Alle origini del Novecento
"Leonardo", 1903-1907
I venticinque fascicoli del periodico giovanile d’avanguardia «Leonardo», pubblicati tra il 1903 e il 1907, continuano a sollecitare la critica storica, letteraria, ideologica di varia tendenza. Della Florentine band of Leonardists, come la definì William James, fecero parte, oltre a Papini e Prezzolini, artisti come Spadini, De Carolis e Costetti, scrittori come Borgese e Cecchi, filosofi come Vailati, Calderoni, Amendola. Questo saggio offre una via d’accesso al caleidoscopio di correnti ideologiche e pulsioni iconoclaste che si alternarono nelle pagine del periodico fino all’adesione al pragmatismo di James, in occasione del Congresso di psicologia tenuto a Roma nell’aprile del 1905; scelta che segnò il culmine della parabola del «Leonardo» e l’inizio del suo declino, sullo sfondo di un aspro conflitto tra neoidealisti e pragmatisti pro e contro le nuove tendenze della psicologia sperimentale. Gli slanci, le infatuazioni, le cadute, le prese di posizione, i manifesti, le formule e le svolte ideologiche, le scelte fideistiche dei protagonisti sono colti in un panorama d’insieme come momenti di una storia scritta a più mani da intellettuali ventenni, impegnati nell’avventurosa ricerca di una propria identità. A distanza di un secolo, il segno di contraddizione impresso nelle pagine del «Leonardo», avversato dai benpensanti, accolto con imbarazzo dai posteri, appare paradossalmente sottratto al dominio dell’effimero e all’usura del tempo.