Declinare crescendo
DOI: 10.1401/9788815413505/p2
Copertina originale
Dieci anni fa sarebbe stato davvero
arduo trovare uno studioso, economista o politologo, in grado di prevedere un futuro
autorevole del sindacalismo italiano. Forse soltanto nei sogni di qualche lavoratore colpito
da provvedimenti antisindacali o nei discorsi di qualche sindacalista della «seconda»
generazione covavano speranze tanto ambiziose. Al culmine della sua ascesa organizzativa e
istituzionale, compaiono tuttavia nell’edificio sindacale segni di un possibile declino. Da
dove traggono origine? Dai colpi della crisi economica? Dalla rivalsa dei partiti, impegnati
a riconquistare un ruolo diretto tra i lavoratori e nel sistema produttivo? Questo libro
vuole spostare l’attenzione sui meccanismi funzionali del sindacato, attribuendo le sue
difficoltà principalmente all’emergere di una nuova élite interna, sul ceppo di culture e
tradizioni inadeguate nelle difficili prove dell’oggi. Il rapporto con i mass-media, le
dinamiche dell’aggressività, il professionismo, le tendenze autocratiche, sono tra i temi
analizzati con intenzione critica ma senza alcun distacco. All’interrogativo finale su come
si possa superare la stagione del sindacalismo-negoziatore senza smarrire il riferimento
alla classe e alla partecipazione di base l’autore risponde avanzando l’ipotesi
dell’autogestione.