L'educazione socio-emotiva
DOI: 10.1401/9788815370327/c5
Le classi che hanno partecipato al
questionario sono quattro, e attraverso di esso sono state raccolte le risposte di 61
alunni, di cui 27 maschi e 34 femmine. L’82% dei bambini dichiara di essere nato in
Italia, i restanti in altri paesi prevalentemente del Sud America e del Sud-est
asiatico. Il quartiere è infatti densamente popolato di stranieri ma con scarse presenze
africane, prevalgono cinesi, peruviani, brasiliani e romeni. Le famiglie risiedono
prevalentemente nel quartiere in cui ha sede la scuola, con qualche provenienza da fuori
quartiere per esigenze connesse all’occupazione dei genitori (questo è quanto riferito
dalle insegnanti). I bambini che hanno frequentato la scuola primaria per cinque anni
nella stessa scuola sono il 67,2%, l’11,5% sono in questa scuola da un anno o meno, il
6,6% da due anni, il 9,8% da tre, il 4,9% da quattro. Questo andamento indica che nelle
classi c’è un avvicendamento non trascurabile dei componenti: arrivi e partenze (spesso
per motivi migratori e occupazionali delle famiglie) condizionano sia l’operato delle
insegnanti sia il clima di classe e le relazioni tra bambini. Un nuovo arrivo o una
partenza nel corso dell’anno, o più di una, causano sempre un momento di instabilità
all’interno della classe: nel caso degli arrivi si lavora nell’ottica sia
dell’integrazione, sia dell’allineamento curricolare; nel caso delle partenze si
rimodulano alcune relazioni tra pari e si elabora la perdita di un componente di un
gruppo.
¶{p. 168}
Per quanto riguarda le famiglie dei
bambini e le loro caratteristiche, le risposte al questionario ci dicono che il 75,4%
dei bambini ha fratelli e/o sorelle con cui vive stabilmente. Su 61 rispondenti 60
vivono con la madre (è presente un caso di un bambino orfano di madre); 53 vivono anche
con il padre. Non si dispone di informazioni in merito alla non convivenza con il padre:
potrebbe trattarsi di famiglie separate, oppure di famiglie in cui il padre vive e
lavora in un altro paese. Le madri risultano nate in Italia nel 36,1% dei casi,
nell’8,2% sono nate in altri paesi dell’UE, per il resto provengono da altri paesi extra
UE. Possiedono nel 27,9% un diploma di scuola superiore, nel 19,7% dei casi una laurea o
un titolo superiore alla laurea; nel 19,7% un titolo di studio inferiore al diploma; nel
4,9% un titolo di studio non specificato; il 27,9% dei bambini intervistati non ha
saputo fornire indicazioni sul titolo di studio materno. Le madri risultano occupate per
oltre l’80% dei casi: il 39,3% lavora part time, il 41,0%
full time; solo il 18% non è occupata; l’1,6% degli
intervistati non ha saputo fornire l’informazione.
I padri risultano nati in Italia nel
52,5% dei casi (le insegnanti riferiscono infatti di una quota significativa di
matrimoni misti); nel 14,8% dei casi sono nati in altri paesi dell’UE, nel 31,2% fuori
dall’Unione europea. Possiedono nel 21,3% dei casi la laurea e sempre nel 21,3% un
diploma di scuola superiore; il 18,1% dei padri ha conseguito un titolo di studio
inferiore al diploma di scuola superiore; il 4,9% possiede titoli che i bambini non
hanno saputo specificare e nel 34,4% dei casi l’informazione non è disponibile in quanto
non è stata fornita dai bambini. I padri lavorano full time nel
72,1% dei casi, part time nel 16,4% e nell’8,2% non lavorano, ma
questa condizione è ben diversa rispetto alle madri: nel caso delle madri la non
partecipazione al mercato del lavoro è spesso una scelta per farsi carico interamente
dei compiti di cura; nel caso dei padri le insegnanti hanno riferito di molti casi di
disoccupazione o occupazioni in nero e discontinue. Il quadro che emerge da questi dati
è quello di famiglie in condizioni di fragilità: titoli di studio medio-bassi,
conseguenti occupazioni a medio-basso (e talora nullo) livello di qualificazione,
esposizione a occupazioni ¶{p. 169}precarie e spesso al lavoro nero;
presenza di doppie occupazioni nel sommerso.
Attività
|
A
scuola (%)
|
Extra
scuola (%)
|
Sport
|
50,8
|
62,3
|
Attività
artistiche
|
42,6
|
18,0
|
Attività
sociali
|
13,1
|
9,8
|
Servizi alla
comunità
|
6,6
|
6,6
|
Lingua
straniera
|
21,3
|
13,1
|
Protezione
ambientale
|
13,1
|
9,8
|
Siamo di fronte a famiglie che hanno
risorse, sia culturali sia economiche, limitate, il che si ripercuote anche sugli stili
di vita e le condizioni materiali della quotidianità infantile. Se infatti passiamo a
osservare i risultati relativi alle attività svolte dai bambini, attraverso la scuola e
fuori di essa (illustrate in tab. 5.1), constatiamo che le attività extra scuola sono
limitate e indirizzate prevalentemente verso lo sport, a indicare una scarsità di
risorse economiche ma anche una limitata valorizzazione delle occasioni formative
extracurricolari. Dal canto suo anche la scuola presenta un’offerta modesta: prevalgono
le attività sportive e di tipo artistico (laboratori di teatro, musica, canto, ecc.). È
da precisare che il quartiere ha mantenuto la sua originaria vocazione operaia: sono
presenti alcuni centri sportivi a gestione pubblica che erano sorti negli anni Cinquanta
per i dipendenti della Fiat Lancia che aveva sede a pochi isolati dalla scuola. Tali
centri sono a tutt’oggi funzionanti e molto attrattivi per i residenti perché coniugano
basso costo per le attività e una buona diversificazione dell’offerta.
Le attività extracurricolari
consegnano informazioni importanti sulla qualità di vita complessiva dei bambini e sugli
stimoli a cui sono esposti sul piano culturale, sociale, ludico e della socialità.
Concorre altrettanto alla definizione della condizione di benessere infantile anche la
relazione con le figure insegnanti. Tale relazione è stata declinata lungo tre
dimensioni principali: la percezione da parte dei bambini
¶{p. 170}dell’equità attuata dalle insegnanti nei loro riguardi, i
livelli di accordo/disaccordo con le insegnanti e infine l’attenzione dimostrata dalle
insegnanti per il benessere complessivo dei bambini, in modo più ampio rispetto alla
sola dimensione cognitiva ed educativa. La domanda è stata posta sia nella prima sia
nella seconda wave del questionario (tabb. 5.2a e 5.2b). I dati
della prima wave evidenziano una cesura tra la percezione
dell’equità nel trattamento attuato da parte delle insegnanti nei confronti degli alunni
(che presenta un elevato livello di apprezzamento e consenso) e i gradi di accordo che
invece dimostrano qualche elemento di criticità. Dalle risposte non si è in grado di
qualificare meglio quali possano essere le ragioni del non accordo con le insegnanti:
dalle osservazioni possiamo però propendere per tre tipi di motivi di conflitto, ossia
gli aspetti disciplinari (su cui le insegnanti insistono molto come prerequisito per la
didattica e gli apprendimenti), gli aspetti didattici in senso stretto (con particolare
riguardo per i compiti a casa che vengono regolarmente assegnati e controllati poi in
aula) e gli aspetti organizzativi (per cui i bambini spesso non hanno voglia di svolgere
le attività che le insegnanti indicano, e rispetto alle quali non è previsto margine di
negoziazione). L’interessamento per il benessere individuale potrebbe essere a prima
vista inteso come un fattore di criticità, in realtà dalle osservazioni si è potuto
constatare che tale interessamento esiste e avviene anche in forme indirette che i
bambini probabilmente non colgono immediatamente.
Nella seconda somministrazione
questa domanda è stata modificata, avendo interesse a comprendere come fossero mutate le
relazioni sia con gli insegnanti sia con i compagni, mettendo l’accento sull’aspetto
comunicativo, compromesso dalle misure di distanziamento sociale. Nella tabella 5.2b
sono presentate le risposte. Ciò che emerge è che la qualità della relazione con le
insegnanti è migliorata: è salita la quota di coloro che hanno dichiarato di aver
percepito interesse da parte dell’insegnante per il loro benessere. La comunicazione è,
come atteso, divenuta l’elemento cruciale per il mantenimento delle relazioni, sia con
gli insegnanti ¶{p. 171}sia con il gruppo dei pari. Ne deriva però che
coloro che erano meno attrezzati con dispositivi tecnologici e connessioni possono aver
risentito maggiormente delle misure di distanziamento.
Tipo
di relazione
|
Mai
(%)
|
Qualche volta in un anno (%)
|
Qualche volta in un mese (%)
|
Una o
più volte a settimana (%)
|
Trattamento
giusto da parte delle insegnanti
|
1,6
|
6,6
|
4,9
|
86,9
|
Sono andato
d’accordo con le insegnanti
|
6,6
|
16,4
|
11,5
|
65,6
|
Interessamento per il benessere
|
3,3
|
16,4
|
19,7
|
60,7
|
Tipo
di relazione
|
Mai
(%)
|
Qualche volta in un anno (%)
|
Qualche volta in un mese (%)
|
Una
o più volte a settimana (%)
|
Ho comunicato
con i compagni
|
4,9
|
12,2
|
4,9
|
78,0
|
Ho comunicato
con le insegnanti
|
2,4
|
9,8
|
14,6
|
73,2
|
Interessamento per il benessere
|
2,4
|
9,8
|
17,1
|
70,7
|
I due momenti dell’anno in cui sono
state effettuate le rilevazioni sono anche di particolare interesse rispetto all’uso del
tempo dei bambini tra le varie attività, parascolastiche ed extrascolastiche. Con una
batteria di domande è stato indagato in modo specifico questo aspetto, suddividendo le
attività tra quelle legate all’uso dei dispositivi tecnologici, con finalità ludiche o
educative; e attività legate al tempo libero (ludico-ricreative) e alle relazioni
sociali con altri (gruppo dei pari, adulti, ecc.). I risultati sono illustrati nelle
tabelle 5.3a e 5.4a per la prima wave del questionario.
Lo svolgimento dei compiti, lo
sport, la televisione costituiscono le principali attività dei bambini al di fuori
dell’orario scolastico, seguite dall’interazione con i genitori.
¶{p. 172}In parte essi sembrano anche responsabilizzati attraverso
attività di cura nei confronti di altri componenti della famiglia.
Compiti
(%)
|
TV
(%)
|
Lettura
(%)
|
Parlare
genitori (%)
|
Cura
familiari (%)
|
Lavoretti
(%)
|
Sport
(%)
|
Amici
(%)
|
|
Non dedico
tempo
|
3,3
|
8,2
|
21,3
|
3,3
|
21,3
|
65,6
|
24,6
|
31,1
|
1-30
min./giorno
|
29,5
|
39,3
|
36,1
|
31,1
|
32,8
|
16,4
|
19,7
|
18,0
|
31-60
min./giorno
|
32,8
|
21,3
|
18,0
|
16,4
|
13,1
|
9,8
|
24,6
|
23,0
|
Da 1 a 2
ore/giorno
|
29,5
|
24,6
|
18,0
|
21,3
|
19,7
|
1,6
|
19,7
|
13,1
|
Da 2 a 4
ore/giorno
|
3,3
|
0,0%
|
6,6
|
8,2
|
6,6
|
1,6
|
6,6
|
8,2
|
Più di 4
ore/giorno
|
1,6
|
6,6
|
0,0%
|
19,7
|
6,6
|
4,9
|
4,9
|
6,6
|
Totale
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
Internet
fuori scuola (%)
|
Internet per
divertimento (%)
|
Videogiochi
online (%)
|
Chattare
(%)
|
Social
network (%)
|
Internet per
info (%)
|
|
Non dedico
tempo
|
63,9
|
6,6
|
36,1
|
52,5
|
67,2
|
31,1
|
1-30
min./giorno
|
6,6
|
44,3
|
29,5
|
23,0
|
21,3
|
31,1
|
31-60
min./giorno
|
4,9
|
16,4
|
6,6
|
13,1
|
4,9
|
19,7
|
Tra 1 e 2
ore/giorno
|
11,5
|
13,1
|
8,2
|
8,2
|
3,3
|
8,2
|
Tra 2 e 4
ore/giorno
|
3,3
|
8,2
|
6,6
|
0,0%
|
0,0
|
4,9
|
Più di 4
ore/giorno
|
9,8
|
11,5
|
13,1
|
3,3
|
3,3
|
4,9
|
Totale
|
100,00
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
100,00
|
100,0
|
Compiti
(%)
|
TV
(%)
|
Lettura
(%)
|
Parlare
genitori (%)
|
Cura
familiari (%)
|
Lavoretti
(%)
|
Sport
(%)
|
Amici
(%)
|
|
Non dedico
tempo
|
0,0
|
12,2
|
17,1
|
2,4
|
17,1
|
51,2
|
12,2
|
17,1
|
1-30
min./giorno
|
4,9
|
36,6
|
41,5
|
22,0
|
36,6
|
19,5
|
43,9
|
17,1
|
31-60
min./giorno
|
19,5
|
14,6
|
19,5
|
12,2
|
12,2
|
14,6
|
19,5
|
43,9
|
Da 1 a 2
ore/giorno
|
56,1
|
14,6
|
14,6
|
14,6
|
24,4
|
14,6
|
14,6
|
12,2
|
Da 2 a 4
ore/giorno
|
17,1
|
19,5
|
4,9
|
9,8
|
4,9
|
0,0
|
7,3
|
¶{p. 173} 4,9
|
||||||||
Più di 4
ore/giorno
|
2,4
|
2,4
|
2,4
|
39,0
|
4,9
|
0,0
|
2,4
|
4,9
|
Totale
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|