è molto significativa da un punto di vista geografico in quanto comprende le fasi fondamentali del processo di territorializzazione [Turco 1988]: nel risignificare – e poi rappresentare cartograficamente – questa rete di percorsi con l’immagine coordinata del brand, il GAL procede contestualmente alla denominazione, strutturazione e reificazione del DRQ Sicani. Riprendendo il modello geoturistico [Turco 2012], questa azione interviene sulle condizioni di fruibilità: dopo aver individuato, tematizzato e brandizzato le attrattive del territorio, il sistema turistico si dota di servizi, strutture e infrastrutture che permettono la fruizione della destinazione.
Questo processo di definizione della destinazione turistica da parte del GAL si completa con un’ultima misura
{p. 38}della recente progettazione. L’azione 2.2.1, «Creazione di reti tra imprese e messa a sistema delle strutture di ospitalità diffusa extra-alberghiera in aree rurali», intende potenziare il DRQ Sicani sostenendo la costituzione di reti di impresa plurisettoriali che producano pacchetti turistici e servizi di accompagnamento e guida. Questa azione si ispira all’esperienza del tour operator Val di Kam in cui una rete di attori e produttori costruisce la Sicani Day Experience: un itinerario in cui, con la guida di un local insider, «il viaggiatore entra in contatto con il pastore scultore, l’agricoltore alchimista, la panettiera». Replicando questa esperienza, il GAL finanzia con 750.000 euro la costituzione di tre reti di impresa che sviluppino percorsi di turismo relazionale e di nicchia tra i comuni di Aragona, Joppolo Giancaxio, Sant’Angelo-Muxaro, San Biagio Platani e Santo Stefano Quisquina. Questa azione arricchisce la destinazione turistica del livello dell’esperienza [Turco 2012]: ovvero integra l’offerta con incontri ed eventi in cui il visitatore partecipa ad attività manuali, ascolta storie personali e vive emozioni uniche. Elementi che aggiungono all’esperienza turistica un valore in più, entrando nel patrimonio di memorie e affezioni del visitatore. Il tratto caratterizzante della pratica turistica esperienziale è la possibilità di interagire con la comunità locale [Ercole 2019]: si partecipa ad attività tipiche e si accede a dimensioni uniche come la casa privata o le storie personali. Una declinazione dell’esperienza turistica che si fonda sull’incontro tra visitatori e locali e che qui è accompagnata dallo storytelling rurale [de Spuches e Sabatini 2022] della guida che dà maggiore spessore alle esperienze multisensoriali e alle relazioni con gli abitanti e produttori.
Note
[6] Definizione di legge contenuta all’art. 13 del decreto legislativo n. 228/2001. Testo disponibile su https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2001/06/15/137/so/149/sg/pdf.
[7] Il sito del DRQ è accessibile all’indirizzo http://visitsicani.it/.