Matelda Reho, Filippo Magni (a cura di)
Tutela e valorizzazione del paesaggio nella transizione
DOI: 10.1401/9788815413352/c10

Giorgio Doria e Ellena Finco L’Osservatorio regionale e gli osservatori locali per il paesaggio

Notizie Autori
Giorgio Doria è architetto, lavora presso la Direzione Pianificazione territoriale della Regione del Veneto, con l’incarico EQ "Osservatorio del paesaggio, monitoraggio e coordinamento rete osservatori locali". Dal 2012 è responsabile della Segreteria tecnico-scientifica dell’Osservatorio regionale per il paesaggio.
Notizie Autori
Ellena Finco è architetto, lavora dal 2021 presso la Direzione Pianificazione territoriale della Regione del Veneto dopo una lunga esperienza di libera professione. Dall’assunzione in Regione del Veneto collabora con la Segreteria tecnicoscientifica dell’Osservatorio regionale per il paesaggio.
Abstract
Il paesaggio rappresenta un tema di primaria importanza per la Regione del Veneto e la scelta di istituire, nel 2011, l’Osservatorio regionale per il paesaggio, nonché di avviarne le attività già nell’anno successivo, ha assunto il significato di un concreto impegno, che si è manifestato attraverso un’intensa attività di sensibilizzazione, divulgazione, conoscenza e formazione. Per la Convenzione europea, il paesaggio è in ogni luogo e rappresenta un elemento fondamentale della qualità della vita e del benessere delle popolazioni. L’attività principale dell’Osservatorio per il paesaggio è quella di garantire un ruolo attivo delle popolazioni nella salvaguardia, gestione e pianificazione del paesaggio, attraverso il dialogo tra comunità locali e pubbliche amministrazioni. La sperimentazione si è articolata in una serie di attività/progetti rivolti e coinvolgenti diverse categorie di soggetti interessati alle tematiche del paesaggio. A partire dal 2020, in collaborazione con l’Università degli studi di Verona, si svolgono ogni anno le giornate di studio sul paesaggio rivolte agli amministratori pubblici (sindaci, vice sindaci, presidenti, vice presidenti, assessori e consiglieri) dei comuni, delle province, dei consorzi di bonifica, delle unioni montane, delle unioni dei comuni.
Il paesaggio rappresenta un tema di primaria importanza per la Regione del Veneto e la scelta di istituire, nel 2011, l’Osservatorio regionale per il paesaggio, nonché di avviarne le attività già nell’anno successivo, ha assunto il significato di un concreto impegno, che si è manifestato attraverso un’intensa attività di sensibilizzazione, divulgazione, conoscenza e formazione.
In particolare, l’Osservatorio regionale ha acquisito una notevole esperienza nel campo della formazione sul tema del paesaggio, attraverso corsi realizzati in collaborazione con le università del Veneto, rivolti ai tecnici professionisti, ai tecnici della pubblica amministrazione, agli amministratori pubblici, agli agricoltori, a soggetti che svolgono, a vario titolo, un ruolo nella trasformazione del territorio, senza con ciò trascurare la formazione degli insegnanti e, attraverso loro, il rapporto fondamentale con il mondo della scuola.
La scelta quindi di realizzare nel 2022 un corso sul paesaggio espressamente dedicato ai colleghi regionali completa l’offerta formativa dell’Osservatorio regionale e delle università del Veneto (Ca’ Foscari e IUAV di Venezia, Padova e Verona) che in tutti questi anni hanno contribuito alla buona riuscita dei corsi e delle giornate di approfondimento culturale.
Ma prima di entrare nello specifico delle attività svolte e approfondire i compiti che la legge nazionale e quella regionale assegnano all’Osservatorio, pare utile richiamare i principali contenuti della Convenzione europea del paesaggio, in quanto rappresentano il punto di riferimento fondamentale nel campo della tutela e della valorizzazione del paesaggio.
Va ricordato che la Convenzione è stata sottoscritta a Firenze il 20 ottobre 2000 dagli Stati membri del Consiglio {p. 208}d’Europa e ratificata successivamente da ogni singolo Stato. In occasione del ventennale dalla sottoscrizione erano già 40 gli Stati che avevano provveduto alla ratifica che, nel caso dell’Italia, è avvenuta con la l. 14 del 9 gennaio 2006.
Oltre a dare una definizione univoca e condivisa di paesaggio, la Convenzione dispone i provvedimenti, in tema di riconoscimento e tutela, che gli Stati membri si impegnano ad emanare e definisce le politiche e gli obiettivi per la salvaguardia, considerando «paesaggio» tutto il territorio: dagli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani ai territori degradati, da quelli di grande qualità e considerati eccezionali a quelli della vita quotidiana.
Questa è la principale novità introdotta dalla Convenzione che modifica profondamente l’idea stessa di paesaggio: non più solo le categorie elencate nella l. 1497/1939 sulla Protezione delle bellezze naturali, quali cose immobili, ville, giardini e così via, con caratteri di bellezza naturale, d’interesse storico e artistico, valore estetico e tradizionale, ma tutto il territorio diventa meritevole di attenzione, e dunque non solo gli ambiti da tutelare, ma anche quelli da riqualificare perché degradati.
La Convenzione riconosce inoltre il ruolo del paesaggio nello svolgere importanti funzioni di interesse generale sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale, e nel costituire anche una risorsa favorevole all’attività economica. Non solo, il paesaggio coopera all’elaborazione delle culture locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell’Europa, contribuendo così al benessere e alla soddisfazione degli esseri umani e al consolidamento dell’identità europea.
In sintesi quindi, per la Convenzione europea, il paesaggio è in ogni luogo e rappresenta un elemento fondamentale della qualità della vita e del benessere delle popolazioni.
A questo possiamo affiancare la definizione di paesaggio contenuta nel Codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs. 42 del 22 gennaio 2004), che lo indica come «territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni» (art. 131, c. 1). {p. 209}
Proprio nel Codice troviamo citato, per la prima volta, l’istituto degli Osservatori per la qualità del paesaggio (art. 133, c. 1 del d.lgs. 42/2004). La Convenzione del 2000 non li prevedeva, mentre nel 2008 sono stati inseriti nella Raccomandazione del Comitato dei ministri sugli orientamenti per l’attuazione della Convenzione europea del paesaggio (CM/Rec, 2008, adottata dal Comitato dei ministri dell’Unione europea). Il punto 10 della Raccomandazione, infatti, tratta il tema degli osservatori, indicando la possibilità di istituire, a vari livelli, osservatori del paesaggio, centri o istituti (di scala locale, regionale, nazionale e internazionale).
Come già evidenziato, l’istituzione dell’Osservatorio nazionale del paesaggio è prevista dall’art. 133, c. 1, del Codice:
Il Ministero e le regioni definiscono d’intesa le politiche per la conservazione e la valorizzazione del paesaggio tenendo conto anche degli studi, delle analisi e delle proposte formulati dall’Osservatorio nazionale per la qualità del paesaggio, istituito con decreto del Ministro, nonché dagli Osservatori istituiti in ogni regione con le medesime finalità.
L’attività principale dell’Osservatorio per il paesaggio è quella di garantire un ruolo attivo delle popolazioni nella salvaguardia, gestione e pianificazione del paesaggio, attraverso il dialogo tra comunità locali e pubbliche amministrazioni. In particolare l’Osservatorio è uno strumento idoneo ad avviare e garantire il dialogo ed il confronto permanente tra istituzioni, associazioni e cittadini, nonché il luogo nel quale fare sintesi tra interessi, culture e sensibilità differenti e nel quale riconoscere valori condivisi. Si tratta quindi di uno strumento molto importante, che può contribuire alla crescita culturale, coinvolgendo un’intera comunità.
L’Osservatorio nazionale per la qualità del paesaggio rappresenta il livello più alto previsto dalla vigente legislazione; esso è stato istituito con decreto del Ministero per i beni e le attività culturali del 15 marzo 2006, mentre la nomina dei componenti è avvenuta con DM del 14 ottobre 2008; bisognerà comunque attendere la fine del 2015 perché l’Osservatorio nazionale si attivi convocando un {p. 210}incontro con gli osservatori regionali e quelli locali presenti in Italia, a cui seguiranno solo un paio di altre riunioni nell’anno successivo.
Nel Veneto l’istituzione dell’Osservatorio regionale non è stato un mero adempimento di legge, ma frutto di un percorso originale, partito dalle attività sperimentali degli osservatori locali svolte tra il 2011 e il 2012 e consolidato con l’istituzione della Rete regionale degli Osservatori per il paesaggio nel 2013.
Con la l.r. 10 del 26 maggio 2011 la Regione del Veneto ha integrato la l.r. 11 del 23 aprile 2004, Norme per il governo del territorio, inserendo il Titolo V bisPaesaggio che, oltre a disciplinare le competenze di regione, province, comuni, enti parco in materia paesaggistica, istituisce anche l’Osservatorio regionale per il paesaggio (art. 45-septies).
Con successivi provvedimenti la giunta regionale ha quindi disciplinato la composizione e il funzionamento dell’Osservatorio regionale ed individuato le attività da svolgere (DGR 824/2012, 1320/2014, 352/2017 e 57/2022).
Momento fondamentale, che ha caratterizzato la nascita degli osservatori per il paesaggio nel Veneto, è la presentazione a Verona, il 17 novembre 2011, nel corso della rassegna Geo-Oikos, dei 10 punti per il Manifesto dell’Osservatorio regionale per il paesaggio, ovvero degli obiettivi fondamentali che qualunque osservatorio, regionale o locale, deve perseguire (fig. 1).
Nella stessa occasione viene anche istituito il primo osservatorio locale, l’Osservatorio sperimentale per il paesaggio delle Colline dell’Alta Marca, attraverso la sottoscrizione di un Accordo di collaborazione tra la Regione e il Comune di Pieve di Soligo – Ente capofila.
Nell’anno successivo, vengono istituiti altri cinque osservatori locali sperimentali, per un totale quindi di sei osservatori attivi nel 2012 e, sempre in quest’anno, prende avvio l’importante collaborazione tra l’Osservatorio regionale, le università del Veneto e il Ministero della cultura, attraverso la loro partecipazione ai lavori del Comitato scientifico.
A completare il quadro della struttura organizzativa, con DGR 118 dell’11 febbraio 2013 viene istituita la Rete {p. 211}regionale degli Osservatori per il paesaggio, composta dall’Osservatorio regionale e dagli osservatori locali che si riconoscono nei principi stabiliti dalla Convenzione europea e dal Codice (fig. 2).
{p. 212}