Territori in bilico
DOI: 10.1401/9788815374240/a1
Appendice metodologica
di Veronica Conte, Luca Daconto e Simone Caiello
1. Definizione dei tre territori in bilico
Dal punto di vista metodologico si è scelto di delimitare i confini dei territori metropolitani a quelli delle zone omogenee della città metropolitana, nei casi del Nord Milano e dell’Alto Milanese, e al Sistema Locale del Lavoro (Sll), nel caso del Vigevanese. Vigevano, infatti, funzionalmente fa parte dell’area metropolitana milanese, pur non ricadendo amministrativamente all’interno dei confini della città metropolitana. In base alla classificazione Snai, Vigevano, a sua volta, è un polo di attrattività intercomunale. Per tali ragioni, è stato considerato un territorio più ampio definito dagli spostamenti casa/lavoro, ovvero il Sll di Vigevano, che rappresenta il territorio dove la popolazione «esercita la maggior parte delle relazioni sociali ed economiche, una proxy delle relazioni esistenti sul territorio»
[1]
.
2. Fonti, dati e metodi dell’analisi secondaria
Per l’analisi secondaria sono stati raccolti e analizzati una molteplicità di dati aperti e informazioni provenienti da diverse fonti afferenti al Sistema Statistico Nazionale (Sistan)
[2]
. La selezione delle fonti è stata effettuata sulla base di una rassegna, che ha avuto in primo luogo l’obiettivo di ¶{p. 162}identificare le fonti di dati riferite a unità territoriali locali, quali i comuni o altre delimitazioni sub-comunali (es. area o sezione di censimento, coordinate geografiche, ecc.).
Le fonti di dati selezionate (tab. 1) hanno consentito di analizzare diverse dimensioni dei territori metropolitani, quali l’uso e il consumo di suolo, le caratteristiche delle attività economiche, del mercato del lavoro e immobiliare, i livelli di accessibilità ai servizi, i profili demografici e le condizioni socio-economiche della popolazione residente, la partecipazione elettorale e la presenza di risorse territoriali (welfare, Terzo settore) per la promozione della coesione sociale.
2.1. Il quoziente di localizzazione per tipologia di attività economica
Il quoziente di localizzazione per una tipologia di attività economica è dato dal rapporto tra la quota di occupazione del settore di attività economica nell’area considerata e la quota di occupazione che il medesimo settore possiede nell’ambito di un’unità territoriale più ampia. Al fine di individuare delle specializzazioni produttive all’interno dell’area metropolitana, nel presente lavoro di ricerca si è deciso di rapportare la quota di occupazione dei territori metropolitani con quella della Regione Lombardia prendendo in considerazione i dati del Registro statistico delle imprese attive (Asia - Istat) relativi agli addetti per sezione Ateco. In termini formali:
Rapporto tra addetti alla sezione Ateco considerata rispetto al totale addetti nel contesto metropolitano diviso il rapporto tra addetti allo stesso Ateco nella regione Lombardia rispetto al totale addetti nella regione.
In base a tale algoritmo, è evidente che valori del quoziente di localizzazione superiori all’unità indicano che la ¶{p. 163}tipologia di attività economica considerata assume un peso superiore rispetto a quello assunto alla scala regionale e, in modo analogo, valori del quoziente di localizzazione inferiori a uno indicano che la tipologia di attività economica considerata assume un peso inferiore rispetto a quello assunto a livello regionale. Se il quoziente di localizzazione è uguale a 1, l’attività economica considerata ha la stessa importanza assunta alla scala regionale.
Nome
|
Fonte
|
Periodo di riferimento
|
Unità di riferimento
|
Censimento
della popolazione
e delle abitazioni
|
Istat
|
1991, 2001, 2011, 2019
|
Sezione di censimento,
comune
|
Popolazione residente
al 1° gennaio
|
Istat
|
2021
|
Comune
|
Condizioni
socio-economiche
delle famiglie
|
Istat - Arch.I.M.E.De (fonti amministrative integrate)
|
2015
|
Comune
|
Precarietà lavorativa
|
Istat - Arch.I.M.E.De (fonti amministrative integrate)
|
2015
|
Comune
|
Dichiarazioni fiscali Irpef
|
Ministero
dell’Economia e delle Finanze - Dipartimento delle Finanze -
Dichiarazioni fiscali
|
2020
|
Comune
|
Registro Statistico
delle Unità Locali
|
Istat- Asia Ul
|
2019
|
Comune
|
Classificazione Snai
|
Agenzia per la Coesione Territoriale -
Dipartimento per le Politiche di Coesione
|
2014
|
Comune
|
Quotazioni
immobiliari
|
Agenzia Entrate - Osservatorio Mercato Immobiliare
|
2019
|
Zona Omi
|
La partecipazione
elettorale
in Lombardia
|
Ministero dell’Interno, Eligendo e UniData - Bicocca Data Archive
|
1987-2018
|
Comune
|
Indagine sugli interventi e i servizi sociali dei comuni singoli e associati
|
Istat
|
2014
|
Comune
|
Registro Regionale
del Volontariato
|
Regione Lombardia
|
2020
|
Comune
|
Registro Regionale
dell’Associazionismo
|
Regione Lombardia
|
2020
|
Comune
|
Albo delle
cooperative sociali
|
Regione Lombardia
|
2020
|
Comune
|
Consumo di suolo
|
Ispra
|
2020
|
Comune
|
Uso e copertura
del suolo 2018
|
Regione Lombardia - Dusaf 6.0
|
2018
|
Coordinate
geografiche
|
Points of Interest
GeoData
|
Geolytica
|
2020
|
Coordinate
geografiche
|
Confini delle unità
amministrative a fini statistici
|
Istat
|
1991-2021
|
Comune, provincia, città metropolitana, regione
|
|
|
|
|
¶
2.2. L’indice di accessibilità pedonale ai punti di interesse (Poi)
In questo paragrafo verranno presentate sinteticamente le fasi in cui si è articolato il processo di costruzione dell’indice di accessibilità presentato nel capitolo 5 del presente volume che, rispetto agli altri indicatori e indici utilizzati, è più complesso.
In primo luogo, per rilevare i livelli di accessibilità è stato necessario definire le localizzazioni residenziali all’interno dell’area metropolitana. Per raggiungere tale obiettivo sono stati considerati i centroidi delle sezioni di censimento che ricadono all’interno delle aree urbanizzate in base alla classificazione di Regione Lombardia relativa alle principali tipologie di copertura e di utilizzo del suolo (Dusaf 6.0).
La seconda fase ha visto la delimitazione delle aree potenzialmente camminabili a partire dalle singole localizzazioni residenziali. Nello specifico, attraverso applicazioni Gis sono stati definiti dei buffer del raggio di 800 m attorno ad ogni punto. Tale soglia, che equivale circa a uno spostamento a piedi di 10 minuti, è stata scelta perché considerata dagli studi sul tema e nella pianificazione dei servizi e dei trasporti come una distanza che garantisce un’alta accessibilità ai servizi e alle opportunità
[3]
.¶{p. 165}
In seguito, la base dati fornita da Geolytica ha consentito attraverso le coordinate geografiche di geolocalizzare 228.437 punti di interesse (Poi) all’interno dell’area metropolitana milanese, suddivisi in 2.973 categorie principali. Attraverso strumenti di geoprocessing è stato poi possibile contare il numero di punti di interesse che ricadono all’interno di ogni area potenzialmente camminabile.
L’indice di accessibilità pedonale riferito a ogni singola localizzazione residenziale è stato infine calcolato come somma dei valori standardizzati del numero di punti di interesse e del numero di categorie presenti all’interno di ciascuna area potenzialmente camminabile. In sintesi, l’indice sintetizza la numerosità e varietà di servizi e opportunità raggiungibili entro una soglia di 800 m dalle localizzazioni residenziali. I valori dell’indice sono stati riclassificati in 5 classi (accessibilità bassa, medio-bassa, media, medio-alta, alta) adottando il metodo per quantili.
3. Raccolta e analisi delle fonti primarie
Le interviste hanno rappresentato una fonte importante per la raccolta di dati primari. Una volta soddisfatto l’obiettivo 1 della ricerca e selezionati i casi studio attraverso l’analisi secondaria dei dati e la revisione della letteratura grigia e dei documenti politici, il Gruppo di lavoro ha organizzato la raccolta e l’analisi delle interviste in profondità. Dal punto di vista metodologico, si è scelto di individuare una serie di attori qualificati, che rappresentano il mondo istituzionale, economico e sociale dei tre ambiti territoriali e/o che sono stati a vario titolo coinvolti in alcuni rilevanti processi di sviluppo territoriale. La traccia dell’intervista è stata organizzata intorno ad alcune domande comuni ai tre casi studio e a una serie di quesiti specifici per investigare alcuni processi territoriali. I dati sono stati pseudonimizzati in modo da tutelare i principi di protezione dei dati personali. Per questo motivo, i risultati dell’analisi sono, in questo testo, riferibili ad alcuni codici riportati nella tab. 2.
¶{p. 166}
Note
[1] Https://www.google.com/url?q=https://www4.istat.it/it/strumenti/territorio-e-cartografia/sistemi-locali-del-lavoro&sa=D&source=docs&ust=1662135070914870&usg=AOvVaw3Dtf-rrUTWeFtJk540gbFr
[2] L’unica eccezione riguarda la geolocalizzazione dei punti di interesse per il calcolo dell’indice di accessibilità pedonale ai servizi. In questo caso è stata acquistata una base dati di un’impresa specializzata in software Gis e geocodifica.
[3] Per approfondire le scelte delle soglie di accessibilità pedonale ai servizi si può fare riferimento, tra i tanti, ai seguenti contributi: Forsyth [2000]; Lindsey et al. [2001]; Nicholls [2001]; The Trust for Public Land [2004]; Wolch et al. [2005].