Terrorismo, emergenza e Costituzioni democratiche
Il terrorismo e la violenza politica organizzata costituiscono un pericolo per la
sicurezza individuale e collettiva, e perciò possono mettere in crisi l’essenza stessa
di ogni Stato, in particolare quando si verificano all’interno di regimi democratici.
Per limitare al massimo i rischi per la sicurezza, i pubblici poteri non possono
limitare o sopprimere tutti i diritti fondamentali delle persone, né il pluralismo
politico o i controlli parlamentari e giurisdizionali garantiti dalle norme
costituzionali e internazionali. Questo volume esamina i dilemmi in cui si trovano gli
Stati democratico-costituzionali di fronte alle emergenze e al terrorismo, gli strumenti
del diritto penale e internazionale per contrastarli e le norme internazionali che
prevedono l’inderogabilità di alcuni diritti fondamentali anche durante le situazioni
emergenziali. Si approfondiscono i diversi tipi di sistemi vigenti negli stati
democratici: da quello britannico, contraddistinto da forti poteri governativi, debole
controllo giurisdizionale, primato del Parlamento e mancanza di norme costituzionali
inderogabili, a quello statunitense, caratterizzato da deroghe costituzionali limitate,
ampi poteri presidenziali e del Congresso, oscillante ruolo di controllo della Corte
Suprema; da quello francese, con illimitati poteri presidenziali eccezionali e deboli
controlli parlamentari, al sistema più diffuso che prevede deroghe o sospensioni di
norme costituzionali consentite dalle stesse Costituzioni in determinati stati di
eccezione. La ricognizione non trascura altri sistemi come quello spagnolo, tedesco o
canadese, e anche quelli russo e sudafricano. Particolare attenzione viene riservata al
sistema italiano che, come prevedono anche altri ordinamenti democratici, consente
deroghe alla Costituzione soltanto durante lo stato di guerra, ma prevede strumenti
ordinari che consentono di tutelare le esigenze della sicurezza senza sacrificare la
tutela delle libertà.