Matelda Reho, Filippo Magni (a cura di)
Tutela e valorizzazione del paesaggio nella transizione
DOI: 10.1401/9788815413352/c17

Anna Fumagalli e Fabio Susan I servizi ecosistemici associati all’uso irriguo delle acque superficiali nei consorzi di bonifica in Veneto

Notizie Autori
Anna Fumagalli è dottore agronomo, ha svolto per dieci anni attività di libera professione e dal 2003 lavora in Regione del Veneto, dove ha maturato una lunga esperienza nell’applicazione della normativa sull’edificabilità del territorio agricolo e nelle valutazioni istruttorie relative agli aspetti agricolo-produttivi, agro-ambientali, dell’architettura e del paesaggio rurale dei PAT/PATI. Attualmente è titolare della EQ "Utilizzi irrigui" presso la Direzione AdG FEASR Bonifica e irrigazione, dove ha collaborato alla redazione del quadro conoscitivo sui servizi ecosistemici prodotti dal servizio idrico di irrigazione collettiva.
Notizie Autori
Fabio Susan è dottore forestale, ha successivamente conseguito un dottorato in agronomia ambientale presso l’Università degli studi di Padova. Lavora in Regione del Veneto dal 2019, presso la Direzione AdG FEASR Bonifica e irrigazione, dove ha collaborato alla redazione del quadro conoscitivo sui servizi ecosistemici prodotti dal servizio idrico di irrigazione collettiva. Ha precedentemente svolto attività professionale, occupandosi principalmente di valutazioni ambientali, di indagini naturalistiche, di consulenza in materia di sviluppo rurale ed agricoltura.
Abstract
Nell’ambito di un percorso finalizzato al rinnovo delle concessioni irrigue dei consorzi di bonifica del Veneto (DGR 962/2016), la Regione del Veneto ha deciso di affrontare le problematiche in un quadro di riferimento unitario. È stato quindi avviato un importante studio che ha condotto all’elaborazione di un quadro conoscitivo dell’irrigazione nel territorio veneto. Tra gli obiettivi del quadro conoscitivo vi è quello di fornire un’illustrazione esauriente dei servizi ecosistemici connessi con il flusso delle acque irrigue nel territorio della pianura veneta. La componente acquacoltura fa riferimento alle attività produttive finalizzate alla produzione controllata di organismi acquatici. Il tentativo di inquadrare più precisamente il contributo associabile all’irrigazione nei confronti della tutela del paesaggio trova un primo importante fattore di criticità nella difficoltà di inquadrare in maniera univoca ed oggettiva il concetto stesso di "paesaggio". Potendo far leva sul patrimonio informativo implementato grazie al contributo e al supporto dei consorzi di bonifica e prodromico al processo di definizione dei servizi ecosistemici correlati all’irrigazione a livello regionale, si è cercato di definire, e di quantificare per quanto possibile, le connessioni esistenti tra la pratica irrigua ed i valori peculiari del paesaggio veneto.
L’irrigazione nella Regione del Veneto costituisce un’attività estremamente articolata e varia, che insieme all’azione di bonifica e prosciugamento dei suoli paludosi e costieri ha consentito nei secoli lo sviluppo del territorio agricolo e delle sue varie e pregiate produzioni. Nel territorio di pianura l’irrigazione è prevalentemente praticata in forma collettiva, attraverso l’attività dei dieci consorzi di bonifica individuati e regolamentati dalla l.r. 12 del 8 maggio 2009, Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio, che provvedono a prelevare, trasferire e distribuire l’acqua agli agricoltori. Ai dieci consorzi di bonifica elementari si aggiunge il consorzio di bonifica di secondo grado Lessinio – Euganeo – Berico (LEB), che è preposto alla gestione e alla manutenzione dell’omonimo canale, con il quale una parte delle portate del fiume Adige è trasferita ai fiumi Frassine e Bacchiglione, alimentando così la pianura veneta centrale.

1. Il quadro conoscitivo unitario finalizzato al rinnovo delle concessioni irrigue: i servizi ecosistemici

Nell’ambito di un percorso finalizzato al rinnovo delle concessioni irrigue dei consorzi di bonifica del Veneto (DGR 962/2016), la Regione del Veneto ha deciso di affrontare le problematiche in un quadro di riferimento unitario. È stato quindi avviato un importante studio che ha condotto all’elaborazione di un quadro conoscitivo dell’irrigazione nel territorio veneto. A partire da 2020 (DGR 1625/2020) sono stati avviati i lavori per la redazione del quadro conoscitivo aggiornato, con un gruppo di lavoro esteso comprendente Regione del Veneto, ANBI Veneto, Consulting srl e il personale di tutti i consorzi di bonifica del Veneto.{p. 302}
Fig. 1. Limiti comprensoriali dei Consorzi di bonifica del Veneto.
Superficie potenzialmente irrigabile: 650.000 ha
Superficie servita dall’irrigazione: > 500.000 ha
Concessioni di derivazione: n. 533
Punti di prelievo (fonti): n. 837
Volume di acqua irrigua prelevata: > 3,5 miliardi mc (anno 2020)
Volume di acqua irrigua consegnata: 2,6 miliardi mc (anno 2020)
Superficie servita dall’irrigazione: > 500.000 ha
Concessioni di derivazione: n. 533
Punti di prelievo (fonti): n. 837
Volume di acqua irrigua prelevata: > 3,5 miliardi mc (anno 2020)
Volume di acqua irrigua consegnata: 2,6 miliardi mc (anno 2020)
Concessioni di derivazione: n. 533
Punti di prelievo (fonti): n. 837
Volume di acqua irrigua prelevata: > 3,5 miliardi mc (anno 2020)
Volume di acqua irrigua consegnata: 2,6 miliardi mc (anno 2020)
Punti di prelievo (fonti): n. 837
Volume di acqua irrigua prelevata: > 3,5 miliardi mc (anno 2020)
Volume di acqua irrigua consegnata: 2,6 miliardi mc (anno 2020)
Volume di acqua irrigua prelevata: > 3,5 miliardi mc (anno 2020)
Volume di acqua irrigua consegnata: 2,6 miliardi mc (anno 2020)
Volume di acqua irrigua consegnata: 2,6 miliardi mc (anno 2020)
Il quadro conoscitivo costituisce un compendio aggiornato e approfondito dell’agrosistema irriguo veneto, da cui emerge che l’attività di bonifica compiuta dai consorzi non è finalizzata solamente all’allontanamento delle acque meteoriche per garantire la sicurezza idraulica del territorio così come l’irrigazione e alla semplice adduzione e distribuzione dell’acqua irrigua per il soddisfacimento dei fabbisogni ir{p. 303}rigui delle colture; entrambe vanno a interessare discipline, settori economici e aspetti della vita di tutti i giorni che tradizionalmente non vengono direttamente associati all’attività di bonifica e irrigazione: dalla qualità dell’ambiente, alla conservazione degli habitat naturali e del paesaggio, alla produzione di cibo e di energia pulita. Per granularità delle informazioni ed estensione territoriale dello studio, non ci sono noti esempi di lavori simili, di tale portata a livello nazionale.
Lo studio presenta le seguenti caratteristiche:
  • illustra i diversi ordinamenti colturali presenti e la tipologia di sistema di adduzione e di distribuzione irrigua, nonché il sistema di irrigazione prevalente e la superficie irrigata per tipologia di sistemi di irrigazione collettiva;
  • individua e descrive i servizi ecosistemici (SE) prodotti dal servizio idrico di irrigazione, aventi un effetto sulla rete idraulica di bonifica e di irrigazione e sul territorio sotteso;
  • analizza gli ordinamenti colturali irrigui e gli elementi dell’agro-ecosistema irriguo che conferiscono un particolare valore culturale e paesaggistico alle aree rurali, con riferimento agli ambiti di paesaggio individuati dal PTRC;
  • costituisce il punto di partenza per la redazione dei vari quadri tematici specifici della Relazione ambientale, che consentiranno di «valutare il reale impatto che l’esercizio di tali derivazioni esercita sul corpo idrico e le esternalità positive sul contesto territoriale in cui l’irrigazione viene esercitata, tenendo conto delle priorità sull’utilizzo della risorsa idrica ai sensi del d. lgs. n. 152/2006».

2. Servizi ecosistemici associati all’uso irriguo delle acque superficiali

Tra gli obiettivi del quadro conoscitivo vi è, dunque, quello di fornire un’illustrazione esauriente dei servizi ecosistemici connessi con il flusso delle acque irrigue nel territorio della pianura veneta. Il prelievo di acque in ragione di concessioni a uso irriguo è infatti nominalmente {p. 304}un prelievo a uso irriguo, ma le portate derivate in alcuni casi sono indispensabili per governare e riequilibrare le disponibilità idriche di differenti territori; in generale, poi, vengono immesse in un reticolo minore molto esteso e diffuso, che dà forma al paesaggio e alimenta numerosi servizi ecosistemici.
Tali effetti benefici non sono quasi mai direttamente evidenziati in sede di attuale concessione: ci si limita a precisare qualche uso complementare a quello irriguo (idroelettrico o industriale, e, raramente, di vivificazione). In molti casi i servizi ecosistemici, apparentemente impliciti e involontari, risultano invece primari e fondamentali e sono riconoscibili solo attraverso la gestione sistematica del reticolo di competenza dei consorzi di bonifica.
È da questa considerazione e dalla consapevolezza da parte dei consorzi dei servizi ecosistemici generati nei territori comprensoriali che è maturata la convinzione di sviluppare un’indagine territoriale volta a censire e catalogare gli effetti dell’irrigazione collettiva.
Sono state considerate le esternalità positive prodotte dalla distribuzione di risorsa irrigua, tralasciando la produzione agricola (obiettivo primario).
L’attività irrigua è un fattore determinante nella formazione di ambiti di paesaggio, intesi come «una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni» (Convenzione europea del paesaggio).
Nella visione classica di interazione tra l’ecosistema e l’attività antropica i servizi ecosistemici sono gli effetti generalmente positivi che l’ecosistema apporta alla comunità umana per il suo sostentamento materiale e spirituale; le esternalità (positive o negative) sono le alterazioni che l’attività antropica genera nell’equilibrio dinamico dell’ecosistema.
Questa lettura «contrappone» l’ecosistema naturale e l’attività antropica.
L’ecosistema irriguo sovverte le tradizionali logiche secondo cui l’azione antropica riduce la capacità di un sistema naturale di fornire servizi ecosistemici; l’attività antropica {p. 305}di regimentazione delle acque ed irrigazione secolarmente radicata ha di fatto modificato il sistema naturale antecedente, creando un nuovo sistema «artificiale» radicato nel tempo e nello spazio, e che viene alimentato dalle portate derivate in ragione di concessioni ad uso irriguo. Si tratta, quindi, di servizi ecosistemici generati da un agrosistema e alimentati con continuità dalla pratica agricola e dalla distribuzione di risorsa irrigua.
Fig. 2. Interazione ecosistema-attività antropica con conseguente sviluppo di servizi ecosistemici ed esternalità.
Per individuare e classificare in maniera convenzionale i servizi ecosistemici si è fatto riferimento a schemi di classificazione europei, in particolare al Common International Classification of Ecosystem Services (CICES), integrato e adeguato al contesto di analisi sulla base delle conoscenze del personale tecnico dei consorzi di bonifica (i SE sono stati suddivisi in sottocategorie in modo tale da riflettere le diverse componenti del servizio stesso), mentre per la loro localizzazione ci si è affidati alla conoscenza del territorio e all’esperienza dei consorzi di bonifica, a partire, ove possibile, da tematismi definiti a livello regionale come, ad esempio, nel nuovo PTRC approvato nel 2020.
{p. 306}