La scuola mediterranea
DOI: 10.1401/9788815371102/c1
Un inciampo che disconferma il
percorso degli ultimi anni e non prefigura qualcosa di diverso per i prossimi anni.
¶{p. 55}In sintesi: abbiamo affidato alle scuole un compito
impossibile. Tecnicamente un compito è impossibile quando le richieste o le
risoluzioni sono errate. In questo caso sono errate sia le richieste sia le soluzioni
[36]
. Infatti è errata la richiesta di gareggiare con il Nord così come è
errata la soluzione di lavorare per migliorare i risultati Invalsi, in quanto le
scuole non sono in competizione e i risultati non sono riconducibili esclusivamente
a quelli Invalsi. Diciamolo da subito, al fine di non essere equivocati: questo
approccio non è un problema insito nei dati, come alcuni tendono banalmente a
semplificare e, ancor meno, non è un problema generato dall’Invalsi, come altri
strumentalmente riportano. Infatti, qualunque Istituto nazionale di valutazione deve
fare questo lavoro con competenza e solidità scientifica, così come Invalsi, da
anni, lo sta realizzando con continui processi di innovazione. Ma i dati, senza una
cultura della valutazione e in particolare dei processi di miglioramento possibili e
sostenibili, rafforzano solo le rappresentazioni sociali diffuse e, purtroppo,
consolidano i problemi invece che contribuire a risolverli.
Emblematica, a tale riguardo, è
la semplificazione della comunicazione sociale che si è da subito appassionata alla
graduatoria, tant’è che abbiamo ancora in memoria le pagine dei giornali in cui ogni
anno si narra di una scuola meridionale che naufraga e di una scuola settentrionale
che vola. La prova di questa impostazione sono le comunicazioni pubbliche a cascata
in cui regioni, province, scuole sostengono di essere le migliori utilizzando
all’occorrenza i dati di vattelapesca, purché siano a sostegno di una posizione
meritevole in una qualsiasi graduatoria.
Al contrario coloro che si
ritrovano con risultati regolarmente negativi, trovandosi dinanzi a un compito
impossibile, utilizzano due vie di uscita:
– sfuggire al compito;
– falsificare i
dati.¶{p. 56}
E così è stato, con molte
scuole che hanno cercato di eludere la partecipazione alle prove nazionali e, fino a
quanto è stato possibile, hanno cercato di dare un supporto agli studenti nella
risoluzione dei quesiti, tant’è che l’Invalsi si è costruito un indice definito (con
un po’ di creatività) cheating, per non
dire imbroglio e per ripulire i dati dagli indebiti aiuti dei
docenti verso gli studenti. Inutile dire che la percentuale maggiore di
cheating si ha al Sud, così come è inutile cercare
giustificazioni o assoluzioni a comportamenti scorretti come il
cheating, ma sta di fatto che la distanza fra Nord e Sud
non è compensabile e il problema non è risolvibile dicendo alle scuole «dovete
migliorare».
Questo secondo inciampo porta
con sé due attenzioni:
1. il miglioramento è
sempre all’interno di un’area prossimale di sviluppo;
2. un problema, se è
irrisolvibile, non può portare a una soluzione e pertanto non possiamo stupirci
se qualcuno trova soluzioni errate.
Box 2.
Il cheating
Il termine
cheating, che significa letteralmente «imbrogliare» è
un fenomeno che si è diffuso sin dall’inizio delle rilevazioni nazionali
dell’Invalsi e soprattutto in alcune regioni del Mezzogiorno. Con questo termine
si intende quel comportamento opportunistico tenuto in classe dagli studenti
(student cheating) o dall’insegnante (teacher
cheating) che incide in maniera positiva sul risultato di alcune
scuole. Nello specifico, lo student cheating è il
comportamento attuato dagli studenti che copiano da altri studenti o da libri o
da altre fonti, mentre il teacher cheating è l’azione
condotta dagli insegnanti, che possono fornire le risposte agli studenti, o
anche lasciare che gli studenti copino tra loro e quindi facciano
student cheating. Per far fronte a questo fenomeno e
garantire la validità dei dati pubblicati, l’Invalsi ha adottato una procedura
statistica che, condotta ex post, stima un indice di
propensione al cheating per ciascuna classe. Tale procedura
consiste nel rilevare:
• la percentuale di risposte
corrette;
• la variabilità all’interno
della classe; ¶{p. 57}
• l’omogeneità di risposta a
ciascun item;
• il tasso di mancate
risposte.
Questi quattro elementi
insieme restituiscono una probabilità di cheating della
classe. Infatti vi è un comportamento anomalo quando all’interno di un gruppo
classe abbiamo: un’elevata percentuale di risposte corrette; una bassa
variabilità della percentuale di risposte corrette; una bassa variabilità nelle
modalità di risposta a ciascun item e un basso tasso di mancate risposte.
In altri termini, gli
studenti di una classe con cheating rispondono in modo
omogeneo alla quasi totalità delle domande e sbagliano le risposte delle stesse
domande.
A documentazione di quanto
abbiamo sostenuto, ovvero di una maggiore percentuale di
cheating nelle scuole del Mezzogiorno, riportiamo una
tabella per la scuola primaria e alcune figure per la scuola secondaria di primo
e secondo grado. I dati riportati sono ripresi da uno studio dell’Invalsi del
20201.
La tabella 1.1 riporta la
percentuale di cheating nella scuola primaria nell’anno
scolastico 2018-2019, suddiviso per gradi, nelle prove di italiano, matematica,
inglese listening e reading.
Ripartizione
geografica |
G02 ITA |
G02 MAT |
G05 ITA |
G05 MAT |
G05 ELI |
G05 ERE |
|
Nord-ovest |
Valle
d’Aosta |
0,8 |
1,0 |
0,5 |
0,3 |
0,8 |
¶{p. 58} 0,2 |
Piemonte |
2,7 |
2,5 |
1,7 |
1,8 |
3,1 |
1,1 |
|
Liguria |
3,4 |
2,7 |
1,7 |
2,4 |
4,2 |
1,2 |
|
Lombardia |
2,4 |
2,2 |
1,1 |
1,3 |
2,5 |
1,2 |
|
Nord-est |
Veneto |
1,7 |
1,9 |
1,2 |
1,3 |
2,0 |
0,8 |
Friuli-V.
Giulia |
1,4 |
1,9 |
1,5 |
1,6 |
2,2 |
1,0 |
|
Emilia-Romagna |
1,9 |
2,1 |
1,6 |
1,9 |
2,7 |
1,4 |
|
P.A.
Bolzano (l. it.) |
0,0 |
0,0 |
0,0 |
0,0 |
0,0 |
0,0 |
|
P.A.
Trento |
0,9 |
1,0 |
1,0 |
1,2 |
1,5 |
0,6 |
|
Centro |
Toscana |
3,5 |
3,6 |
2,8 |
3,0 |
4,7 |
1,8 |
Umbria |
3,0 |
2,1 |
2,1 |
2,5 |
4,0 |
1,1 |
|
Marche |
2,5 |
2,3 |
1,1 |
1,6 |
2,7 |
0,9 |
|
Lazio |
5,3 |
5,0 |
3,3 |
3,7 |
7,0 |
2,1 |
|
Sud |
Abruzzo |
3,5 |
3,6 |
2,0 |
1,8 |
2,8 |
1,6 |
Molise |
5,1 |
3,9 |
3,0 |
3,1 |
5,6 |
0,8 |
|
Campania |
9,5 |
11,5 |
7,1 |
8,0 |
11,1 |
3,1 |
|
Puglia |
5,7 |
6,4 |
4,2 |
4,9 |
7,7 |
2,4 |
|
Sud e Isole |
Basilicata |
5,7 |
5,8 |
3,8 |
4,0 |
5,2 |
1,4 |
Calabria |
6,3 |
7,0 |
4,6 |
5,8 |
7,1 |
2,2 |
|
Sicilia |
9,6 |
11,0 |
6,4 |
7,1 |
9,5 |
3,2 |
|
Sardegna |
4,5 |
4,6 |
3,4 |
3,7 |
5,7 |
2,3 |
|
Fonte: Invalsi,
elaborazione Servizio Statistico. |
Abbiamo evidenziato i valori
superiori al 5% che, come si può notare, si collocano in particolare al Sud e al
Sud e Isole.
Per quanto riguarda la scuola
secondaria di primo grado riportiamo l’andamento dei punteggi in matematica del
grado 8, nell’anno scolastico 2016-2017 (vedi fig. 1.4).
Come si può notare nelle
regioni del Sud il punteggio della popolazione è distante dal punteggio
corretto, ovvero il cheating è maggiore.
Dal 2018 lo svolgimento delle
prove, per le scuole secondarie di primo e di secondo grado, ha visto il
passaggio dalla carta al computer (con le cosiddette prove CBT). L’utilizzo
delle prove CBT ha sostanzialmente risolto il fenomeno del cheating.
La dimostrazione sta nella coincidenza dei dati delle classi campione
e di quelle non campione. Infatti la figura 1.4 riporta i
dati in una prova pre-CBT, mentre le figure 1.5 e 1.6 riportano i dati delle
prove CBT in cui possiamo notare come i box dei punteggi ottenuti nelle prove
dal campione corrispondano sostanzialmente ai punteggi ottenuti a livello
censuario dalla popolazione, ovvero non abbiamo la presenza di
cheating. ¶
La corrispondenza dei
punteggi fra campione e popolazione è importante dal punto di vista
dell’attendibilità delle prove, ma, per quanto ci riguarda, è ancor più
significativa per la correttezza nell’esecuzione delle prove che, come
conseguenza, porta all’eliminazione del cheating.
1
Invalsi, Analisi dell’andamento dei punteggi nel tempo per regione,
grado scolastico e disciplina, confronto campione e popolazione,
2020. Ricordiamo che nell’anno scolastico 2019-2020 non
si sono svolte le prove Invalsi a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19.
Note
[36] «Nella prospettiva del cambiamento la soluzione consiste semplicemente nel cambiare un insieme di premesse», cfr. P. Watzlawick, J.H. Weakland e R. Fisch, Change. Sulla formazione e la soluzione dei problemi, Roma, Astrolabio, 1974, p. 38.