La scuola mediterranea
DOI: 10.1401/9788815371102/c3
Alla domanda chi sei tu e perché vivi noi non abbiamo risposta, e neppure ce ne curiamo; ma se vuoi conoscere le leggi del mondo, quelle delle combinazioni chimiche o quelle dello sviluppo degli organismi, quelle dei corpi e delle loro forme e le relazioni fra i numeri e le grandezze, o se vuoi conoscere le leggi della tua intelligenza, ebbene per tutto ciò noi ti daremo risposte chiare, precise e inoppugnabili [16] .¶{p. 117}
In sintesi, l’idea di processo
educativo che si attiva a partire dallo studente ha una grande tradizione nella
nostra cultura pedagogica che è necessario recuperare, se vogliamo andare oltre le
citazioni festive per entrare, con metodo, nella ferialità del lavoro quotidiano.
1.4. Il metodo
Oggi, il motto imperante è
«educare formando» le conoscenze, le abilità e le competenze adatte a stare con
successo in questo mondo. Si tratta della trasposizione in ambito scolastico di un
modello efficientista in cui lo studente con la sua unicità e la sua storia
personale si perde. Il paradigma di riferimento è tecnico-scientifico a garanzia di
efficienza e neutralità. Basterebbe esibire il nuovo linguaggio
[17]
– performance,
target, benchmarking,
standard – per evidenziare quanto sia stridente nei confronti di una
didattica centrata sulla persona. A questo paradigma si oppone, da sempre e
soprattutto in Italia rispetto ad altri paesi, un filone ideologico e culturale che
teorizza proprio l’inverso, ovvero la non-programmazione
[18]
e lo spontaneismo educativo. In questa prospettiva i docenti non
esercitano un qualunque mestiere bensì l’arte dell’insegnamento, non riducibile e
riconducibile in nessuna schematizzazione. Anzi, qualunque tipo di rigidità diviene
controproducente e sclerotizza la «libertà di insegnamento e di pluralismo culturale»
[19]
necessaria alla professione docente. Questa
¶{p. 118}seconda posizione è ovviamente in forte antagonismo con le
definizioni dei profili e degli standard professionali dei docenti che tanto
successo hanno avuto in altri paesi
[20]
ma, non a caso, non si sono mai diffusi in Italia.
Abbiamo riportato le posizioni
in campo, intenzionalmente in modo forzato, per evidenziare che gli opposti
dell’oggettivismo e del soggettivismo non fanno altro che radicalizzare
l’insostenibile scissione fra ragione e passione, fra appartenenza sociale e
identità personale, che in realtà trovano una naturale integrazione nell’unitarietà
della persona.
La separazione fra la conoscenza
delle «leggi del mondo» e «la conoscenza della persona», fra l’istruzione e
l’educazione, l’informazione e i valori, è insostenibile in quanto le conoscenze non
sono più riconducibili esclusivamente alle mura scolastiche e i valori non sono
estranei alle conoscenze e soprattutto al metodo di insegnamento.
La riconquista dell’unitarietà,
a partire dallo studente, è un paradigma che diviene la metodologia di lavoro per la
costruzione della scuola mediterranea. Proviamo a esemplificare questo approccio
attraverso due casi di studio
[21]
.¶{p. 119}
Caso di
studio n. 1
Lo strano caso dell’«insegnamento dell’educazione»
Il titolo richiama
intenzionalmente con un po’ di leggerezza Lo strano caso del dr.
Jekyll e del sig. Hyde di Robert Luis Stevenson che, come
risaputo, riuscì a portare in luce quanto vi è di oscuro nell’inconscio ben
prima di Sigmund Freud. Anche nella definizione legislativa dell’«insegnamento
trasversale della educazione civica»1 abbiamo un lato
oscuro che probabilmente ci condiziona senza saperlo, in cui l’educazione è
oggetto di insegnamento. Intendiamo così, con questo studio di caso, portare in
evidenza come la separazione fra insegnamento ed educazione sia una questione
irrisolta e tutt’ora immanente nella nostra cultura.
Il caso.
In sintesi e per sommi capi la questione è così riassumibile. L’insegnamento
scolastico dell’educazione civica avviene attraverso undici temi di portata
storica, culturale e sociale, smisurati da affrontare in «33 ore annue, da
svolgersi nell’ambito del monte orario obbligatorio» con «valutazioni
periodiche».
Per dare un’idea di quanto
viene chiesto riportiamo solo i titoli delle tematiche: Costituzione,
istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi
internazionali; storia della bandiera e dell’inno
nazionale; Agenda 2030 per lo sviluppo
sostenibile; educazione alla cittadinanza
digitale; elementi fondamentali di diritto;
educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del
patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze
territoriali e agroalimentari; educazione alla legalità
e al contrasto delle mafie; educazione al rispetto e
alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici
comuni; formazione di base in materia di protezione
civile. Nell’ambito dell’insegnamento trasversale dell’educazione
civica sono altresì promosse: l’educazione
stradale; l’educazione alla salute e al
benessere; l’educazione al volontariato e alla
cittadinanza attiva. Tutte le azioni sono finalizzate ad
alimentare e rafforzare il rispetto nei confronti delle persone, degli animali e
della natura.
La
domanda. La metodologia dei casi di studio inizia sempre con una
domanda che potrebbe essere così formulata: Come è possibile assumere
in un percorso educativo tutte queste richieste?
La
risposta. In realtà la richiesta sottesa non è di assumere un
complesso processo educativo, ma più semplicemente di trasmettere alcune
informazioni, o peggio nozioni, che poi saranno oggetto di prove,
interrogazioni, valutazioni, così come avviene regolarmente nelle prassi
consolidate di insegnamento e apprendimento a scuola. In altri termini
l’importante non è tanto la consapevolezza, la critica, il discernimento dello
studente bensì l’insegnamento di un’educazione su cui la famiglia e il sociale
sono sempre più in difficoltà e a cui la scuola, in quanto istituzione sociale,
deve invece rispondere.
¶
Analisi.
Abbiamo il rischio di una schizofrenia fra formazione ed educazione, dove la
formazione prevarica sull’educazione e pertanto qualunque aspetto educativo
diviene un contenuto della stessa formazione. Questo approccio è altamente
funzionale, sia per l’ossessione misuratoria dei risultati sia per la volontà
del controllo sociale, in quanto permette di canonizzare l’educazione
all’interno di contenuti da rilevare e valutare. L’idea di un’educazione
insegnata tramite la trasmissione di alcuni contenuti, per quanto valore questi
possano avere in ambito sociale, è riduttiva. Infatti è indubbio che alcuni temi
abbiano un forte valore educativo e identitario, ma ciò che davvero li qualifica
sta nella metodologia che può avvicinare o, all’opposto delle buone
intenzionalità, allontanare lo studente. Il rischio della trasmissione di una
«dottrina civile» è sempre da tenere presente. Infatti più valorizziamo i
contenuti, le regole, i comportamenti attesi da trasmettere e più ci avviciniamo
alle «buone maniere»2, al «controllo
sociale»3, alla «persuasione
ideologica»4. Ne abbiamo già avuto esperienza
nella nostra storia, così come la Germania in modo ancora più tragico, tant’è
che ha ritenuto necessario stabilire, ancor prima dei contenuti dell’educazione
civica, alcuni principi5:
1.
Überwältigungsverbot (divieto d’imposizione): richiede
agli insegnanti di non imporre le proprie opinioni, idee, scelte politiche agli
studenti. L’obiettivo dell’educazione civica non deve essere l’indottrinamento
ma la sviluppo di un’autonoma capacità di giudizio da parte dei singoli. Il
rispetto di questo principio non esige la «neutralità» ideologica o valoriale
dei docenti ma la «trasparenza» e la «obiettività» nell’esercizio della loro
attività educativa;
2. Kontroversität
(contrapposizione): invita ad affrontare gli argomenti attraverso il
confronto, la «contrapposizione» delle idee/opinioni/scelte alternative come
metodo irrinunciabile nell’insegnamento di un’educazione civica che vuole essere
informata, aperta e democratica. «Se si ignorano i diversi punti di vista e le
alternative rimangono indiscusse, è il percorso verso l’indottrinamento che
viene intrapreso»;
3.
Schülerorientierung (orientamento dello studente):
ricorda che una Politische Bildung efficace deve offrire ai
giovani gli strumenti conoscitivi che consentano a loro di orientarsi nella
società e di formarsi come cittadini in grado di partecipare in modo libero e
consapevole alla vita politica ed economica del paese.
¶
Conclusioni
provvisorie. Questi principi ci dicono, più di ogni argomento,
come la cultura mediterranea, attenta alla persona (orientamento allo studente),
all’ascolto (contrapposizione), alla tolleranza (divieto di imposizione), ha
varcato ogni confine, ha permeato ogni cultura, è diventata un patrimonio
dell’umanità. Ora, sarebbe davvero paradossale se non diventasse un nostro
habitus distintivo.
1
Legge 20 agosto 2019, n. 92, recante Introduzione
dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica. La legge
titola «l’insegnamento della educazione», in questo modo l’educazione sta
nell’insegnamento.
2
Il processo di civilizzazione e La civiltà delle
buone maniere sono famosi trattati di Norbert Elias (editi in
Italia dal Mulino) in cui si analizza il processo di civilizzazione, inteso come
un processo psicologico-sociale, che porta i singoli a interiorizzare norme per
un maggiore controllo.
3
Titolo di un famoso testo del sociologo Vincenzo Cesareo, in cui si analizzano
le teorie della socializzazione del controllo sociale. Le teorie riportano un
uomo «ultrasocializzato», che fa totalmente dipendere il proprio agire dal
sistema normativo, profondamente e docilmente interiorizzato, e dal continuo
bisogno di ricevere approvazione da parte degli altri membri della società.
4
Per ideologia, nel pensiero sociologico, si intende il complesso di credenze,
opinioni, rappresentazioni, valori che orientano un determinato gruppo sociale e
diventano veicolo di persuasione.
5
Vedi Beutelsbacher Konsens (Consenso di Beutelsbach), dal
nome della località in cui si è elaborato il documento di base nel 1976 e ancora
vigente in Germania.
La scuola, dentro la cultura
mediterranea, assume innanzitutto un approccio metodologico in cui formazione ed
educazione ritrovano la loro unitarietà. Ricordiamo il monito di Socrate a non
considerare la conoscenza e soprattutto la sapienza come una trasmissione dal pieno
al vuoto:
Sarebbe davvero bello, Agatone, se la sapienza fosse in grado di scorrere dal più pieno al più vuoto di noi, solo che mettessimo in contatto l’uno con l’altro, come l’acqua che scorre nelle coppe attraverso un filo di lana da quella più piena a quella più vuota [22] .
Note
[16] L.N. Tolstoj, La confessione, Milano, SE, 2000, p. 36.
[17] «L’essere, che può essere compreso, è il linguaggio» è forse la frase più famosa di H.-G. Gadamer in Verità e metodo, Milano, Bompiani, 1986, p. 542.
[18] La «non-programmazione» è stato un filone culturale degli anni Novanta che si sviluppò in alcune università, fra cui quella di Bergamo con il prof. Walter Fornasa. Intendeva contrapporsi a un’idea di programmazione iperstrutturata che perdeva di mira l’attenzione allo studente.
[19] Il d.p.r. 275/1999 all’art. 1, comma 2, stabilisce che «l’autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento».
[20] Per un’analisi dei profili e degli standard professionali in ambito internazionale vedi D. Previtali, Come valutare i docenti, Brescia, La Scuola, 2012, oppure Id., I profili professionali degli insegnanti e dei dirigenti, Rovereto, IPRASE, 2011.
[21] Il caso di studio è un metodo di ricerca che partendo dalla narrazione di una vicenda analizza una questione complessa per rafforzare e/o dimostrare ciò che è già noto e conosciuto. Viene impiegato in diverse aree della scienza e, in particolare nelle scienze sociali, permette di porre attenzione alle regole teoriche per come avvengono nei contesti e nella realtà quotidiana.
[22] Socrate, Simposio.