Tutela e valorizzazione del paesaggio nella transizione
DOI: 10.1401/9788815413352/c7
Riflessioni queste che hanno
condizionato la scelta del Consiglio regionale di approvare nel 2020 (DCR 62 del 30 giugno
2020) un PTRC senza valenza paesaggistica ai sensi del Codice, pur con una disciplina
attenta ai valori paesag
¶{p. 170}gistici del paesaggio regionale, come
chiaramente emerge dal Documento per la valorizzazione del paesaggio
veneto.
Il Documento risponde, in particolare, a
quanto richiesto dal Codice con riferimento alla competenza regionale di valorizzazione e
salvaguardia del paesaggio, anche in conformità ai principi di uso sostenibile e
contenimento del consumo di suolo dettati negli ultimi anni dalla legislazione regionale.
Rientra tra gli obiettivi di
valorizzazione paesaggistica l’individuazione dei «Sistemi di valori» con cui si
identificano alcuni temi ed elementi che, anche se non sottoposti a tutela paesaggistica,
sono storicamente rappresentativi del paesaggio e dell’identità regionale, riconoscibili in
maniera diffusa su tutto il territorio regionale ed espressione di valori da salvaguardare.
I Sistemi di valori preliminarmente
individuati sono, accanto alle Ville venete (poco meno di 4000 in tutto il territorio del
Veneto), tra cui quelle palladiane (24 riconosciute), i siti patrimonio dell’UNESCO, i
Parchi e giardini di rilevanza paesaggistica (1300 circa), i Forti e manufatti
¶{p. 171}difensivi (190 fra sistemi fortificati e manufatti difensivi di
interesse storico e paesaggistico), l’Archeologia industriale (170 manufatti presenti nelle
diverse province), nonché, per la prima volta, le Architetture del Novecento (un migliaio
tra manufatti e sistemi edilizi), individuati e riconosciuti oltre che per il loro pregio
intrinseco anche e soprattutto per la relazione che instaurano con il paesaggio del quale
rappresentano l’elemento distintivo, in un rapporto di valorizzazione reciproca.
Certamente l’individuazione non è
esaustiva del complesso e articolato panorama dei valori paesaggistici caratteristici del
territorio regionale, alcuni dei quali sono tra l’altro già compresi nella ricognizione dei
valori inclusa nelle 39 schede dell’Atlante ricognitivo.
La redazione dei piani paesaggistici
regionali d’ambito (PPRA) sarà l’occasione per l’approfondimento, la verifica e
l’integrazione dei Sistemi di valori e dei relativi elenchi, per l’eventuale identificazione
di ulteriori sistemi di valori, nonché per la definizione di opportune strategie di tutela
¶{p. 172}e valorizzazione, in congruità con le specificità di ciascun
ambito.
1. L’Atlante ricognitivo
Per quanto riguarda
l’Atlante ricognitivo, contenuto all’interno del suddetto
«Documento per la valorizzazione del paesaggio veneto» del PTRC, questo gioca il ruolo
di punto di incontro tra il riconoscimento della complessità del paesaggio e la
definizione di indirizzi per il governo delle sue trasformazioni.
Le schede di cui è composto
l’Atlante hanno una funzione di strumento conoscitivo e propositivo, per l’integrazione
del paesaggio nelle politiche di pianificazione del territorio, urbanistiche e in quelle
a carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale ed economico, vale a dire nelle
politiche che possono avere un’incidenza diretta o indiretta sul paesaggio, così come
indicato nella Convenzione europea del paesaggio.
La struttura della scheda è adatta a
organizzare le informazioni di base indispensabili per una prima sommaria comprensione
della complessità paesaggistica dell’ambito.
Il contenuto del primo capitolo,
Identificazione generale, ha carattere prevalentemente
descrittivo, ma, dato il carattere di sintesi, permette di individuare eventuali
«sottoambiti», secondo criteri eminentemente identitari.
Il secondo capitolo,
Caratteri del paesaggio, introduce alla lettura delle
caratteristiche paesaggistiche dell’ambito nelle loro componenti primarie e nelle loro
interrelazioni. Vengono messe in evidenza sia le relazioni strutturali tra parti
dell’ambito, sia quelle con gli ambiti adiacenti. Il capitolo include il rilevamento dei
valori culturali e naturalistici attribuiti agli elementi del paesaggio.
Il terzo capitolo,
Dinamiche di trasformazione, entra nel cuore delle
trasformazioni avvenute nel passato e delle tendenze attuali che interessano i paesaggi
al fine di individuarne le ragioni e le prospettive. Si chiude con i dati sulla
frammentazione paesaggistica elaborati nell’ambito di una apposita ricerca per il PTRC.
¶{p. 173}
Il quarto capitolo, infine, ha il
compito di definire una serie preliminare di Obiettivi e indirizzi di qualità
paesaggistica, esposti in forma di sollecitazione, che derivano dalle
riflessioni e dai dati raccolti all’interno della scheda, dalle indicazioni degli
esperti e dai suggerimenti pervenuti dagli enti territoriali e dai portatori di
interesse interpellati durante la concertazione sul piano.
Gli obiettivi sono relativi alla
salvaguardia, gestione e pianificazione dei paesaggi eccezionali, ordinari e degradati,
geologici e geomorfologici, fluviali, lacustri, lagunari, di risorgiva, di area umida,
agrari, agro pastorali e forestali, urbani, industriali, delle infrastrutture. Gli
obiettivi sono inoltre relativi al governo dei processi di urbanizzazione e di abbandono
ed infine alla conservazione della cultura materiale e alla salvaguardia dei paesaggi
«immateriali», nonché alla consapevolezza delle popolazioni nei confronti dei valori e
delle criticità del paesaggio e delle conseguenze dei comportamenti collettivi e
individuali sul paesaggio stesso.¶{p. 174}
2. Ricognizione dei beni paesaggistici
L’attivazione del Comitato tecnico
per il paesaggio, pariteticamente rappresentato da Ministero e Regione del Veneto, in
attuazione del Protocollo d’intesa sottoscritto la prima volta nel 2009, ha consentito
di avviare la procedura di ricognizione e perimetrazione dei vincoli paesaggistici con i
requisiti di coordinamento e di sistematizzazione necessari per condurre con efficienza
ed efficacia il complesso lavoro analitico, interpretativo e restitutivo richiesto.
L’impostazione concordata dal CTP consentirà, una volta terminate le operazioni di
ricognizione e certificazione di tutti i beni paesaggistici, la costruzione di un
archivio informativo regionale con requisiti essenziali per una corretta ed efficiente
pianificazione della tutela dei beni paesaggistici.
La continuità dell’operato del CTP,
confermata dal Protocollo congiunto sottoscritto nel novembre 2022
tra la Regione del Veneto e il Ministero della cultura per l’adeguamento dell’Intesa del
2009, ai fini dell’elaborazione congiunta del piano paesaggistico regionale, rappresenta
la condizione per completare e mettere a frutto il lavoro avviato di ricognizione dei
beni paesaggistici, che preveda la definizione delle relative prescrizioni d’uso (art.
143, del Codice) e consenta di individuare le modalità procedurali per determinare e
rendere effettiva l’operatività dei molti vincoli paesaggistici esistenti sul
territorio, semplificando al tempo stesso l’azione delle amministrazioni.
3. Esperienza dei PPRA
Come anticipato, nel corso delle
attività per la redazione della Variante al PTRC, adottata nel 2013, l’individuazione
degli «Ambiti di paesaggio», con efficacia ai sensi dell’art. 135, del Codice e
dell’art. 45-ter della l.r. 11/2004, identifica il punto di
partenza per la redazione dei piani paesaggistici regionali d’ambito, da redigersi
congiuntamente con il MiC, almeno per la parte riguardante i «beni paesaggistici» e con
il coordinamento del
¶{p. 175}Comitato tecnico per il paesaggio, a
composizione paritetica ministeriale e regionale.
Note