Storia linguistica e storia letteraria
Il più antico testo volgare italiano nel quale si riconoscono intenti artistici è un'iscrizione pisana databile intorno al 1170. Dalle pagine iniziali, dedicate a questa prima anonima prova, a quelle finali sui versi romagnoli di Raffaello Baldini si snoda un percorso che tocca alcuni momenti rilevanti della nostra storia linguistica e letteraria. Una storia dove l'affermarsi del modello toscano deve molto al successo del "Decameron", la cui lingua dunque, così a lungo influente sulla prosa, merita dettagliata analisi. Si arrenderanno in ordine sparso ricche culture locali, come quella tardomedievale veneziana, illuminata nella decadenza settecentesca dal genio di Carlo Goldoni. Col suo programma riformatore il grande commediografo esprimeva la contraddittoria ma feconda esigenza di rivolgersi a un pubblico nazionale e insieme di prendere spunto da una precisa realtà sociale legata al dialetto. Analogo problema è affrontato un secolo dopo, nel contesto del nuovo Stato unitario, da Capuana, Verga, De Roberto e Pirandello, che ambientano in Sicilia romanzi e novelle usando l'italiano, con uno sforzo di appropriazione ricco di riflessi anche sulla loro qualità letteraria.