Secolarizzazione e modernità
Un quadro storico
Ha senso dire che l’identità europea si è creata attraverso un processo di secolarizzazione della cultura? Siamo europei perché la sfera delle convinzioni religiose e dei comportamenti confessionali si è separata durante l’età dell’Illuminismo dalla sfera delle regole civili, giuridiche e politiche, che sono neutrali rispetto alle Chiese? E, se si è realizzato, questo processo di secolarizzazione è stato un fallimento, una trasformazione superficiale? Oppure è rimasto gravemente incompiuto, tanto da autorizzare la tesi che si viva ora in una cultura postsecolare o desecolare, nella quale le tracce della secolarizzazione sono state totalmente o in gran parte cancellate? E ancora: è vero che il progetto della secolarizzazione europea si basa sul paradosso liberale per cui la secolarizzazione non è in grado di difendere i suoi stessi principi? Una risposta a questi interrogativi può venire solo dall’analisi storica degli snodi attraverso cui le istituzioni europee civili e religiose hanno definito i loro rapporti. L’età dell’Illuminismo e della trasformazione rivoluzionaria e napoleonica è stata un laboratorio nel quale si è sperimentata una revisione in senso secolarizzatore delle condizioni generali di vita: le sue contraddittorie conseguenze sono ancora tangibili nell’Europa del XXI secolo.
Questo libro è stato pubblicato con il contributo del prin 2010-2011 (20108KZTPX_003 ) Libertà dei moderni. Processi di civilizzazione nel lungo illuminismo (1750-1850): commercio, politica, cultura, colonie