Partiti e caso italiano
L'indebolimento della struttura organizzativa e della capacità di mobilitazione dei
partiti ha portato a dare per scontata una loro emarginazione dalla scena politica del
XXI secolo. Alcuni li vedono destinati a soccombere nella sfida con i movimenti e i
comitati civici sul terreno della partecipazione; altri, sottolineando la crescente
personalizzazione delle competizioni elettorali, pronosticano loro un futuro di inerti
strumenti nelle mani di "spin doctors", "campaign managers", "media advisers". In
realtà, l'osservazione empirica sembra piuttosto segnalare una persistente capacità dei
partiti di incidere sul processo di formazione della classe dirigente, dei governi e
delle politiche pubbliche. Per quanto riguarda il caso italiano, ad oltre un decennio
dall'inizio del processo che ha apparentemente rivoluzionato il panorama dei nostri
partiti, non è possibile stabilire con sicurezza se dietro la nascita di nuove sigle e
il parziale rinnovamento della classe politica si celi un mutamento radicale o
un'operazione di facciata, che sotto nuove vesti propone formule organizzative e
identità ideologiche già sperimentate. Questo volume traccia alcune linee essenziali
lungo cui lo studio dei partiti può oggi efficacemente svolgersi, sia in termini
generali sia con specifico riferimento al contesto italiano.