La lettura ad alta voce condivisa
DOI: 10.1401/9788815410238/c4
D’altra parte, tuttavia, è
altrettanto importante sfruttare la funzione sovversiva della letteratura [Taibo II
2006; Chambers 1993] che, nella sua capacità di proporre rappresentazioni della
complessità della realtà, offre uno strumento potente di comprensione del mondo in tutte
le sue possibili declinazioni. La letteratura, infatti, si fa carico di rappresentare la
molteplicità delle relazioni e la sua grande sfida è il saper tessere insieme i diversi
saperi e i diversi codici in
¶{p. 133}una visione plurima, sfaccettata
del mondo, rappresentando un modello della rete e della moltiplicazione dei possibili
[Calvino 1993].
I processi narrativi integrano tipi
di pensiero diversi: coinvolgono processi di rispecchiamento, di comprensione emotiva,
di attivazione empatica e processi lineari che utilizzando il linguaggio creano una
rappresentazione e un’interpretazione ordinata e causale. Una comprensione narrativa può
dirsi efficace in presenza di una coordinazione tra diversi punti di vista
interpretativi e tra diversi processi cognitivi, automatici e riflessivi, lenti e
veloci, che integri le attività dei due emisferi e utilizzi le specifiche risorse
provenienti dai racconti già esistenti [Smorti 2018]. In tale processo di integrazione
interviene il secondo aspetto importante per predisporre un contesto di lettura
inclusivo: la funzione di guida che il lettore svolge nel processo di interpretazione e
di comprensione individuale delle ascoltatrici e degli ascoltatori e la funzione di
mediazione che svolge nel processo di conversazione collettiva sulla lettura. Sappiamo,
ormai, che le bambine e i bambini sono in grado di creare teorie causali del mondo e,
allo stesso tempo, di ideare nuove possibilità: in altre parole, sanno parlare e
discutere del reale ma, attraverso il pensiero controfattuale, anche immaginare il
possibile [Gopnik 2009]. La guida del lettore può rappresentare uno stimolo importante
per promuovere lo sviluppo del potere immaginativo delle bambine e dei bambini che li
conduce a considerare le possibilità e a utilizzarle per modificare il mondo. Così come
può rappresentare uno stimolo importante in questa direzione il confronto con i pari: la
socializzazione promossa dal lettore durante, all’inizio o alla fine della sessione di
lettura, in un clima accogliente e non giudicante, consente a bambine e bambini di
comprendere le ulteriori possibilità oltre a quelle individuate nella propria esperienza
[Batini 2021; 2022]. Attorno alla lettura ad alta voce condivisa, se ben condotta, si
forma una vera e propria «comunità di ricerca», composta dall’autore o dall’autrice,
dalla persona che legge e dalle ascoltatrici e dagli ascoltatori. Il senso di
appartenenza a tale comunità facilita processi di confronto e di socializzazione
dell’esperienza, di negoziazione ¶{p. 134}di interpretazioni e punti di
vista, di ricerca di ipotesi di risoluzione di problemi, di co-costruzione di conoscenze
e significati. Chi legge, dunque, è chiamato a mediare la conversazione in modo tale da
garantire e potenziare le caratteristiche precipue di una comunità di ricerca. Se la
lettura scelta è accessibile e la mediazione del lettore è attenta, la comunità di
ricerca che si crea in un’attività di lettura ad alta voce è un organismo di per sé
democratico e inclusivo, perché tutti e tutte possono partecipare alla condivisione
dell’esperienza collettiva a partire dalla propria. Non servono prerequisiti, non
servono competenze o conoscenze specifiche, è sufficiente la motivazione a contribuire
alla discussione. In tale comunità, chi legge deve promuovere atti di cognizione
condivisa [Lipman 2003; trad. it. 2005, 110], sentimenti di solidarietà sociale,
processi di discussione guidata, di deliberazione e di formulazione di giudizi a partire
da problem solving collettivi [Pontecorvo, Ajello e Zucchermaglio
2004]. La lettura, in sintesi, deve mantenere costantemente la centratura su chi
ascolta: la bambina e il bambino devono avere il diritto di scegliere, il diritto di
esprimersi e di proporre un’interpretazione, il diritto di trovare, in ogni storia, ciò
che le/gli racconta [Batini e Giusti 2021].
La lettura ad alta voce condivisa
si fa, dunque, pratica sociale equa e inclusiva che, se sapientemente condotta, consente
a tutte e a tutti di accedere, individualmente e collettivamente, a innumerevoli
finestre sulla realtà, di fare inferenze e disegnare tanti mondi possibili, nei quali la
specificità di ognuna e ognuno si possa riconoscere, ma nei quali sia anche possibile
per tutti e per ciascuno confrontarsi con l’infinita varietà delle scelte immaginabili.
In fondo, come scrive Calvino [1993, 134-135] nelle sue Lezioni
americane:
chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, di informazioni, di letture, di immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.¶{p. 135}