La valutazione dell'esperienza duale nell'istruzione e formazione professionale
DOI: 10.1401/9788815371225/c2
La prima condizione perché la IeFP
diventi sistema è quella economica. Senza certezza, oltre che adeguatezza delle risorse, la
norma non può avere attuazione. Nonostante l’in
¶{p. 106}cremento
complessivamente registrato, le risorse pubbliche (in parte rilevante di fonte regionale che
si aggiunge alle risorse statali) non consentono di soddisfare l’intera domanda presente
nelle regioni in cui il sistema è più sviluppato: nei fatti questa tipologia di offerta
resta penalizzata rispetto a quella dell’istruzione. Sotto il profilo qualitativo i criteri
di riparto tra le regioni delle risorse statali sono giustamente finalizzati a premiare le
performance assegnando maggiori risorse a chi garantisce tassi adeguati di successo e di
tenuta nel circuito formativo, non sono però previste altrettanto necessarie azioni di
contrasto al progressivo allargamento del gap tra situazioni che presentano migliori
risultati e situazioni con esiti ancora inadeguati, con effetti alla fine piuttosto
perniciosi per i territori più deboli del paese. Più che prevedere tagli nelle risorse a chi
ha performance peggiori, in generale le regioni del Sud, sarebbe più opportuno prevedere
forme di «accompagnamento» e di condizionalità più cogenti nell’uso delle risorse. E non
ultimo, i dispositivi operativi per la messa in campo delle risorse da parte delle regioni
avviene, in alcuni casi, con tempistiche, ritmi e pianificazioni non compatibili con la
promozione di un’offerta formativa sistemica, riconoscibile e certa per gli allievi, le
famiglie, le imprese. In alcune regioni non solo l’avvio dell’anno formativo sincronizzato
con la scuola resta una chimera, ma in taluni casi la stessa continuità temporale nello
stesso corso tra primo, secondo e terzo anno resta priva di certezza.
IeFP qualificati |
IeFP duale qualificati |
||||||
Iscritti III
anno |
Qualificati III
anno |
Rapporto qualificati su iscritti –
IeFP (%) |
Iscritti III
anno |
Qualificati III
anno |
Rapporti qualificati su iscritti –
duale (%) |
||
Piemonte |
6.976 |
5.598 |
80 |
260 |
240 |
92 |
|
Valle d’Aosta |
190 |
114 |
60 |
24 |
10 |
42 |
|
Lombardia |
16.567 |
13.352 |
81 |
7.175 |
6.011 |
84 |
|
Bolzano |
1.254 |
1.134 |
90 |
||||
Trento |
1.631 |
1.226 |
75 |
||||
Veneto |
6.452 |
5.778 |
90 |
367 |
348 |
95 |
|
Friuli Venezia
Giulia |
1.357 |
1.188 |
88 |
282 |
243 |
86 |
|
Liguria |
1.657 |
1.251 |
75 |
16 |
5 |
31 |
|
Emilia-Romagna |
9.194 |
7.187 |
78 |
567 |
434 |
77 |
|
Toscana |
5.348 |
3.779 |
71 |
1.447 |
690 |
48 |
|
Umbria |
1.543 |
1.193 |
77 |
9 |
9 |
100 |
|
Marche |
2.753 |
2.273 |
83 |
9 |
7 |
78 |
|
Lazio |
5.394 |
3.341 |
62 |
455 |
363 |
80 |
|
Abruzzo |
1.365 |
968 |
71 |
10 |
10 |
100 |
|
Molise |
420 |
368 |
88 |
||||
Campania |
6.198 |
4.527 |
73 |
106 |
nd |
||
Puglia |
5.386 |
3.532 |
66 |
||||
Basilicata |
|||||||
Calabria |
1.251 |
1.073 |
86 |
33 |
nd |
||
Sicilia |
11.144 |
7.058 |
63 |
449 |
217 |
48 |
|
Sardegna |
1.848 |
1.096 |
59 |
||||
Totale |
87.928 |
66.036 |
75 |
11.209 |
8.587 |
77 |
|
Fonte: Elaborazione dati Inapp,
XVIII Rapporto di monitoraggio del sistema di Istruzione e
Formazione Professionale, cit. |
IeFP diplomati |
IeFP duale diplomati |
||||||
Iscritti IV anno |
Diplomati IV
anno |
Rapporto diplomati su iscritti –
IeFP (%) |
Iscritti IV anno |
Diplomati IV
anno |
Rapporti diplomati su iscritti –
duale (%) |
||
Piemonte |
1.867 |
1.579 |
85 |
753 |
631 |
¶{p. 107} 84 |
|
Valle d’Aosta |
|||||||
Lombardia |
9.622 |
7.563 |
79 |
4.321 |
3.548 |
82 |
|
Bolzano |
636 |
595 |
94 |
||||
Trento |
956 |
796 |
83 |
||||
Veneto |
586 |
529 |
90 |
492 |
442 |
90 |
|
Friuli Venezia
Giulia |
333 |
254 |
76 |
333 |
254 |
76 |
|
Liguria |
240 |
163 |
68 |
240 |
163 |
68 |
|
Emilia-Romagna |
620 |
531 |
86 |
620 |
531 |
86 |
|
Toscana |
255 |
202 |
79 |
||||
Umbria |
|||||||
Marche |
19 |
13 |
68 |
||||
Lazio |
1.352 |
1.031 |
76 |
1.352 |
1.031 |
76 |
|
Abruzzo |
|||||||
Molise |
312 |
195 |
63 |
75 |
nd |
||
Campania |
|||||||
Puglia |
517 |
198 |
38 |
517 |
198 |
38 |
|
Basilicata |
|||||||
Calabria |
|||||||
Sicilia |
1.247 |
439 |
35 |
17 |
nd |
||
Sardegna |
|||||||
Totale |
18.562 |
14.088 |
76 |
8.720 |
6.798 |
76 |
|
¶
La seconda condizione è la garanzia
del rispetto del diritto dei giovani a scegliere e fruire anche di questa tipologia di
offerta, secondo le proprie esigenze e stili di apprendimento. In questo le responsabilità
di Stato e regioni si distribuiscono equamente, ma sicuramente allo Stato, laddove le
regioni fossero inadempienti, spetta il compito, non necessariamente sostitutivo, ma almeno
di assunzione della responsabilità di garantire l’applicazione della norma sui seguenti
aspetti:
– rispetto dell’avvio sincrono
dell’offerta di IeFP con quella di istruzione;
– assicurazione della possibilità di
scelta e di iscrizione ¶{p. 109}non solo ai percorsi triennali di qualifica,
ma anche a quelli di quarto anno e quadriennali (la piattaforma del Ministero
dell’Istruzione – su cui avviene l’iscrizione anche ai percorsi di IeFP – non ha ancora
provveduto in questo senso);
– tutela del carattere sussidiario e
non sostitutivo dell’offerta di IeFP erogata dagli istituti professionali e controllo del
mantenimento della specifica fisionomia di quest’ultima rispetto a quella dell’ordinamento
di istruzione.
Nel riformulare le condizioni e la
stessa fisionomia dell’offerta sussidiaria il d.lgs. n. 61/2017 ha riconosciuto agli
istituti professionali la possibilità di ricomprendere nel paniere della propria offerta
anche i percorsi di IeFP, permettendo uscite non solo al quinto anno, ma anche al terzo e al
quarto. Nello stesso tempo ha, però, ribadito quanto già previsto dall’architettura
normativa vigente, ossia il carattere distinto e autonomo dell’offerta di IeFP rispetto a
quella dell’Istruzione; ovvero che i due sistemi non possono essere integrati in uno stesso
curricolo e che i titoli di qualifica e diploma professionale non costituiscono step
intermedi del diploma di istruzione. Giova a tale proposito ricordare che anche in assenza
di regolamentazione regionale sono vigenti i LEP nazionali e che la specificità della IeFP
è, in ogni caso, garantita da standard di apprendimento approvati in sede di Conferenza
Stato-Regioni. Pertanto, gli istituti professionali ora possono prevedere nella propria
offerta uno sviluppo organico e sequenziale dei percorsi di IeFP e di IP, caratterizzando a
questo fine anche il profilo in esito al proprio diploma quinquennale, ma sempre nel
rispetto della specifica e distinta fisionomia (contenutistica e metodologica) dei due
ordinamenti. Al Ministero (tramite i propri uffici che siglano gli accordi territoriali e
conoscono la realtà delle singole scuole) compete il compito di vigilare affinché quanto
sopra richiamato sia rispettato e non si producano surrettizi aggiramenti della norma (la
casistica, anche in questo ambito, è purtroppo molto ampia).
Infine, occorre sottolineare che la
ricerca qui presentata, condotta sull’esperienza duale sviluppata in alcune regioni, attesta
come le leve normative (metodologico-didattiche) e finanziarie da sole non siano sufficienti
per rendere sistema ¶{p. 110}una realtà ancora parcellizzata e con
un’identità non pienamente riconosciuta. Per consentire l’infrastrutturazione del sistema in
tutte le regioni, accanto a una compiuta definizione regolamentare e ordinamentale, si rende
necessario allestire politiche capaci di accompagnare, promuovere e sostenere in tutti i
territori soggetti connotati da competenze specifiche e da nuovi paradigmi e relazioni.
Lo sviluppo del sistema nazionale di
IeFP e il consolidamento di filiere formative professionalizzanti richiede un sostegno
prioritario ai soggetti che sono già riconosciuti come attori d’eccellenza, in quanto si
sono dimostrati capaci di rispondere in modo innovativo ed efficace alle esigenze dei
territori, hanno dimostrato di essere dotati di dinamicità, di risorse tecnico-organizzative
e della capacità di interagire con i diversi attori (scuole, imprese, famiglie, operatori
del mercato del lavoro e del welfare). La scelta strategica è la
costituzione di una rete stabile di «imprese sociali educative», a partire da queste
esperienze di eccellenza già consolidate e riconosciute, in varie parti d’Italia, che
potranno operare da traino e modello per altri soggetti.
Nella costruzione di questa rete e
nell’identificazione dei suoi componenti non si deve cadere nell’errore di ridurli al
paradigma della tradizionale, limitante (e insensata) dicotomia tra servizio di natura
sociale e servizio alle imprese o tra servizio formativo e servizio per il lavoro: come
abbiamo visto sono soggetti che ricompongono queste dimensioni in un
unicum attraverso forme di partenariato che catalizzano le energie
positive presenti nei diversi contesti territoriali, con modulazioni adatte alle diverse
specificità. La stretta correlazione tra formazione e lavoro e l’ormai diffuso
riconoscimento che le due dimensioni non corrispondono a fasi distinte del percorso di
sviluppo della persona, ma convivono, richiedono agli organismi di formazione la capacità di
erogare servizi nuovi e aggiuntivi integrati con quelli formativi e orientativi, a sostegno
dell’azienda e dei giovani, e finalizzati all’inserimento lavorativo e alla sua
stabilizzazione.
Un altro aspetto qualificante è legato
alla capacità di «complementare» quanto appena richiamato con un forte
¶{p. 111}investimento sull’apprendistato di primo livello (duale o
formativo), da rilanciare anche grazie a interventi finalizzati a ridurre le incombenze
burocratiche che rappresentano oggi il più significativo ostacolo per le imprese. Per la
diffusione dell’apprendistato formativo e più in generale per lo sviluppo della filiera
duale la grande sfida si gioca oggi sul ruolo formativo assegnato direttamente alle aziende.
Per questo occorrerà superare schemi consolidati e prospettare per gli attori delle
politiche del lavoro nuove modalità di partecipazione al processo formativo – a partire
dalle esperienze di Academy costituite tra imprese e organismi di formazione – intervenendo
laddove necessario anche a livello normativo con accordi in Conferenza Stato-Regioni.
Note