Re(l)-azioni
DOI: 10.1401/9788815410795/c4
Capitolo quarto
Comunità, senso del luogo ed empatia. Le buone pratiche di Lis Aganis, Ecomuseo delle Dolomiti friulane
di Lisa Pigozzi e Nunzia Borrelli
Notizie Autori
Lisa Nadia
Roberta Pigozzi – dottoranda in Sociomuseologia nell’Università
Lusofona (Lisbona) – ha una laurea triennale in Scienze del Turismo (2014) e
una laurea specialistica in Turismo e Sviluppo Locale (2016) con una tesi
sperimentale a Cuba, dove ha lavorato con l’Instituto de Ecología y
Sistemática dell’Avana per analizzare la possibilità d’implementare un
ecomuseo nella Valle di Viñales (Pinar del Rio). I suoi interessi di ricerca
si concentrano sul ruolo degli ecomusei nello sviluppo locale, nella
promozione del turismo sostenibile, e sulla gestione partecipativa del
patrimonio culturale.
Notizie Autori
Nunzia Borrelli – professoressa associata, insegna Turismo sostenibile
nell’Università di Milano Bicocca. Ha condotto progetti di ricerca su
ecomusei, musei, turismo, patrimonio culturale e processi di governance in
Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Cina. È stata visiting scholar
alla Loyola University di Chicago come Fulbright, dove ha condotto un lavoro
sul campo al Field Museum di Chicago; alla Portland State University,
all’Università di Newcastle upon Tyne, dove ha lavorato con il professor
Peter Davis su progetti di patrimonio culturale basati sulla comunità; e
alla Xiamen University (Cina), dove ha lavorato con il professor Rongling Ge
sugli ecomusei in Cina.
1. Introduzione
L’obiettivo di questo capitolo è riflettere su come gli ecomusei rafforzino il senso del luogo lavorando con le comunità e attivando l’empatia. La capacità degli ecomusei di lavorare sul senso del luogo è da lungo tempo oggetto della letteratura, si pensi al libro di Davis del 1999: Ecomuseums. A Sense of Place, dove l’autore esplorava i modi in cui gli ecomusei rafforzano i legami tra luoghi e comunità. In questo testo ci si propone di fare un piccolo approfondimento che mira a evidenziare quanto l’empatia possa agevolmente rafforzare il senso del luogo delle comunità.
Al fine di poter argomentare questa ipotesi e raggiungere l’obiettivo definito, il testo è organizzato come segue. Il paragrafo 2 è dedicato alla metodologia, in particolare alla descrizione della ricerca sul campo al Lis Aganis Ecomuseo delle Dolomiti friulane
[1]
(Friuli-Venezia Giulia), considerato esempio di buone pratiche per sviluppare il senso del luogo nella comunità locale. Il paragrafo 3 è dedicato a una breve revisione della letteratura che riguarda il senso del luogo, l’habitus e la creazione di comunità empatiche per comprendere in che modo le relazioni sociali contribuiscano alla loro definizione. In particolare, si vedrà che il concetto di senso del luogo è strettamente legato a quello di relazioni sociali [Bourdieu, Wacquant e Orati 1992] e sono quindi processi sociali [Massey 1994], in continua evoluzione, a determinarlo. Si evidenzierà poi, riprendendo Hillier e Rooksby [2005], che l’habitus, in quanto insieme di predisposizioni ¶{p. 84}o schemi di pensiero che gli individui costruiscono in base alle loro esperienze, è esso stesso una forma di senso del luogo. Verrà infine esplorata l’empatia, soffermandoci su come questa possa rafforzare il senso del luogo.
Il paragrafo 4 spiega in che modo gli ecomusei possono contribuire al consolidare il senso del luogo incentivando la nascita di comunità empatiche. Il paragrafo 5 presenta l’esperienza dell’Ecomuseo Lis Aganis. Questo ecomuseo, ponendosi come interlocutore con la comunità locale, e adottando «toni di voce» differenti, per i diversi membri che la compongono, è riuscito, negli anni, a creare un dialogo tra il territorio, il patrimonio e le persone del luogo, che si identificano nei processi dell’ecomuseo, trovando in esso il loro senso del luogo.
2. Metodologia
Il presente lavoro ha l’obiettivo di riflettere sul ruolo degli ecomusei nel rafforzare il senso del luogo. A tal fine, si sono analizzate fonti primarie e secondarie. In particolare, la ricerca documentale è focalizzata ad analizzare la letteratura riguardante il senso del luogo, e in che modo gli ecomusei possano rafforzarlo costruendo relazioni empatiche nelle comunità.
Al fine di ottenere un lavoro esaustivo, oltre alla ricerca documentale, utilizzata per la stesura dei primi due paragrafi, si sono aggiunti, per la scrittura del terzo, alcuni dei dati raccolti in una ricerca sul campo presso l’Ecomuseo Lis Aganis. Il lavoro sul campo, svolto nel novembre 2021, era mirato ad avere una visione d’insieme dell’ecomuseo, caso studio del progetto europeo The Ecoheritage
[2]
. Delle 13 interviste raccolte, se ne sono selezionate 3, ritenute idonee a rispondere all’obiettivo di ricerca di questo capitolo.¶{p. 85}
3. Senso del luogo, habitus e comunità empatiche
Lo spazio e il luogo definiscono la natura della geografia: l’analisi spaziale è infatti alla base della ricerca geografica [Tuan 1979, 387]. Tuttavia, il concetto di «luogo» può assumere diversi significati: come location, il luogo è un’unità tra le altre che incarna le esperienze e le aspirazioni di un popolo; esso è una realtà da spiegare dal punto di vista delle persone che le hanno dato significato [ibidem].
Secondo Tuan occorre quindi discernere le varie prospettive per considerare il «luogo» non solo come «nodo funzionale dello spazio», quindi misurabile, ma anche come simbolo, che viene condizionato dal fatto che ci sono io [ibidem].
Per dell’Agnese [2001] «il luogo è una categoria interpretativa fondamentale per dare significato allo spazio in cui ci si muove e in cui si agisce, il contesto simbolico che noi elaboriamo per agire nel mondo». Sono quindi le interazioni sociali a formare un luogo, ad attribuire significato a spazi che, se inabitati, non avrebbero lo stesso senso. Il senso del luogo è legato alle relazioni sociali che sono in grado di crearlo attraverso le interazioni con gli altri e con l’ambiente.
Esistono più sensi del luogo per uno stesso luogo. Secondo Cross [2001]: «non abbiamo un singolo senso del luogo ma invece portiamo, nei luoghi in cui viviamo, un intero set di preconcetti culturali che danno forma al modo in cui rispondiamo al luogo, e in alcune misure rimodellano il luogo in cui calzano questi preconcetti». Il senso del luogo è formato da due aspetti: il primo, la relazione con il luogo, che consiste nei modi in cui le persone si relazionano ai luoghi, o ai legami che hanno con i luoghi. Il secondo è il community attachment che consiste nella profondità e nelle tipologie di attaccamento in un posto particolare.
Il rapporto tra le persone e i loro luoghi può essere spiegato attraverso il concetto di habitus, che stabilisce azioni attive e creative tra le persone e i loro mondi [Hillier e Rooksby 2005, 7]. Esso è definito: «a sense of one’s (and others’) place and role in the world of one’s lived environ¶{p. 86}ment» [ibidem, 13]. L’habitus, in questo senso, si riferisce alla percezione di come noi e (gli altri) ci posizioniamo nel mondo, e questo influenza le nostre azioni e relazioni nell’ambiente.
Secondo Bourdieu [2010] l’habitus è un «insieme di principi generatori di pratiche, un sistema di schemi di percezione e di disposizioni [...] sia legato alle relazioni oggettive nelle quali gli agenti sono immersi, sia alle percezioni personali attraverso le quali ognuno di noi incorpora le situazioni sociali nelle quali vive e agisce all’interno di esse». Essendo esso una «struttura strutturante», l’habitus può essere generato anche negli ecomusei, che attraverso l’organizzazione di azioni partecipate, contribuiscono a definire nuovi habitus nella comunità locale.
L’habitus forma un patrimonio sociale e culturale che si esprime nelle pratiche quotidiane, forgiando la postura individuale e marcando la condizione personale che iscrive la persona in un gruppo
[3]
. In questo senso, gli ecomusei plasmano un habitus nella comunità locale coinvolta, mentre lavora insieme con l’obiettivo di prendersi cura del proprio territorio [Maggi 2002] e patrimonio. Far parte di un ecomuseo costituisce un habitus.
Un altro modo per analizzare le relazioni spaziali è il concetto di comunità. La comunità tradizionale era concepita come forma di organizzazione sociale chiusa verso l’esterno e coesa all’interno, spesso legata al luogo di nascita degli individui; tuttavia, nell’evoluzione della società, caratterizzata dall’incertezza, nasce l’esigenza di nuove strutture capaci di offrire forme di radicamento sociale e territoriale [Borrelli, Mela e Mura 2023]. Le comunità contemporanee sono oggetto di scelta e non esauriscono il campo di azione dei soggetti [Mela e Chicco 2016 in Borrelli, Mela e Mura 2023]. Wilkinson [1991, 13-14] definisce la comunità locale come una fitta rete di interazioni e interrelazioni tra le persone locali; essa è un’entità sociale e psicologica che rappresenta un luogo, la sua gente e le relazioni che vi esistono. Senza tale interconnessione, la comunità non potrebbe esistere; l’in¶{p. 87}terazione con gli altri orienta i processi di azione collettiva e di partecipazione sociale, e diventa fonte di identità comune. La sostanza della comunità è quindi l’interazione sociale. L’insieme di esperienze condivise consente alla gente di fondersi in una comunità [Crang 1998 cit. in dell’Agnese 2001].
Le comunità che condividono risorse dimostrano sostegno sociale attraverso lo sviluppo della comunità stessa. Sviluppo comunitario significa attivare un senso positivo di appartenenza in una persona, dimostrabile attraverso l’«empatia in azione», e quindi il supporto sociale che costruisce comunità. Il legame tra il supporto sociale degli individui e le reti comunitarie positive è quindi empatico. Dal punto di vista della comunità e dello sviluppo locale, l’empatia diventa la base per la connessione umana e l’azione, a beneficio non solo dell’individuo, ma anche della collettività [Berardi et al. 2020]
[4]
. Le comunità diventano empatiche quando, attraverso il supporto sociale, sono in grado di attivare processi di sviluppo locale. Dal punto di vista della comunità e dello sviluppo locale, l’empatia è una base per la connessione umana e l’azione a beneficio della collettività. Il processo attraverso il quale emerge la comunità, e in cui l’empatia gioca un ruolo centrale, è un approccio interattivo alla comunità.
Se il senso del luogo: «is a general attitude toward a spatial setting embodied by symbolic meanings held by an individual or group» [Jorgensen e Stedman 2001], allora nelle comunità empatiche, dove «si vedono le cose attraverso gli occhi degli altri», si condivide lo stesso habitus.
4. Quando gli ecomusei rafforzano il senso del luogo lavorando sulle comunità empatiche
Come è noto in letteratura gli ecomusei sono dei community based heritage projects, ossia dei progetti di valorizzazione del patrimonio locale che si basano sul coinvolgimento della popolazione.
¶{p. 88}
Note
[1] Da qui in poi, l’Ecomuseo delle Dolomiti friulane Lis Aganis verrà semplicemente chiamato Ecomuseo Lis Aganis, o Lis Aganis.
[2] The Ecoheritage è un progetto finanziato dal programma europeo Erasmus+ che ha come focus lo studio degli ecomusei quali strumenti di gestione partecipata del patrimonio (https://ecoheritage.eu/).
[4] Traduzione delle autrici.