La valutazione dell'esperienza duale nell'istruzione e formazione professionale
DOI: 10.1401/9788815371225/p2
Prefazionedi Ludovico Albert
Notizie Autori
Ludovico Albert è presidente della Fondazione per la
Scuola della Compagnia di San Paolo.
La portata della sfida del Piano
nazionale di ripresa e resilienza (#nextgenerationitalia) richiede a tutti, soprattutto a
chi come noi opera nel campo dell’educazione, di farsi carico in prima persona di azioni di
miglioramento del proprio operare che sappiano rispondere all’esigenza di guardare al futuro
del paese e delle prossime generazioni. In questa prospettiva, la Fondazione per la Scuola
della Compagnia di San Paolo, in collaborazione con Forma (l’Associazione nazionale degli
enti di formazione professionale che vedono nella formazione dei giovani lavoratori del
futuro la mission principale delle proprie azioni) ha scelto di
prendere le mosse dalle sollecitazioni generali del PNRR – Piano nazionale di ripresa e
resilienza – per avanzare un insieme di proposte operative sul tema della formazione e
dell’apprendistato duale:
La formazione e il miglioramento delle competenze, in particolare quelle digitali, tecniche e scientifiche, miglioreranno la mobilità dei lavoratori e forniranno loro le capacità di raccogliere le future sfide del mercato del lavoro. Si prevede, inoltre, l’introduzione di una riforma organica e integrata in materia di politiche attive e formazione, nonché misure specifiche per favorire l’occupazione giovanile, attraverso l’apprendistato duale (che unisce formazione e lavoro) e il servizio civile universale (Missione 5 Inclusione e Coesione).Promuovere l’acquisizione di nuove competenze da parte delle nuove generazioni: favorire il matching tra il sistema di istruzione e formazione e il mercato del lavoro, mediante il rafforzamento del «sistema duale» e dell’istituto dell’apprendistato, e il potenziamento del «Servizio civile universale» per i giovani tra i 18 e i 28 anni (Missione 5 Politiche per il lavoro - Obiettivi generali).Per promuovere l’occupazione dei giovani e l’acquisizione di nuove competenze tecniche e trasversali, saranno potenziati ¶{p. 8}il sistema duale e l’istituto dell’apprendistato, in un’ottica di matching tra istruzione e formazione e lavoro (Investimento «Sistema Duale») (Missione 5 Politiche per il lavoro).
Nell’ambito delle politiche per il
lavoro, il PNRR riconosce al sistema duale e all’apprendistato formativo un ruolo chiave per
la formazione dei giovani e per il loro inserimento lavorativo.
Fondazione per la Scuola, in
collaborazione con Forma, ha realizzato una ricerca qualitativa per approfondire gli effetti
dell’applicazione e dell’entrata a regime del sistema duale avviato nel 2016: un’indagine
condotta su tutto il territorio nazionale per analizzare i risultati della sperimentazione
«Bobba», ma soprattutto per individuare proposte e indicazioni che ne rafforzino il
radicamento e la diffusione nella prospettiva di sviluppo indicata dal PNRR.
Il passaggio da «Istituzioni formative»
ad «Agenti per la persona e per il lavoro» è l’asse intorno a cui ruota il salto culturale e
organizzativo richiesto al sistema degli enti della formazione professionale. Un cambiamento
che si fonda sull’effettiva personalizzazione dei percorsi, finalizzati e valutati
certamente in relazione ai saperi e alle competenze certificate dalle qualifiche e dai
diplomi professionali, ma anche in funzione del successo nell’accompagnamento
all’inserimento lavorativo. Il sistema duale può essere, come in altri paesi europei,
l’ambito in cui le fasi della formazione in aula e dell’apprendistato formativo si
realizzano in un percorso progettato e gestito insieme da chi ha le responsabilità della
formazione e chi quelle dell’assunzione, a partire dalle reali condizioni e aspettative dei
ragazzi presi in carico.
Realizzare questa prospettiva significa
per gli enti di formazione professionale assumere un nuovo ruolo di snodo territoriale tra
le imprese, le persone, le istituzioni e gli attori sociali del territorio, affinché le
persone possano fruire di un sistema di apprendimento lungo tutto l’arco della vita, al di
là dell’età anagrafica. Non esiste più un tempo per la formazione distinto e separato in
modo netto dal tempo del lavoro. Un percorso tra l’altro auspicato dalle raccomandazioni che
la Commissione europea ha elaborato ¶{p. 9}per la nascita di un modello
europeo di VET, nel quale la formazione assume un ruolo molto rilevante nella risposta
resiliente delle persone nell’arco della propria vita ai continui cambiamenti del mercato
del lavoro.
In questo volume ci si propone di
rileggere le risultanze della ricerca sul sistema della formazione duale alla luce dei
modelli europei e attraverso la lente e le indicazioni del PNRR. Una riflessione in cui il
sistema duale e l’apprendistato assumono un ruolo innovativo per l’accompagnamento delle
nuove generazioni verso il lavoro.
Una riflessione offerta ai decisori
politici che hanno la responsabilità di attuare la «Riforma 1.1: Politiche attive del lavoro
e formazione» prevista dal PNRR (Misura 5C1.1 «Politiche attive del lavoro e sostegno
all’occupazione») affinché possano imprimere l’impulso allo sviluppo e alla stabilità
necessario per rendere il «duale» misura strutturale a livello nazionale, a sostegno della
ripresa, soprattutto nelle aree che presentano maggiori difficoltà.
A tal fine abbiamo dedicato la sezione
conclusiva del volume ai suggerimenti operativi che a nostro parere dovrebbero stare alla
base di un nuovo accordo Stato, Regioni e Province autonome, con lo stesso spirito di
costruzione comune che ha dato vita nel settembre 2015 all’accordo della sperimentazione
«Bobba» e che ha dimostrato come sistema formativo e imprese possano e debbano operare
insieme per poter innovare e crescere.
Quanto previsto nel PNRR, se collegato
in modo organico a ciò che è già oggi stanziato dalle diverse fonti finanziarie e normative,
determina un orizzonte di prospettiva quinquennale e una dimensione anche quantitativa tale
da permettere di consolidare effettivamente anche nel nostro paese un sistema duale di
formazione e di accesso al lavoro.
Diventa realistico l’obiettivo di 60
mila allievi/anno nel sistema di Istruzione e Formazione Professionale duale. Un risultato
di grande rilevanza che permetterebbe al paese di disporre finalmente, almeno in embrione,
di un nuovo percorso formativo di accesso alla vita adulta e al lavoro adeguato alle sfide
strategiche poste dal PNRR, oltre che ai bisogni dei nostri giovani in maggiore
difficoltà.¶{p. 10}
La ricerca ha messo in evidenza la
necessità di assicurare al sistema la presenza di alcune condizioni operative:
1) una dimensione effettivamente
nazionale, con la presenza dell’offerta, secondo modalità e tempi programmati, in tutte le
regioni (da qui l’esigenza dell’accordo Stato-Regioni);
2) la personalizzazione dei percorsi:
superamento del gruppo classe, autonomia e flessibilità nella definizione degli
insegnamenti, quote di apprendimento in situazione lavorativa, riconoscimento pieno del
ruolo del tutor aziendale, centralità dei servizi di tutoraggio, di
placement/accompagnamento e di validazione e certificazione delle
competenze;
3) la programmazione dell’offerta
regionale, unitaria e complementare con quella scolastica, che abbia respiro almeno
triennale e che sappia valorizzare le eccellenze;
4) la previsione a livello curriculare
dello sviluppo delle soft skills;
5) l’inquadramento nel sistema duale
dell’impresa formativa e delle Academy;
6) un quadro metodologico unitario per
il finanziamento dell’offerta di IeFP, legato alla persona e ai diversi servizi di cui essa
può godere e funzionale al riconoscimento sia del servizio erogato (quota «a processo»), sia
della qualità formativa e delle performance anche in termini occupazionali delle istituzioni
formative (quota «a risultato»);
7) la predisposizione di un’offerta
formativa organica e completa della filiera professionalizzante;
8) la semplificazione dello strumento
dell’«apprendistato duale» per renderlo più appetibile sia ai giovani, sia alle PMI;
9) il potenziamento della rete degli
operatori, con il sostegno agli investimenti e al riorientamento delle istituzioni e delle
imprese formative, soprattutto nelle regioni in cui la loro presenza è oggi più carente.
Ludovico
Albert