La giustizia in scena
Diritto e potere in Eschilo e Sofocle

Perché le opere di Eschilo, Sofocle ed Euripide vengono tutt’oggi rappresentate e continuano ad appassionarci? Perché la loro messa in scena suscita sempre emozioni viscerali, che ci fanno inabissare nel profondo di noi stessi? In questo libro la tragedia greca viene letta come un inquieto laboratorio della coscienza civile – quindi anche giuridica e politica – dell’Occidente, ove l’intreccio fra mito e attualità del V secolo a.C. solleva questioni con cui ancora dobbiamo misurarci, come uomini e cittadini: dalla natura ambivalente del potere, sempre sul punto di degenerare in tirannide o di dar corpo all’incubo della guerra civile, alle irrisolte criticità della democrazia e dell’uso della parola – in grado di persuadere e conciliare, ma anche soverchiare e irretire – ; dal fondo cupo di violenza e terrore in cui talvolta si specchiano gli assetti istituzionali, alla ricerca di criteri che definiscano la responsabilità dell’individuo.

insegna Diritti greci e Diritto e letteratura nell’Università di Siena. Tra i suoi volumi: "Gli attrezzi del giurista. Introduzione alle pratiche discorsive del diritto" (Giappichelli, 2018); "La cultura giuridica dell’antica Grecia. Legge, politica, giustizia" (2020) e "Come si racconta un’epidemia. Tucidide e altre storie" (2021), editi da Carocci; per il Mulino, "Il diritto, la genealogia, la storia. Itinerari" (2010).

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Editore: Il Mulino

Pubblicazione online: 2022
Isbn edizione digitale: 9788815370808
DOI: 10.978.8815/370808

Pubblicazione a stampa: 2022
Isbn edizione a stampa: 9788815295910
Collana: Saggi
Pagine: 360

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