L'educazione socio-emotiva
DOI: 10.1401/9788815370327/c4
Ciò che i bambini fanno, a casa e
a scuola, il tempo dedicato ad attività di formazione, relazione, gioco, qualifica la
loro condizione di benessere. Una sezione specifica del questionario è stata dedicata a
rilevare condizioni di benessere dei bambini nella vita scolastica e familiare, nonché
la qualità delle loro relazioni. Un primo aspetto indagato riguardava l’autodefinizione
di sé nelle vacanze estive tra la fine della classe quarta e l’inizio della classe
quinta rispetto ad alcune dimensioni specifiche. Le risposte dei bambini a queste
domande nella prima wave del questionario sono riassunte nella
tabella 4.6a. La rappresentazione fornita dai bambini sul proprio benessere complessivo
è positiva. È però da sottolineare che i bambini della scuola Gelsomino si dichiarano
meno calmi della media dei loro coetanei e meno riposati: queste indicazioni risultano
essere coerenti con il modello educativo fondato sulla performance di cui si dirà con
maggiore dettaglio nelle prossime pagine e che impone ai bambini uno stile competitivo
tra pari. L’ansia da prestazione preme sui bambini in merito ai risultati scolastici e
alle attività extrascolastiche in cui sono coinvolti e ha effetti sulla percezione dello
stato di benessere complessivo.
Con la seconda
wave sono state riproposte le stesse domande (tab. 4.6b) dalle
cui risposte si evidenzia una complessiva diminuzione della percezione di benessere da
parte dei bambini. Allegria, calma, vivacità, riposo e attività interessanti
costituivano prima del lockdown una condizione sperimentata quasi
sempre da una quota rilevante di bambini (in alcuni casi ben oltre la metà dei
rispondenti); tali condizioni scendono invece verso le modalità di risposta «più della
metà del tempo» e soprattutto verso «qualche volta». Diminuisce sensibilmente la calma e
la possibilità di fare cose ritenute interessanti.¶{p. 139}
Mi
sono sentito allegro (%)
|
Mi
sono sentito calmo (%)
|
Mi
sono sentito vivace (%)
|
Mi
sono sentito riposato (%)
|
Cose interessanti (%)
|
|
Mai
|
3,1
|
8,2
|
4,1
|
6,1
|
3,1
|
Qualche
volta
|
7,1
|
25,5
|
11,2
|
26,5
|
18,4
|
Più della
metà del tempo
|
13,3
|
28,6
|
26,5
|
21,4
|
21,4
|
Quasi
sempre
|
76,5
|
37,8
|
58,2
|
45,9
|
57,1
|
Totale
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
Mi
sono sentito allegro (%)
|
Mi
sono sentito calmo (%)
|
Mi
sono sentito vivace (%)
|
Mi
sono sentito riposato (%)
|
Cose interessanti (%)
|
|
Mai
|
1,1
|
3,3
|
2,2
|
4,3
|
7,6
|
Qualche
volta
|
17,4
|
37,0
|
19,6
|
34,8
|
46,7
|
Più della
metà del tempo
|
39,1
|
39,1
|
35,9
|
21,7
|
23,9
|
Quasi
sempre
|
42,4
|
20,7
|
42,4
|
39,1
|
21,7
|
Totale
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
Scuola (%)
|
Casa (%)
|
Quartiere (%)
|
|
Per niente
al sicuro
|
0,0
|
2,0
|
8,2
|
Abbastanza
al sicuro
|
39,8
|
4,1
|
44,9
|
Molto al
sicuro
|
60,2
|
93,9
|
46,9
|
Totale
|
100,0
|
100,0
|
100,0
|
Una seconda serie di domande è
stata volta a indagare la percezione di sicurezza (altro elemento che concorre a
definire un generale well-being infantile) da parte dei bambini in
tre ambienti distinti: la scuola, la casa, il quartiere. Tali domande non sono state
riproposte nella seconda wave del questionario. Le risposte sono
illustrate nella tabella 4.7. Si osserva una gradualità nella definizione dei luoghi
sicuri: al primo posto si colloca la propria casa, al secondo posto la scuola e in coda
il quartiere. Rispetto a coetanei residenti in altri quartieri qui i bambini hanno una
percezione di maggiore sicurezza in tutti gli ambienti, anche esito della
rappresentazione data al riguardo dagli adulti. È anche di interesse osservare come la
scuola sia l’unico luogo in cui non viene percepita una condizione di totale insicurezza
da parte dei bambini, risultando quindi più sicura anche della casa.
Infine, a completamento della
definizione di una condizione di benessere complessivo dei bambini, è stato affrontato
il tema della vicinanza emotiva con diversi soggetti, dalla cerchia familiare ad
ambienti meno prossimi. Nelle tabelle 4.8a e 4.8b sono presentate le risposte dei
bambini a tale sollecitazione, rispettivamente prima e durante il
lockdown. In questo caso le risposte evidenziano un andamento
peculiare rispetto ai coetanei. La vicinanza emotiva è mediamente più bassa rispetto a
tutti i soggetti; i fratelli e i parenti sono sentiti meno vicini dei compagni di classe
e degli amici. In un numero modesto di casi, ma comunque non trascurabile, i bambini si
dichiarano distanti o molto distanti anche dai genitori. Queste risposte sollevano
interrogativi, cui la presente ricerca non è in grado di dare risposte, in merito
all’educazione all’affettività e alle interazioni significative nell’infanzia. Il
modello educativo genitoriale, la qualità ¶{p. 141}delle relazioni
genitori-figli e la frequenza con cui esse si realizzano influenza certamente queste
rappresentazioni.
Madre (%)
|
Padre (%)
|
Fratelli (%)
|
Parenti (%)
|
Amici (%)
|
Compagni (%)
|
Insegnante (%)
|
Vicini casa (%)
|
Altri paesi (%)
|
|
Molto
distante
|
2,0
|
4,1
|
35,7
|
11,2
|
2,0
|
3,1
|
3,1
|
24,5
|
49,0
|
Distante
|
0,0
|
3,1
|
6,1
|
15,3
|
6,1
|
3,1
|
14,3
|
40,8
|
31,6
|
Vicino
|
17,3
|
22,4
|
24,5
|
41,8
|
51,0
|
50,0
|
53,1
|
25,5
|
11,2
|
Molto
vicino
|
80,6
|
70,4
|
33,7
|
31,6
|
40,8
|
43,9
|
29,6
|
9,2
|
8,2
|
Madre (%)
|
Padre (%)
|
Fratelli (%)
|
Parenti (%)
|
Amici (%)
|
Compagni (%)
|
Insegnante (%)
|
Vicini casa (%)
|
Altri paesi (%)
|
|
Molto
distante
|
1,1
|
2,2
|
28,3
|
12,0
|
7,6
|
6,5
|
8,7
|
29,3
|
54,3
|
Distante
|
4,3
|
3,3
|
4,3
|
20,7
|
10,9
|
10,9
|
23,9
|
34,8
|
25,0
|
Vicino
|
14,1
|
23,9
|
18,5
|
34,8
|
53,3
|
57,6
|
47,8
|
28,3
|
19,6
|
Molto
vicino
|
80,4
|
70,7
|
48,9
|
32,6
|
28,3
|
25,0
|
19,6
|
7,6
|
1,1
|
¶
Le stesse domande sono state
riproposte nella seconda wave, i cui esiti sono esposti nella
tabella 4.8b. Si è incrementata la vicinanza emotiva con i componenti della famiglia
nucleare e si è anche ridotta la distanza rispetto a soggetti esterni alla famiglia
(come vicini di casa e persone di altri paesi del mondo) forse per effetto della
pressione mediatica durante il lockdown che sollecitava una visione
corale durante la pandemia. Viceversa, si è affievolita la vicinanza emotiva nei
confronti di insegnanti e amici/compagni di classe con i quali la condivisione
quotidiana veniva a mancare ed era solo parzialmente sostituita dalla didattica a
distanza.
Il tema delle relazioni è quindi
cruciale per lo sviluppo delle competenze socio-emotive, ma le relazioni per essere tali
necessitano di due requisiti fondamentali: tempo e compresenza. I dati poc’anzi esposti
hanno già in parte evidenziato il ruolo delle figure genitoriali e il valore affettivo
ad esse riconosciuto. Quindi un approfondimento dettagliato sul tipo di relazione che i
bambini intrattengono con la figura materna e paterna pare essere quanto mai pertinente.
Nelle tabelle 4.9 e 4.10 sono illustrate le risposte dei bambini, suddivise per
relazione con la madre (tab. 4.9) e relazione con il padre (tab. 4.10).
I dati ci restituiscono
un’immagine di relazioni con le figure genitoriali complessivamente positiva ed
equilibrata ma comunque con uno sbilanciamento verso il ruolo materno, maggiormente
sentito dai bambini intervistati sia nei momenti di bisogno, sia di fragilità e di
affettività. La figura paterna presenta maggiori tratti di autorevolezza e minore
vicinanza emotiva ai figli. Cogliendo alcune suggestioni dalla letteratura, si possono
quindi qualificare le relazioni madri-figli come affettive ed espressive e quelle
padri-figli strumentali ed esecutive. La figura materna è inoltre quella a cui i bambini
riconoscono il ruolo prevalente nell’interazione con la scuola. L’interesse per le
attività scolastiche infatti vede prevalentemente coinvolte le madri. E questo elemento
è da tenere in evidenza rispetto al tema dell’alleanza educativa
scuola-famiglia.
¶{p. 143}
Note