La Repubblica di Weimar: democrazia e modernità
DOI: 10.1401/9788815370228/c6
Il secondo intenso ciclo di
proteste, che prese avviò nel 1931-1932 soprattutto nelle provincie settentrionali e
orientali, questa volta era influenzato dall’Agrarpolitischer Apparat (ApA) della
NSDAP, da poco fondato da Darré, trasformandosi in voti per il partito di Adolf
Hitler. Richard Walther Darré
[38]
nacque nel 1895 a Belgrano (Argentina) da una famiglia della borghesia
commerciale, emigrata per affari. Da bambino rientrò
¶{p. 158}in
Germania. Allo scoppio della guerra si arruolò volontario, distinguendosi per
coraggio. Apparteneva a quella generazione di figli della borghesia segnati
dall’esperienza della guerra. Nel dopoguerra Darré ebbe problemi di inserimento
professionale. Riuscì comunque a completare gli studi di agronomia presso
l’Università di Halle. Il suo interesse andava alle leggi dell’ereditarietà, che dal
regno animale egli voleva estendere al genere umano. Si distinse per una fitta
attività pubblicistica, che gli valse consensi nella destra ultra-nazionalistica. I
due libri teorici scritti da Darré, rispettivamente Das Bauerntum als
Lebensquell der nordischen Rasse (1929) e Neuadel aus Blut
und Boden (1930) avevano l’ambizione di definire i tratti di una
Weltanschauung costruita su un intreccio fra elementi
presenti nella cultura della destra nazionalista e razzista e motivi più radicali,
che sarebbero emersi dopo la presa del potere. Nel primo Darré intendeva dimostrare
come la distinzione qualitativa più rilevante fra la razza ariana e le altre fossero
la stanzialità e il carattere contadino. Nel libro successivo egli definiva
l’articolazione interna dell’antica (e mitica) società germanica, fra nobiltà
(Adel) e contadini (Bauern), fondata
sull’armonica distinzione di ruoli. Per contrastare il declino razziale del popolo
germanico, frutto di industrialismo e urbanismo, era necessario ripristinare i suoi
tratti rurali. Allo stato spettava di selezionare una nuova aristocrazia (da non
confondersi con lo Junkertum) e un nuovo ceto contadino,
garantendo loro la sicurezza economica e l’auto-governo. La
Weltanschauung di Darré si richiamava a filoni diffusi
nella cultura tedesca, che si contrapponevano al predominio della grande città e
dell’industria.
Hitler, che aveva bisogno di
esperti, nel maggio 1930 affidò a Darré il ruolo di consulente per le questioni
agricole, cui finora aveva dedicato un’attenzione ridotta. Darré costruì una rete
capillare di consulenti, attivi nella propaganda, ai quali spettava anche il compito
di assumere il controllo delle organizzazioni esistenti. Con la costituzione
dell’ApA il movimento nazionalsocialista conseguì un vantaggio nel rivolgersi alla
popolazione rurale con una propaganda mirata. A molti parve che «la NSDAP si
impegnasse più di qualsiasi altro ¶{p. 159}partito per gli interessi contadini»
[39]
. È probabile che gli effetti dell’azione dell’ApA sulle elezioni del
settembre 1930 sia stata scarsa, dato che era appena stato costituito. L’effetto si
vedrà nelle tornate elettorali successive. I risultati elettorali del 1930
rappresentarono un terremoto per le sorti della Repubblica. Gli equilibri elettorali
si modificarono profondamente a danno dei partiti moderati e conservatori.
Mantennero in buona misura il proprio perimetro elettorale sia la SPD che i due
partiti cattolici. Ma i successi più eclatanti li ebbe il partito di Hitler, che
moltiplicò per otto i suoi voti: da 810.127 (1928) a 6.409.610.
Le indagini compiute sulle
elezioni dal 1930 al 1933 per comprendere i motivi dell’ascesa della NSDAP hanno
evidenziato come questa strappò consensi sia ai partiti di centro che di destra, con
risultati particolarmente buoni nelle circoscrizioni rurali. «La NSDAP era senza
dubbio, già nel 1930, un partito popolare più di qualunque altro nella prima
repubblica tedesca»
[40]
. Nel voto di protesta la latente sfiducia verso le istituzioni
democratiche poté sfogarsi in connessione con la crisi agraria e con la crisi
economica generale. Nello Schleswig-Holstein, cuore della Landvolkbewegung, la NSDAP
divenne il partito di maggioranza relativa, con il 27%.
Dopo l’inatteso successo, l’ApA
di Darré entrò a pieno regime. Attraverso marce, comizi e pubblicazioni promosse
un’intensa attività di disseminazione delle parole d’ordine della cosid- detta
«Blut-und-Boden-Ideologie». In pari tempo, Darré perseguì la «conquista» delle
associazioni rappresentative dell’agricoltura, come le camere provinciali
(Landwirtschaftskammern). Le successive elezioni del luglio
1932 portarono a un raddoppio della percentuale di voto per la NSDAP: da 18,3% al
37,4%. Divenne così il primo partito nel Reichstag con 230 deputati. Come ha
dimostrato Falter, la correlazione «quanto più elevata la quota di popolazione
rurale, tanto mediamente più forte il partito nazionalsocialista»
[41]
, pur accettabile, deve ¶{p. 160}essere sfumata tenendo
conto di svariati fattori socio-economici e confessionali.
In parallelo – sebbene in modo
meno pubblico – Darré coltivava idee razziste di una selezione all’interno dello
stesso popolo germanico. Strinse uno stretto rapporto (fino al 1938) con Heinrich
Himmler. Questi gli affidò la guida del Rasseamt. Il principale provvedimento che
scaturì dall’attività di Darré in seno alle SS fu il codice matrimoniale per le SS
(31 dicembre 1931). L’ufficio diretto nei primi anni da Darré si sarebbe poi
distinto nelle politiche di ingegneria sociale e razziale nei territori orientali
occupati durante la guerra
[42]
. Applicando l’interpretazione di Franz Neumann
[43]
, l’angoscia del mondo contadino veniva acutizzata dalla propaganda
attraverso la radicale condanna del presente, per poi essere ribaltata nella
martellante ripetizione delle poche certezze contenute nel messaggio
propagandistico: l’individualità del produttore (in opposizione all’economia
mondiale), la comunità rurale tenuta assieme dal «buon costume antico» (in
opposizione alla massificazione urbana), l’armonia fra sfera familiare e produttiva
(contrapposta all’alienazione e al conflitto, tipici della società industriale).
2. La politica agraria dei governi presidenziali
La crisi economica mondiale
innescata dal crollo della borsa di New York nell’ottobre del 1929 e la cesura politica
del 27 marzo 1930, con l’insediamento del primo gabinetto presidenziale guidato da
Heinrich Brüning, rappresentano tornanti decisivi. Ciò vale anche per la politica
agraria. Da quel momento mutarono le modalità di intervento del governo nella politica
economica: la decretazione d’urgenza sostituì la dialettica parlamentare. Non è casuale
che il 1930-1933 venga spesso analizzato come ¶{p. 161}un periodo a sé stante
[44]
. Il nuovo cancelliere, capogruppo del Zentrum, era un patriota fervente e
soprattutto un esperto di questioni finanziarie: la persona giusta in quel momento. La
nomina di Martin Schiele a ministro dell’agricoltura nel suo governo era scontata.
Applicando i poteri straordinari conferitigli dall’articolo 48 della vigente
Costituzione, l’obiettivo di Hindenburg era di escludere la SPD coinvolgendo i partiti
conservatori, Deutsche Volkspartei (DVP) e Deutschnationale Volkspartei (DNVP). D’altro
canto, «l’agricoltura si aspettava da un governo Hindenburg massicci interventi statali
a favore dell’agricoltura che si trovava in una crisi profonda»
[45]
. Il programma del nuovo ministro era il consueto: politica doganale e
interventi per le regioni orientali.
La crisi di sovrapproduzione che si
registrava sul mercato mondiale e il crollo del commercio internazionale enfatizzavano
problemi strutturali già presenti. Secondo un rapporto ministeriale della primavera del
1930, la redditività delle aziende, già precaria nel quadriennio precedente, veniva
messa a dura prova dalla crisi. Una delle ragioni era data dalla caduta del prezzo
mondiale della segale, che deprimeva il prezzo di tutti i cereali
[46]
. In questo contesto, il ministero si muoveva all’interno degli schemi rodati
dal 1928. Schiele riconosceva che i mezzi messi a disposizione finora erano inadeguati e
che occorreva realizzare una barriera doganale proibitiva. Il secondo punto della sua
azione prevedeva provvedimenti straordinari in aiuto dell’agricoltura orientale. In
aprile furono emanate nuove disposizioni per innalzare i tetti massimi per i dazi
vigenti, soprattutto per il bestiame. Furono anche varate disposizioni per sostenere il
prezzo dei cereali, in particolare compiendo massicci acquisti di segale da sottrarre al
mercato.¶{p. 162}
Il 1° aprile 1930 iniziò a operare
la Reichsmaisstelle, importando 185.000 tonnellate annue e fissando
un prezzo di monopolio. Nello stesso mese furono preparati provvedimenti per la
concessione di crediti alle aziende orientali, in forma di garanzie (300 milioni) e di
denaro liquido (250). Erano i primi passi della più incisiva
Osthilfe, che ampliava l’ambito territoriale e accresceva lo
stanziamento della Ostpreussenhilfe. In autunno seguirono ordinanze
per restringere le importazioni di orzo e mangimi con certificati d’importazione più
flessibili. Furono altresì varate azioni di rastrellamento di prodotti eccedenti, per
sostenere il prezzo. Verso fine anno, di fronte alla flessione del prezzo del burro e
derivati fu avviato un intervento sul mercato, che offrisse incentivi alla produzione e
al consumo di grassi prodotti all’interno, scoraggiando le importazioni, ad esempio di
margarina. Si delineava pertanto una tendenza alla regolazione del mercato, che veniva
incontro alle richieste degli Agrarverbände e riecheggiava le
politiche perseguite durante la guerra: ad esempio, la miscela di farine di segale e di
patate al grano per la panificazione. Operare attraverso ordinanze presidenziali era più
rapido, ma rendeva l’azione ministeriale vieppiù dipendente dai
Verbände.
Nonostante gli sforzi del governo,
«il clima nelle province orientali era molto nervoso; se non saranno presi
tempestivamente provvedimenti davvero incisivi, si dovrà fare i conti con estesi
disordini nelle campagne». Così notava il cancelliere, rilevando uno scollamento tra
masse contadine e partiti
[47]
. Brüning stesso, nell’incontro con i rappresentanti della Grüne Front del 19
dicembre, reagiva con fastidio, osservando che il governo non poteva occuparsi
esclusivamente dei problemi dell’agricoltura. La frattura rispecchiava il crescente
malessere da parte dei gruppi d’interesse dell’industria e della finanza. In piena crisi
economica la linea deflattiva del governo era contraddetta, infatti, dagli aiuti
elargiti al settore primario.
Il provvedimento che più di tutti
evidenzia l’intervento statale a favore dell’agricoltura è senz’altro la già citata
Osthilfe, ema
¶{p. 163}nata il 31 marzo 1931. La
visione di Hindenburg, più volte enunciata in pubblico, faceva da sfondo della nuova
legge. Per lui, le province orientali erano un baluardo nazionale
[48]
.
Note
[38] Cfr. il primo volume della fondamentale biografia di H. Gies, Richard Walther Darré. Der Reichsbauernführer, die nationalsozialistische Blut-und-Boden Ideologie und Hitlers Machteroberung, Köln - Wien, Bohlau, 2019.
[40] H.A. Winkler, Weimar 1918-1933. Die Geschichte der ersten deutschen Demokratie, München, C.H. Beck, 1993, p. 390.
[42] I. Heinemann, Rasse, Siedlung, deutsches Blut. Das Rasse- und Siedlungs-hauptamt der SS und die rassenpolitische Neuordnung Europas, Göttingen, Wallstein, 2003.
[43] F. Neumann, The Democratic and the Authoritarian State, New York, The Free Press, 1957, pp. 97 ss.
[44] D. Gessner, Agrardepression und Praßsidialregierungen in Deutschland 1930 bis 1933, Düsseldorf, Droste, 1977, pp. 9-101.
[45] W. Pyta, Hindenburg. Herrschaft zwischen Hohenzollern und Hitler, München, Siedler, 2007, p. 557.
[47] BArchB, R 43-I/2544, Bl. 364, Protocollo della riunione del governo, 24 ottobre 1930.