Nuove edizioni digitali online / 22 gennaio
Online su Darwinbooks due nuovi titoli tratti dalle collane di ricerca del Mulino. Si tratta del volume di S. Busetti e B. Dente sulla dinamica di sviluppo del territorio innescata da EXPO Milano 2015 e sui meccanismi di innovazione replicabili in altre situazioni, e del volume di M. Piazza sulla “filosofia dell’abitudine”, con riferimento al pensiero di autori rappresentativi di posizioni originali emerse nelle diverse epoche.
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Simone Busetti, Bruno Dente, EXPOst. Le conseguenze di un grande evento
Come si possono valutare i grandi eventi? Di certo non trattandoli alla stessa stregua di una qualsiasi opera pubblica. Se ci si ostina soltanto a stimare il PIL aggiuntivo, l’occupazione creata o il numero di turisti in arrivo, è inevitabile che vi sarà sempre un’irriducibile opposizione: tra chi, ammantato di autorità e consenso, sosterrà l’assoluta necessità dei grandi eventi e chi, sulla base di argomenti "scientifici", dirà solo che non bisogna mai farli. Con la loro analisi gli autori mostrano come EXPO Milano 2015 sia intervenuto sulla dinamica di sviluppo del territorio, aprendo una finestra di opportunità che ha permesso a soggetti pubblici e privati di fare innovazione, realizzare i propri obiettivi e creare al tempo stesso "valore pubblico". E mostrano che i meccanismi che sono alla base di queste innovazioni possono essere individuati e replicati in altre situazioni. -
Marco Piazza, Creature dell'abitudine. Abito, costume, seconda natura da Aristotele alle scienze cognitive
La filosofia, fin dall’antichità, ha pensato l’abitudine, servendosi, per definirla, di una gamma ben precisa di termini che hanno subito una serie di trasformazioni semantiche nel passaggio dal greco al latino e poi alle lingue moderne. Malgrado la presenza di una corposa riflessione divenuta sempre più articolata e complessa dalla fine del XVIII secolo, non esiste ancora oggi una ricostruzione organica in grado di restituire insieme lo sviluppo storico e teorico di quella che a pieno titolo può essere definita la “filosofia dell’abitudine”. Questo volume intende offrire un contributo in tale direzione, proponendo dei percorsi storico-interpretativi a partire dall’individuazione dei principali nodi concettuali che innervano il pensiero sull’abitudine, grazie al puntuale riferimento al pensiero di autori che vanno da Aristotele alle scienze cognitive. I pensatori presi in esame, che costituiscono un ricco campione di un panorama ancor più vasto, sono rappresentativi di posizioni originali emerse nelle diverse epoche. Il discorso filosofico sull’abitudine, tra il XIX e il XX secolo, diventa sempre più interdisciplinare, aprendosi agli apporti in primis della psicologia, ma anche della sociologia e dell’antropologia, fino a esaurirsi in quanto tale. Dopo secoli di teorizzazione filosofica sul funzionamento e sull’origine delle nostre abitudini, sono oggi la fisiologia e le neuroscienze a spiegare le modalità della loro formazione. Mai come in passato, tuttavia, i saperi scientifici richiedono la collaborazione della filosofia per comprendere appieno il significato da attribuire alla plasticità del nostro cervello, così da affrontare con strumenti epistemologici efficaci le implicazioni morali, politiche e giuridiche poste dalla nostra condotta di “creature dell’abitudine”.
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