Pedagogia e letteratura della migrazione
Sguardi sulla scrittura che cura e resiste
La pratica della scrittura caratterizza la storia e l’evoluzione dell’essere umano, soprattutto nei momenti di crisi. Il racconto nasce dal disequilibrio inquietante che fa irruzione nella successione abituale delle cose. Una volta iscritte nel racconto, queste rotture trovano un nuovo ordine. Se è vero, però, che non c’è racconto senza crisi, possiamo aggiungere che non c’è migrazione senza racconto.
La scrittura migrante offre una doppia chiave di lettura all’interpretazione pedagogica: da un lato, l’impegno individuale volto a conferire nuovo senso alla propria identità ferita (autocura); dall’altro, lo sforzo collettivo per riguadagnare la dignità negata al proprio gruppo (resistenza). Riconoscendo il potenziale universale di autocura e resistenza insito nella scrittura migrante, il volume, che si colloca al crocevia tra pedagogia e letteratura, si propone di ricostruire in chiave pedagogica la genesi e lo sviluppo della letteratura turca in lingua tedesca mettendola a confronto con quella affermatasi più di recente in Italia. L’obiettivo è quello di identificare l’impegno individuale e politico di questa proposta letteraria.