Anche noi macchine!
Avanguardie artistiche e politica europea (1900-1930)
Dopo la Grande guerra e la Rivoluzione d’Ottobre, un’idea simbolo trainante e comune diventa la “macchina”, grande protagonista tanto della guerra che della rinascita industriale e sempre più anche della vita civile. Di ciò si hanno riscontri politico-organizzativi in tutto il mondo, sia sul piano della produzione e della fabbrica (si pensi al taylorismo e al fordismo) che su quello più ampio dell’amministrazione pubblica e dello Stato (si pensi alle nuove pratiche di pianificazione ma anche agli sbocchi totalitari in alcuni paesi). Questo volume ambisce a ricostruire il significato culturale e – direttamente o indirettamente – politico della macchina nelle avanguardie artistiche europee del primo Novecento, oltre che le affinità e le prese di distanza fra i loro discorsi, spesso orientati alla rifondazione di una società e di un uomo completamente nuovi, anche se in direzioni e con modalità diverse. Per tale via il libro analizza anche il dibattito sulla razionalizzazione e sul piano in Germania, Francia e Italia, la ricezione del taylorismo e del fordismo in questi paesi, attraverso anche il “discorso” degli artisti. Cioli sfugge però alla tentazione di leggere l’intreccio dei due “campi” (quello politico e quello artistico) nella modalità tradizionale di causa-effetto, sforzandosi invece di presentare l’estetica modernistica degli anni Venti e oltre come vera e propria elaborazione di un “ordine nuovo”, spesso sfociante in vera e propria utopia.
Il volume è stato pubblicato con il contributo di Gerda Henkel Stiftung, Düsseldorf.